11 - Gli occhi dell'assassino

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MARZO

CIRO

Sorseggio lo champagne dal calice tenendo allo stesso tempo gli occhi su Tony Castro.

Nonostante i Di Salvo e Penelope non sono ancora arrivati; sono qui da un po' di tempo a osservare ogni suo movimento.

Sono certo che prima o poi il suo lato sporco verrà fuori, e solo dopo Pietro potrà darmi ragione sulla fiducia data al portoricano. Scelta sbagliata.

Ma la ruota gira e ogni cosa ha il suo tempo.

«Ciro...» si avvicina Viola «che ci fai qui, da solo» chiede.

«Sai che questo tipo di cose non mi interessano» spiego, alzando le spalle indifferente e continuando a bere lo champagne.

«È vero, ma almeno concedimi un ballo» avvicinandosi ancora di più a me, appoggiandosi con il mento sulla mia spalla. Scuoto la testa in negazione. Un ballo, mai.

«Mi dispiace Viola, ma anche tu sai che non volevo venire».

«Posso sapere che cos'hai» allontanandosi di poco.

«Niente, solo...» mi fermo appena vedo papà salire insieme a Tony. E anche lei, Penelope.

PENELOPE

Il giorno tanto atteso è arrivato e no, non sto parlando del galà, ma bensì il momento in cui vedrò gli occhi dell'assassino.

In realtà è il "presunto assassino", perché ancora non so certa che possa esserlo. Dopotutto abbiamo solo iniziato; già abbiamo, come d'accordo, io e Ciro dovevamo vederci. Comunque dovremmo collaborare entrambi lo stesso, ed è strano dirlo.

Entrambe le nostre famiglie sono in pericolo; ed abbiamo un solo scopo in comune: Tony Castro.

«Allora scendi?» chiede impaziente Ezio, alzo gli occhi al cielo e scendo dalla macchina.

Ciò che mi si presenta davanti una villa, che si potrebbe paragonare ad un castello. Un giardino immenso e ben curato in ogni dettaglio, persino gli alberi sono un opera d'arte. Al centro una grande fontana. È bellissima in tutto il suo splendore, be'... è la villa dei Montecchio, cosa mai dobbiamo aspettarci all'interno?

Insieme ai Di Salvo proseguo per una decina di metri prima di arrivare davanti alle scale - e non sono poche - trovandoci poi alla porta d'ingresso. Proprio come avevo immaginato, questa villa è come un castello.

Un ragazzo - più o meno della mia stessa età - si avvicina col vassoio offrendoci lo champagne, cosa che non tardo a prendere con molto gradimento.

«Penelope» una voce femminile mi chiama, voltandomi a sinistra noto Taylor venirmi incontro.

«Ciao Taylor» la saluto abbracciandola, non sapevo che anche lei fosse stata invitata.

«Tesoro sei bellissima, questo vestito sta d'incanto» facendomi girare intorno a me stessa.

Il vestito che ho indossato apposta per il galà, non è niente meno che semplice in realtà. Nulla a che vedere con gli abiti da principessa. Queste cose non fanno per me.

«Tu invece sei impeccabile» commento osservando il suo vestito. Un abito lungo verde smeraldo, con il cinturino di diamanti e le maniche lunghe e larghe alla fine.

«Possiamo parlare in privato...» guardando Wanda con poca simpatia, deduco che tra loro due non scorra del buon sangue.

«Si, andiamo» acconsento mettendoci in un angolo, di modo tale che nessuno ci ascolti.

DINASTIE || Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora