CAPITOLO 19. - PT.2

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Silvia

"Me lo dici o no dove stiamo andando?" Esclamo, mentre Toji mi trascina per la mano.

"Aspetta e vedrai."

In men che non si dica ci ritroviamo davanti alla porta d'entrata dell'Accademia.

"Che ci facciamo qui?" Domando, confusa.

Toji è immobile. Guarda l'entrata, in silenzio.

Una goccia di sudore bagna la sua fronte.

"Devo... vedere una persona."

Poi si rivolge a me, sorridendo. "E vorrei che la conoscessi anche tu."

Poi si avvicina alla porta, lentamente, e suona il campanello.

La porta si apre, e davanti a noi appare un uomo molto anziano.

L'uomo all'inizio ci guarda, con aria confusa. Poi, riconoscendo Toji, sgrana gli occhi.

"Ne è passato di tempo, nonnetto." Sorride Toji. "Non sei cambiato per niente."

"Vorrei poter dire lo stesso di te, Toji." Sussurra il vecchio, con i denti serrati.

"Che ci fai qui?"

"Voglio vedere Megumi."

Cala il silenzio.

L'uomo lo guarda a bocca aperta.

Toji sembra tranquillo, ma la sua mano destra trema. Me ne accorgo, e la stringo.

"Entra." Il vecchio si sposta dalla porta, per fare strada a me e Toji.

Megumi.

E così è venuto all'accademia per incontrare suo figlio.

Camminiamo lentamente, mano nella mano.

"Lo trovi in palestra. Si sta allenando." Sussurra il vecchio. Poi esce dall'accademia, chiudendo la porta.

All'interno dell'edificio tutto tace. Si sente solo il suono dei nostri passi, che rimbomba.

Arriviamo davanti all'entrata della palestra.

Il respiro di Toji si fa sempre più pesante, man mano che ci avviciniamo.

La sua mano, nella mia, non smette di tremare.

"Andrà tutto bene." Gli sussurro all'orecchio, stringendo la mano ancora di più.

"Non avrei mai avuto il coraggio di venire qui da solo. Grazie per avermi accompagnato." Risponde Toji.

All'interno della palestra, Megumi sta perfezionando la sua tecnica.

È sudato, stanco: probabilmente si sta allenando senza sosta da diverso tempo.

Ma non sembra darsi per vinto. Si capisce subito che è molto determinato.

Come suo padre, del resto.

Toji, alla vista di Megumi, sbianca e si blocca di scatto.

"Toji..." mi avvicino. "Và da lui."

Toji esita. Il tremore della mano si è diffuso in tutto il corpo.

Deglutisce a fatica, e la sua fronte si sta bagnando di piccole gocce di sudore. Cerca di calmarsi, respirando profondamente. Poi lentamente lascia la stretta della mia mano, ed entra nella palestra.

Megumi non si è ancora accorto di niente: sta continuando ad allenarsi senza sosta. Cerca di scagliare la sua energia malefica contro un fantoccio, ma non riesce a centrare l'obiettivo. Sembra molto infastidito, ma continua a fare tentativi.

NON GIOCARE CON IL FUOCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora