30. Calore

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[Qui per dirvi che questa smut sarà meno delicata dell'altra, penso sia la prima volta che scrivo qualcosa di così...EH, qualcosa di così. Spero vi piaccia! Buona lettura.]

[Pov Katsuki]

Katsuki si appoggiò con le mani al lavandino della cucina stringendo le dita sul bordo, le nocche gli diventarono bianche e chiuse gli occhi  mordendosi le labbra, sentì il sapore metallo del sangue entrargli in bocca. Calmati. Cazzo, calmati. Fece un profondo respiro e si piegò in avanti trattenendo un grido di frustrazione. L'odore di Izuku tempestava la casa e i suoi stessi vestiti. L'aveva portato via dalla festa il più velocemente possibile, e ora il verdognolo si trovava in camera mentre lui tentava con ogni sforzo di non dare di matto.

Non riusciva a controllarsi, il suo cuore batteva all'impazzata pompandogli il sangue nelle vene, che scorreva come un fiume in piena rendendole visibili sotto pelle, quella stessa pelle ricoperta da piccole gocce di sudore. L'aroma di Izuku bastava a far sì che il suo membro si eccitasse, e questo non gli piaceva. Non voleva comportarsi come un animale, una volta lucido non se lo sarebbe mai perdonato. Tu ce la puoi fare, tu ce la puoi fare. Cazzo. Diede un calcio in avanti e lo sportello sotto al lavandino si ruppe, i pezzi di legno si sparsero sul pavimento. Merda.

Si era preparato per quella situazione, aveva anche chiesto consigli a suo padre. Ora però tutto sembrava sfumato. La mente avvolta da una nube fitta, in grado di cancellare i suoi pensieri e far emergere il suo lato animalesco. Katsuki si piegò cadendo sulle ginocchia, le mani strette ancora al bordo del lavandino con le unghie che graffiavano la plastica. L'odore di Izuku più imponente, più succulento. Cazzo. Il biondo si diede uno schiaffo da solo e perse l'equilibrio ritrovandosi seduto.

«Kacchan?»

La voce ovattata del verdognolo risuonò per tutta la casa, probabilmente lo stava chiamando dalla camera.

«Vieni qui, per favore

Bakugou si alzò di scatto da terra, calpestò i pezzi di legno e nel raggiungere il corridoio perse le ciabatte che fino a poco prima aveva ai piedi. Arrivò sulla soglia della porta, dove si trovava la loro camera da letto. Nell'oscurità i raggi della luna filtravano dalla finestra illuminando la figura di Izuku. Era sdraiato sul materasso con in dosso solo le sue mutande. Il petto gli si alzava ed abbassava velocemente mentre piccole gocce di sudore gli ricoprivano ogni lembo di pelle. Si stringeva vicino al naso una felpa di Katsuki, il suo corpo tremava emanando un calore anomalo. Aveva lo sguardo bisognoso, la bocca umida e le guance arrosate. I suoi occhi smeraldo si soffermarono su di lui, e il biondo si leccò le labbra.

Con uno scatto felino raggiunse il materasso, ci puntò le ginocchia contro strappandosi la maglietta di dosso, che lanciò in brandelli da qualche parte nel buio. Lo voglio. Più lo guardava, più il desiderio di farlo suo dominava i gesti del suo stesso corpo. Era come una droga. Si avvicinò togliendo ad Izuku la sua felpa.

«Non hai bisogno di questa.»

Si infilò in mezzo alle sue gambe e gli afferrò i capelli piegandogli leggermente la testa di lato, azzannò la sua carne conficcandoci i denti. Il sangue gli entrò in bocca, aveva un sapore dolciastro. Izuku gridò sotto di lui, e si aggrappò al suo corpo spingendo il bacino vicino al suo ventre. Dio... Lo lasciò andare e scivolò verso il basso raggiungendo il fianco sinistro, dove lo morse di nuovo. Era come se il suo istinto gli dicesse di renderlo suo, di lasciare ogni sua traccia ovunque. Il verdognolo allungò una mano sul cuscino e strinse il bordo piegando un poco il capo all'indietro. Piccole lacrime scesero dagli angoli dei suoi occhi, ma non sembrò provare dolore, anzi.

Bakugou gli afferrò le mutande e gliele sfilò lanciandole via, subito si fiondò sull'interno coscia di Midoriya, e vi lasciò un ennesimo morso. Prese con le dita i suoi glutei tirandolo verso il basso, si ritrovò il viso di Izuku ad un soffio dal proprio. Le guance completamente bagnate e gli occhi color smeraldo lucidi, gonfi. Che cazzo sto facendo? Con uno scatto si allontanò strisciando fino al bordo del letto, dove strinse le lenzuola nei palmi. Sentì il sangue scivolare sotto il suo mento, e con le palpebre sgranate fissò il verdognolo. Il corpo ancora tremante ora ricoperto di morsi. Non voglio fargli male. Non voglio.

Bakudeku [Omegaverse] •Chained•Where stories live. Discover now