Un'importantissima verifica di economia di fine quadrimestre tenne Christian lontano dalla sala per il resto della settimana.
Lo studio matto e disperatissimo aveva distrutto la motivazione di tutti gli alunni, sepolti da calcoli, formule e migliaia di concetti impossibili da imprimere nella mente.
Il nostro protagonista si sentiva in trappola. Da due giorni a quella parte la sua vita era stata solo casa, scuola, autobus, di nuovo casa a studiare, senza alcun tipo di sfogo, perché si trovava a chiudere i libri alle undici di sera con il cervello fumante, e tutto perché si riduceva sempre all'ultimo minuto.
Serena aveva provato a raggiungerlo per provare a memorizzare qualcosa insieme, ma i due scoprirono che insieme non facevano altro che distrarsi, soprattutto a parlare della festa imminente, proprio la sera dopo la verifica.
Ci sarebbero stati tutti e Luigi avrebbe addirittura portato un altro paio di amici dell'università in aggiunta. Si sarebbero trovati nella taverna dei Carella per una pizza veloce e poi avrebbero passato una bella serata con musica e qualche drink, e questa era l'unica via di distrazione che Christian si consentiva quella mattina in autobus.
Era sabato e il mezzo era più vuoto del solito, per questo la sua amica era seduta stravaccata sui sedili davanti a dov'era seduto lui, con il libro aperto sulle gambe per ripassare un po'.
Il ballerino invece, di studiare ancora, non ne aveva proprio intenzione, gli avrebbe solo confuso ulteriormente le idee.
Stare lì, seduto, con le cuffiette e la mente da tutt'altra parte, non gli sembrava molto allettante. Per cui si sporse con il viso tra i sedili davanti.
"Psssss" richiamò l'attenzione della ragazza. "Sere basta studiare, parla con me" Quasi la implorò.
"In realtà converrebbe anche a te studiare un pochino. Male non ti farebbe." Rispose acida lei, tenendo gli occhi sulle parole fitte della pagina.
"A cosa ti serve studiare in questi venti minuti? Dai".
Lo ignorò.
"E DAI" riprovò Christian. "Ti prego considerami" provò di nuovo dopo essere stato ignorato di nuovo.
"Che palle, Chri" sbottò Serena chiudendo di colpo il libro. "Cosa c'è?"
Finalmente lo guardò negli occhi.
"Tuo cugino c'è alla festa stasera alla fine?" Parlò tutto di colpo senza riuscire a trattenere la lingua.
"Certo" sorrise lei. "Credevo ne aveste parlato voi due e che l'avesse pure scritto nel gruppo. Quello in cui l'hai messo tu a proposito".
"L'ho fatto perché sei una cugina tremenda"
"L'hai fatto perché ti andava di farlo e perché ti piace la sua compagnia, fesso che sei", alzò gli occhi la ballerina.
"È un crimine pensare che sia simpatico?" Cercò di sporgersi ancora di più con il viso tra i sedili.
"No, ma neanche essere un po' cotti lo sarebbe"
Arrivò così, come un fulmine a ciel sereno, la consapevolezza che la sua amica avesse intuito qualcosa.
"Prego?" si finse attonito il ragazzo riccio.
"Christian, la faccio breve perché mi manca un paragrafo da memorizzare. Ma da fuori è abbastanza palese come lo guardi. Soprattutto quando balla, o come sei quasi svenuto quando l'hai visto la prima volta".
"Non so di cosa parli" continuò sulla sua strada, preso completamente alla sprovvista.
"Smettila di fare il finto tonto, non c'è nulla di male. Dovrei essere io a offendermi che non mi hai detto che ti piacciono i ragazzi nonostante io sia una delle tue amiche più care"
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Stupido Clark Kent
Fanfiction"Tu sei la Kryptonite ed io uno stupido Clark Kent" Christian, un ballerino di hip hop di 18 anni, rimase folgorato dagli occhi azzurri di Mattia la prima volta che li vide. Si azzardò a tuffarvici dentro e mai avrebbe immaginato di trovarvi un inte...