Capitolo diciassette

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EPILOGO


Note. E così conclusi anche questa storia con un capitolo davvero lungo. 
Questa era una storia basata sul... WHAT IF?

Cosa sarebbe successo se... non fossero tornati insieme prima della fine del 4° anno di Blaine?
Cosa sarebbe successo se Kurt avesse davvero dato una chance ad Adam?
E cosa sarebbe successo se Blaine fosse andato alla NYADA e non sarebbe mai riuscito a dimenticare Kurt?

Bhè... è successo tutto questo nella mia testa. E alla fine, purtroppo... si arriva sempre alla fine.

Buona ultima lettura, grazie per questo secondo viaggio nei ricordi.
Vale ♥


***


"Blaine sei sicuro?"

"Kurt sei sicuro?"

"Questo cambierà tutto."

"Sono sicuro."

"Sono sicuro."



***





Kurt Hummel aveva cominciato quell'anno scolastico, consapevole che tutto sarebbe potuto cambiare.

Un nuovo anno. Un nuovo inizio. Un nuovo... Blaine.

Aveva iniziato quel primo settembre di quel nuovo semestre, sapendo che ogni cosa costruita fino ad ora, sarebbe potuta finire, avendo lì, l'unica cosa capace di smettere una bugia durata per un intero anno.

E aveva camminato a testa alta, tra tutti quegli studenti, schiavi delle sue bugie, convincendosi che forse ci sarebbe potuto riuscire.

Che forse i suoi piani avrebbero potuto funzionare.

Non aveva idea che due stelle luminose, luccicanti come due intere pozze di vero oro, li avrebbero cambiati...

Per sempre.


***





"Kurt posso entrare?"

"Blaine posso entrare?"

"Devo parlarti."

"No."

"No."


***





Blaine Anderson quel primo giorno di scuola, aveva già capito che non ce l'avrebbe fatta.

Sapeva che avrebbe dovuto farlo. Sapeva che avrebbe dovuto imparare a fingere.

Sapeva che avrebbe dovuto continuare quel susseguirsi di bugie, dette anche a se stesso, soprattutto a se stesso, fingendo di non essere ancora completamente innamorato di colui che era stato l'unico vero amore della sua vita, prima che una notte di bugie rovinasse ogni cosa.

E non aveva avuto scelta.

Ma, non appena quel primo settembre, all'inizio della sua nuova vita, all'inizio quel nuovo anno, si fermò al centro di quel delirio, trovandosi intento a cercare l'unica cosa ancora capace di far battere il suo cuore, rimasto fermo per troppo tempo... lui aveva capito.

Aveva capito, fin da subito, che non ce l'avrebbe fatta.

Ma aveva voluto provarci.

Aveva voluto imparare a nascondersi, vivendo dietro una bugia. La più grande messa in scena di tutta la sua vita.

C'erano voluti mesi e mesi di totale convinzione per riuscire a farlo.

Per riuscire a credere di poterlo fare.

E per un solo, minuscolo, attimo si convinse di essere in grado di poterlo fare. Di poter continuare a vivere.

Non aveva idea che due pezzi di mare in tempesta, luminosi come due angoli di cielo, avrebbero fatto cadere ogni sua convinzione...

Per sempre.




***






"Bas, smettila. Mi stai facendo innervosire."


La mano che stringeva la sua, la strinse, scivolando tra le sue dita sudate e nervose, cercando di dargli conforto.

Picchiettò il piede sul pavimento, guardando quella porta, non avendo nemmeno idea se avrebbe avuto il coraggio di bussare.

Sospirò, perché credeva a questo punto di non poterlo fare.

Aveva rovinato tutto e lo aveva fatto solamente perché era un codardo.

E se avesse perso la sua amicizia per questa ennesima cazzata, si sarebbe sentito in colpa per il resto della sua vita.

Si voltò verso la persona che gli stava accanto, deglutendo e provando a respirare, non riuscendo davvero a capire.

Perché quando qualcosa sembrava andare così bene, lui riusciva a mandarne in frantumi un'altra, facendogli così tanto male?

Perché non poteva semplicemente smettere di rompere le cose che amava e iniziare a vedere sorrisi, piuttosto che fiumi di lacrime, spesi quasi sempre a causa sua?

Thad Harwood sorrise confortevole a Sebastian Smythe e piano le punte dei suoi piedi si alzarono, per riuscire a poggiare sua la fronte contro quella di Sebastian.

"Capirà. Se sono riuscito a capire io, lo farà anche lui." Sussurrò, in un sospiro, facendo chiudere gli occhi di Sebastian. "Non hai fatto niente di irreparabile. Hai soltanto scelto il momento peggiore per cercare di dargli la forza che gli mancava." Disse, facendo aprire gli occhi di Sebastian, che portò le mani ai suoi fianchi e lo strinse a sé, facendo luccicare i suoi bellissimi verdi occhi, tristi.

"Un po' come hai fatto con me." Disse, poi, Thad, stringendosi nelle spalle e ridacchiando un po'. "Hai soltanto un pessimo tempismo. Molto... pessimo."

Sebastian ridacchiò a sua volta, cercando di allentare la tensione e, tirando gli occhi al cielo a questa velata accusa, accarezzò la punta del naso di Thad con la propria.

"Ma tu ora sei qui." Sussurrò, sorridendo incredulo, facendo brillare ancora una volta i suoi occhi, come se ancora non credesse che potesse essere vero.

"Sono qui." Confermò Thad, sorridendo e annuendo felice. "E nemmeno lui andrà via."

"Si, ma tu mi ami." Suggerì Sebastian, soltanto perché gli piaceva sentirselo dire. E perché adesso, poteva sentirselo dire. "Lui, invece mi odia."

"Sì, ti amo." Disse Thad, che sapeva che Sebastian ancora voleva sentirlo, anche se gliel'aveva detto almeno ventidue volte nelle ultime quarantottore. E sì, le stava contando.

"E lui non ti odia." Continuò, poi, facendo sospirare Sebastian. "Ti vuole così bene che è riuscito a riportarmi da te." Disse, ripensando a quelle ultime ore e a quanto sarebbe stato stupido se non avesse dato ascolto al suo cuore.

E a Blaine. Soprattutto a Blaine.

Sebastian sospirò e poco convinto annuì, chiudendo gli occhi, poggiato ancora contro la sua fronte, sbuffando appena.

Non aveva idea di cosa dover fare.

Ma, adesso, grazie a lui, a quella persona così importante che stava soffrendo proprio dietro quella stupida porta, aveva Thad. E Thad sicuramente gli avrebbe detto come poter rimediare.

Perché, seppur in quell'istante aveva smesso di fidarsi persino di se stesso, avrebbe sicuramente dato la sua vita nelle mani della persona che nemmeno credeva avrebbe più rivisto e invece, di nuovo, gli stava illuminando la via.

Così, sospirando incerto, gli chiese ancora una volta dove sarebbe dovuto andare.

"Cosa vuoi che faccia?"

"Va a salvarlo, Bas. Come lui ha salvato me."

E quando Sebastian capì cosa lui stava cercando di dirgli, non esitò. Annuì e, dopo aver esitato un ultimo istante, bussò.

Se il vero amore aveva vinto anche con lui, avrebbe fatto in modo che anche il suo migliore amico amasse per il resto della sua vita.



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