CAPITOLO 1.

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Silvia

Mi sveglio di soprassalto.

Apro gli occhi a fatica: non vedo assolutamente niente... devo essermi addormentata con il trucco.

Riesco a scorgere qualche sagoma: mi trovo in un salotto a quanto sembra. Cerco di alzarmi. Mi fa male la testa, la sento pesante, mi gira tutto.

D'improvviso ricordo: la festa di compleanno di Gojo! Ma certo, devo essermi ubriacata come al solito. Cerco di aprire gli occhi un po' di più e di capire almeno dove mi trovo.

Sono distesa su un divano. Indosso solo il mio completo intimo.

Merda. Di nuovo. Non so come sia possibile ma per qualche strana ragione tutte le volte che mi ubriaco perdo i vestiti.

Sempre.

E il bello è che sono io stessa che li tolgo... solo che non riesco mai a ricordare né come né perché lo faccio.

Stupida.

Trovo accanto a me una specie di coperta intrisa di Vodka e briciole di patatine... meglio di niente. La prendo in mano e mi alzo: ora la vista si fa più nitida.

Noto un ragazzo davanti a me, che mi fissa con uno strano sorrisetto sulle labbra. È molto alto, indossa una maglia a maniche corte aderente e dei pantaloni di tuta grigi. Ha i capelli neri, di un nero così scuro e brillante che mette ancora più in risalto il suo viso, così pallido. Noto che ha una cicatrice al bordo del labbro, che lo rende ancora più misterioso e affascinante. I suoi occhi, però, sono la parte più magnetica: verdi e allungati, sono fissi su di me, scrutano ogni angolo del mio viso, del mio corpo.

Quando i nostri occhi si incrociano non distoglie lo sguardo: anzi, si appoggia con il braccio allo stipite della porta con aria di sfida e continua a fissarmi.

Non dice una parola. Mi guarda e basta.

D'improvviso mi rendo conto di essere seminuda e il mio viso avvampa: afferro la coperta e corro verso il bagno all'impazzata. Una volta dentro la prima cosa che faccio è guardarmi allo specchio: sono orribile. Il trucco degli occhi è colato, il rossetto si è sbavato su tutta la faccia. Che disastro.

In questo momento vorrei soltanto sotterrarmi, pensando alla figura appena fatta con quel tipo così affascinante. Non posso perdere la mia occasione. Devo rimettermi in sesto al più presto.

Mi strucco con un po' d'acqua e degli asciugamani, riprendo la coperta e corro in camera di Gojo. Lo trovo a dormire nel letto circondato da 3 ragazze completamente nude. Un classico. Piano piano mi avvicino al suo armadio e prendo una delle sue magliette, la prima che mi capita sotto mano, la indosso e torno in salotto.

Quel ragazzo non c'è più.

Ma no, non può essersene andato così, sarà sicuramente da qualche parte!

Comincio a vagare per la casa: sono tutti addormentati. Di lui non c'è traccia.

"Pazienza... se se n'è andato così significa che non gli interessavo poi più di tanto" sussurro a bassa voce.

Beh, come biasimarlo, conciata com'ero!

Guardo l'orologio: segna le 12. Ho ancora un po' di tempo.

Vado in cucina e trovo un pacchetto di sigarette: proprio quello che ci vuole dopo un risveglio come questo!

Ne sfilo una dal pacchetto, afferro l'accendino ed esco in cortile.

Fa freddo.

Avvicino la sigaretta alle labbra e la accendo.

"Le sigarette sono mie, ma serviti pure" sghignazza una voce in lontananza alla mia destra.

Mi volto di scatto.

Di nuovo lui.

Il ragazzo di prima.

Sta fumando anche lui, sorride. Sento ancora quei suoi occhi addosso, così penetranti.

Quella strana sensazione ritorna.

La sigaretta mi cade dalle dita e rimango immobile, paralizzata, a fissarlo senza dire una parola.



































NON GIOCARE CON IL FUOCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora