7 - Noi siamo con te

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PENELOPE

Dove comando sanno chi sono e anche nelle altre zone il mio nome è sulla bocca di tutti. Ed era ciò che volevo: tenere in alto il nome della mia famiglia.

Ho stretto alleanze con vecchie conoscenze di mio padre, e nel giro di pochi giorni ho fatto sapere chi sono. Da quando ho appreso il motivo per cui mi vogliono uccidere, e non penso sia solo Salvatore Ricci, sono sempre in allarme. Perché sarà anche vero che detengo metà città, ma è vero che dietro all'angolo ci sia qualcuno pronto a uccidermi. Non basta che ci siano i Di Salvo a difendermi, prima o poi, nel modo o nell'altro, mi troverò davanti alla morte.

A differenza di Salvatore Ricci, non prendo le zone altrui, ma bensì gli porto dalla mia parte in cambio della mia protezione.

E mi hanno riferito che l'idea che tutti sanno chi sono non gli è proprio andata a genio, pazienza almeno sa con chi a che fare.

Tra qualche ora dovrebbe venire un vecchio amico di papà, vorrebbe conoscermi e parlare su come fermare i Ricci.

Nel frattempo che i miei pensieri mi tormentano, la mia mente è anche concentrata sulla musica. Rimango ipnotizzata dal movimento delle mani di Filippo, per tutto il tempo che suona.

« È possibile che riesci sempre a farmi rimanere ipnotizzata? » chiedo mentre sospiro e alzando la testa.

« È possibile che me lo chiedi ogni volta? » chiede a sua volta scherzando, sorridendo.

« Hai talento » dico alzandomi dal posto e raggiungendo la finestra, guardando fuori.

« Qualcosa non va, Penelope » chiede con tono preoccupato, fermandosi.

« Anita ti avrà spiegato della mia folle idea » dico, girandomi verso di lui.

« Sì...devo dire che non ci avrei creduto » dice « pensavo che non volevi affare nulla a che fare » è vero, ma adesso le cose sono cambiate.

« E poi ho fatto una cosa...che i ragazzi non sanno » dico, sedendomi di nuovo accanto a lui, ho bisogno di dirlo a qualcuno dell'incontro. Nessuno dei Di Salvo lo sa, altrimenti sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale, e nemmeno gli altri ragazzi, solo Mimmo.

« Ho incontrato Salvatore Ricci...da sola » confesso.

Lui non dice nulla, resta nel più totale silenzio mentre una voce riconoscibile, quella voce che ogni volta mi rompe troppo le scatole. Si, proprio quella di Ezio.

« Lo sapevo che hai fatto qualcosa » dice, prendendomi dalle spalle e bloccandomi contro la libreria e facendomi male e aggiungendo: « ho capito tutto quando tu con noi non c'eri ».

« Sapevo come avreste reagito all'idea e tu soprattutto » dico cercando di liberarmi dalla sua presa.

« Pensi solo a questo? Come reagirei? » dalla voce posso dedurre che è irritato e incazzato.

« Sì, perché so come sei fatto e fammi un piacere di non dirmi che non gli avresti sparati » dico spingendolo finalmente lontano da me.

« E perché tu non l'hai fatto con delle persone che non c'entrano nulla » dice, colpita e affondata.

« Si sono trovate lì, in mezzo e poi dovevo trovare un diversivo per raggiungere i Ricci » dico, quelle poche persone sono sulla mia conoscenza, non è da me e non era nei piani.

« Certo, per arrivare a Salvatore Ricci, hai fatto sparare alle persone » dice Filipo, notando la delusione nei suoi occhi e andando via dalla stanza.

« Continua a fare sempre di testa tua » dice passando una mano tra i capelli, cercando di calmare la sua rabbia.

« Mi dispiace, ma dovevo farlo » dico « e poi so il motivo del perché mi vogliono uccidere o per meglio di Salvatore Ricci, lo vuole » finisco e noto che stringe i pugni, si siede sulla poltrona.

DINASTIE || Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora