Ventuno

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"Quindi tornerai a gareggiare?" L'indice di Christian si stava muovendo su e giù sul collo perlato di sudore di Mattia.

Se ne stavano seduti uno di fianco all'altro, la schiena appoggiata al grande specchio della sala da ballo, a concedersi il primo momento di pausa dopo un paio d'ore di prove.

I loro petti si alzavano e abbassavano seguendo lo stesso ritmo affannoso.

Avevano chiesto alla mamma del ricciolino di tenere aperta una sala solo per loro nonostante fosse estate, nonostante tutto il resto della scuola fosse occupata dai bambini dei campi estivi, impegnati in diverse attività ricreative.

Ottenere un sì era stata un'impresa, Anna ci teneva molto all'incontro con l'oratorio del paese in quanto, in cambio della disponibilità di quello spazio, ricevevano ogni anno l'auditorium della parrocchia per lo spettacolo di Natale.

Il figlio aveva dovuto sfoderare migliaia di "ti prego" oltre al suo sguardo da cucciolo, che sapeva avrebbe intenerito la madre, e la promessa che avrebbe stirato la montagna di vestiti riposti sulla cesta in lavanderia da giorni interi.

Il suo potere di figlio adorabile, ovviamente, vinse ancora, nonostante avessero ottenuto solamente l'unica aula senza aria condizionata.

"Se trovassi una compagna di ballo potrei anche risponderti di sì" la sua testa bionda si girò a guardare il protagonista, rivelando due profondi occhioni azzurri dall'aria stanca. "La mia si è trovata un altro partner da quando mi sono trasferito qui, e comunque non avrei più potuto provare con lei, ovviamente".

"Era carina?" Lo provocò finendo involontariamente su un altro discorso.

"Perché me lo chiedi?" Le labbra del latinista si aprirono in un ampio sorriso. Adorava vedere Christian ingelosito.

"Perché non mi hai risposto?" Lui invece era serissimo.

"Cosa vuoi che ti dica? Non penso di essere il più qualificato del mondo a mettere su una scala di bellezza una ragazza" Mattia rise di gusto. "È carina, oggettivamente, ma cosa mi può importare?"

"Dovrebbe importarti dato che lei aveva la fortuna di poter essere toccata da te"

"Perché, tu no? Non ti tocco abbastanza?" Il suo sopracciglio destro si alzò malizioso.

"Non intendevo quello" anche il tono del moro si fece scherzoso, ormai non riusciva più a tenere alzata quella facciata da finto geloso. Sapeva benissimo che tra lui e quella ragazza non ci fosse mai stato nulla, ma gli sembrava una scusa perfetta per farsi dire, per l'ennesima volta, che lui era il suo compagno di ballo preferito. "Intendevo nel farla volteggiare e.. boh, come lo dite?" Non sapeva niente di latino americano, dovette ammetterlo a se stesso con profonda amarezza.

"Non importa, ho capito" il biondino tornò a sembrare divertito da tutta quella situazione. "Mi piaceva ballare con lei" si alzò in uno slancio. "Abbiamo sempre avuto chimica, da quel punto di vista. Ma non è di certo la prima persona che sceglierei per ballare" guardò il suo ragazzo dall'alto, apprezzando la favolosa vista che aveva su una testa piena di riccioli corvini, spettinati in un disordine sublime.

Gli occhi castani di Christian si alzarono di colpo.

"E allora chi è?" Era di nuovo speranzoso, soprattutto quando la mano calda dell'altro ballerino si allungò verso di lui per invitarlo in una danza.

La afferrò impuntando i piedi per aiutarsi a sollevarsi.

Mattia gli fece fare una piroetta improvvisata, lasciandolo senza fiato.

"Ti devo rispondere?" Se lo tirò più vicino al petto.

I due piccioncini avevano ormai perso il conto di tutte le volte in cui erano finiti a flirtare invece di provare seriamente, ma era più forte di loro.

Stupido Clark KentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora