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18. If you want to use me, I can be your puppet
Parole: 877

Prese un respiro profondo, sentiva l'eco della musica provenire dalla casa e giungere alle sue orecchie, ancora chiusa dentro l'Ascensore, al freddo

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Prese un respiro profondo, sentiva l'eco della musica provenire dalla casa e giungere alle sue orecchie, ancora chiusa dentro l'Ascensore, al freddo. Il gelo le congela le ossa, colpendo le cosce scoperte. Le valige erano chiuse nel bagagliaio della sua macchina, aveva deciso di non passare da casa, era già troppo tardi. L'auto di Alexis era parcheggiata nel parcheggio del condominio, aggrottò le sopracciglia quando la vide. Lei non conosceva bene la squadra, ne tantomeno Jorge. Aveva parlato qualche volta con Mason e Theresa, ma niente di più, o almeno era così quando se ne era andata. Dopo tutto erano passati tre mesi, poteva essere successo di tutto in quel lasso di tempo. Suonò il campanello con il dito tremante e le ginocchia che non reggeva il suo peso. Stava per iniziare a sudare, sentiva che sarebbe svenuta da un momento all'altro. Ad aprirle la porta fu un Mason già abbastanza brillo, che alla sua viste sorrise a trentadue dente. "Sei venuta" le sussurrò, tirandola dal polso dentro la casa, dove la temperatura era accettabile. "Guardate chi c'è!"
Richiamò l'attenzione di tutti sulla nuova arrivata, che inevitabilmente arrossì cercando di nascondersi, invano. Tutta la squadra a turno la strinse in un abbraccio, restavano solo i suoi amici e lui.

"Torni a casa, vero?" Le mormorò Alexis nell'orecchio, stretta fra le braccia della sua più grande amica, che le era mancata come l'aria. "Solo se mi spieghi che fai qui" ridacchiò malefica. "E perché il mio migliore amico ti guarda come fossi un diamante da rubare" aggiunse, provocante. "È una storia molto lunga..." liquidò, staccandosi per lasciar posto a Theresa. "Mi dispiace io-" tentò, ma non serviva in quel momento. "So tutto, vieni qui" la abbracciò stretta, anche lei le era mancata più di quanto pensasse.

"Il festeggiato non mi vuole salutare?" Azzardò, con un sorriso accennato, aprendo le braccia nella sua direzione. Jorge era rimasto fermo, in silenzio, a guardarla come fosse un fantasma. Si fiondò nelle sue braccia, stringendole i fianchi mentre lei si accoccolava al suo petto. Gli altri erano tornati a bere e ballare, divertendosi, lasciando ai due la loro intimità. "Sei sicura di essere reale? Forse ho bevuto troppo" mormorò tra i suoi cappelli, inspirando il profumo di lavanda che conosceva bene, fin troppo. "Sono qui, Jorge"

"Abbiamo tanto di cui parlare" le ricordò. "Poi, ora dobbiamo festeggiare questo vecchietto che compie trent'anni!" Tirò un urlo, trascinandolo nella mischia dei suoi amici. Ondeggiavano a ritmo di musica, Theresa le aveva infilato prima uno, poi due, poi ancora un terzo, bicchiere stracolmo di qualche alcolico che ora le stava facendo girare la testa.

"Facciamo il karaoke!" Saltellò, spengendo la musica per cercare ciò che voleva. "Sii!" La seguì, allegra almeno quanto lei, la sua amica e coinquilina, porgendole l'ennesimo bicchiere. I ragazzi dietro di loro scossero la testa divertiti, mentre anche Theresa raggiungeva le altre due. "Iniziamo noi! Kai, amore, veloce!" Lo chiamò Theresa, brilla, o forse è meglio dire ubriaca. Cantarono una canzone che Clare non conosceva, dopo di loro toccò a Mason e Alexis, e dopo ancora a qualche compagno di Jorge.

Clare e Jorginho non cantarono insieme, perché lei voleva avere tutto il palco per lei. Fece partire la base di I wanna ne your slave dei maneskin. Jorge era seduto sul divano, anche lui alterato dall'alcol, mentre lei era salita sul tavolo davanti a lui, togliendosi i tacchi. Le sue amiche la incitavano da dietro di lei, battendo le mani e urlando. Cantò muovendo i fianchi a tempo di musica, per poi scendere dal tavolino e avvicinarsi al festeggiato, puntandogli un dito sulle labbra. "And if you want to use me, i can ne your puppet" sussurrò sul suo viso, provocandolo come solo lei sapeva fare.

La musica terminò, lasciando la stanza nel silenzio più assoluto, i due si guardavano sorridendo, mentre gli altri si sentivano in soggezione, quasi fossero di troppo in quella situazione. "Mancano 5 minuti a mezzanotte!" Urlò contento Thiago, indicando l'orologio posto vicino all'entrata.

Si posizionarono vicino alla torta, accendendo in fretta le candeline. "Vieni!" Jorge tirò Clare vicino a lui, dietro il tavolo, mentre i suoi amici urlavano il conto alla rovescia.

Cinque.
Quattro.
Tre.
Due.
Uno.

E la baciò. Con il sottofondo dei suoi amici che urlavano contenti, la strinse a se come fosse l'ultima volta. Invece, era la prima di tante altre. "Auguri" gli sussurrò sulle labbra, quando si furono staccati. Le lasciò un bacio a stampo, prima di girarsi verso i suoi amici e lasciare che cantassero tanti auguri a te, prima che lui spegnesse le candeline. Dopo, Clare tagliò la torta, non prima di aver fatto mille foto tutti insieme, e a gruppi. Mangiarono tutto insieme la torta, prima di tornare a divertirsi per circa un'ora.

Verso l'una e mezzo la folla iniziò a fluire fuori. "Resti qui?" Sussurrò Jorge, sul collo di Clare, mentre l'ultima persona usciva fuori.

"Tutto il tempo che vuoi."

@jorginhofrello

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@clarewyatt

@clarewyatt: auguri, i 30 sono arrivati, tra qualche giorno ti spuntano i capelli bianchi, eppure resti comunque il più bel principe di tutti ❤️

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@clarewyatt: auguri, i 30 sono arrivati, tra qualche giorno ti spuntano i capelli bianchi, eppure resti comunque il più bel principe di tutti ❤️

@jorginhofrello: sei speciale, grazie di essere tornata ❤️‍🩹

@jorgesmile: SIETE TORNATI INSIEME?!?!
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