CAPITOLO CINQUE

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"TI HO TROVATA FINALMENTE"

"Ciao. Tu sei Ben giusto?" Il ragazzo alzò lo sguardo e mi osservò. "Si, sono io. Tu sei la nuova arrivata, vero? Non ho ancora avuto il privilegio di conoscerti". Il ragazzo si alzò, prese la mia mano e se la portò alle labbra lasciandole un tenero bacio sul dorso. Sorrisi timidamente. "Allora, come ti trovi qui nella Radura?". "Beh, mi sento ancora un pó fuori posto sinceramente, ma mi sto ambientando". Calò un silenzio imbarazzante per qualche secondo, finché non mi decisi a parlare di nuovo. "Così...tu sei un Velocista, giusto?". Mi maledetti mentalmente per aver fatto una domanda così stupida, ma era la prima cosa che mi era venuta in mente. "Oh, ehm...sì, sono uno dei Velocisti"- disse il ragazzo grattandosi il capo imbarazzato. In quel momento notai un piccolo, ma importante particolare in lui. Notai che portava un bracciale di cuoio nero che era spaventosamente simile al mio, sul polso destro. Sbarrai gli occhi e aprii leggermente la bocca stupita. Sentii la gola diventare improvvisamente secca, impedendomi di spiccicare una sola parola. "Hey, va tutto bene?"- chiese il Velocista visibilmente confuso da quella mia reazione improvvisa. Afferrai velocemente il suo braccio, ignorando completamente la sua domanda. Il ragazzo mi guardò ancora più confuso di prima, ma mi lasciò fare. Alzai leggermente l'orlo della manica della sua maglietta, scoprendo il bracciale del tutto. Non appena lo osservai meglio, mi si mozzò il respiro. Sul bracciale c'era inciso un nome... il mio nome. "Che c'è? Qual è il problema?"- chiese Ben. Alzai lo sguardo verso il ragazzo che adesso aveva un'espressione chiaramente preoccupata. Afferrai l'orlo della manica della maglia di Newt e la arrotolai a metà avambraccio. Ben impallidì di colpo e senza esitare un secondo di piú, afferrò delicatamente il mio polso per osservare il mio bracciale. Non appena gli occhi del ragazzo incrociarono i miei, non riuscì a trattenere una lacrima di gioia e un sorriso che andava da un orecchio all'altro. "Mara?"- disse il Velocista sorridendomi. Annuii senza riuscire piú a trattenere le lacrime. Ben si avvicinò e mi strinse forte a sé accarezzandomi i capelli. Ricambiai l'abbraccio sospirando accorgendomi, solo in quel momento, di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo. "Ti ho trovata finalmente"- disse lui stringendomi ancora di più a sé. Restammo abbracciati per un tempo indefinito. "Che sta succedendo qui?". Sciolsi l'abbraccio con Ben e vidi Newt e Minho osservarci confusi. "Che è successo? Perché sta piangendo?"- disse Newt guardando Ben in cagnesco. "Va tutto bene Newt, sto bene. Questo é un pianto di gioia"- dissi asciugandomi le lacrime col palmo della mano. "Credo che ci dobbiate delle spiegazioni ragazzi"- disse Minho guardando sia me che Ben. Spiegammo loro cosa avevamo scoperto. "Wow"- commentò Newt. "Quindi vi conoscevate già prima della Radura". "Si, sembra proprio di sì"- rispose Ben. "Sapete ragazzi, ora che vi guardo meglio e siete uno di fianco all'altro, devo dire che vi assomigliate parecchio. I vostri lineamenti sono molto simili"- disse Minho. "Aspetta...non sarete per caso-". "Fratelli"- dissi completando la sua frase. "Ben, siamo fratello e sorella". Mi voltai verso di lui. "Non posso credere di avere una sorellina"- disse Ben stringendomi nuovamente a sé. "Sappi che non ti lascerò andare mai piú". "Nemmeno io"- dissi ricambiando il suo abbraccio. Io e Ben passammo tutto il pomeriggio insieme. Dopo aver raccontato il tutto anche ad Alby, lui acconsentì a lasciare il pomeriggio libero ad entrambi, così avremmo potuto conoscerci meglio. Trascorremmo quasi tutto il tempo sulla Torre a parlare per ore, così da recuperare il tempo perso. Ben era davvero un bravo ragazzo. Mi raccontò del giorno in cui era arrivato nella scatola, di come si era trovato nella Radura, di come era diventato Velocista. Mi confidò persino di avere una passione segreta per il canto. "Dai fammi sentire qualcosa"- chiesi curiosa. "Assolutamente no. Mi prenderebbero tutti in giro". "Beh, come prima cosa, siamo soli soletti qui sopra e seconda cosa, puoi fidarti di me. Non lo dirò a nessuno, giuro"- dissi portandomi una mano sul cuore. "Sappi che la mia risposta é sempre no". "Eddai ti prego, fallo per la tua sorellina"- dissi tirando in fuori il labbro inferiore. "Sei perfida, lo sai?". "Si lo so, mi tiene sveglia la notte"- lo stuzzicai . Lui mi afferrò la testa scompigliandomi leggermente i capelli. "D'accordo piccola peste, ma canterò solo un piccolo pezzo di canzone e solo per te". "Mi sento onorata". Ridemmo entrambi e poi lui incominciò a cantare. 

THE MAZE RUNNER STORYWhere stories live. Discover now