9

70 12 2
                                    

Dopo quella serata scombussolata e la confessione insolita di Historia, Eren si sedette sul letto e guardò le bozze che stava scrivendo.

Cosa avrebbe dovuto fare? Aveva promesso che non avrebbe scritto la storia. Dall'altro canto, non potrebbe scriverla a prescindere senza alcun informazione veritiera.

Quindi ciò che gli raccontarono fu tutto falso? Perché Historia ci teneva a precisarlo? Che motivo avevano di mentire e spaventarli con storie false?

Quindi, a chi doveva credere? Cosa avrebbe dovuto fare? Indagare per conto suo? E se poi le voci fossero vere? Avrebbe messo in pericolo le vite di Armin e Mikasa.

"Eren vieni a dormire?" chiese Armin dietro di lui, seduto nel letto con le coperte sulla gambe. Eren sussultò e si girò verso di lui.

"sì, scusami" borbottò e si sedette, senza sdraiarsi. Decise di pensare domani alla faccenda, poiché non aveva le forze necessarie per pensare ancora alla storia. Ci aveva pensato fin troppo e dopo questa serata, sentì il bisogno di una pausa.

"soffrirai senza la scrittura?" chiese Armin ad un tratto, desiderando capire cosa provasse.

Eren rialzò lo sguardo e ci pensò per qualche secondo, poiché una situazione del genere non gli era mai capitata.

"non quanto soffrirei se ti capitasse qualcosa" rispose sincero, certo solo di ciò. Avrebbe rinunciato a tutto per lui, anche alla sua passione più grande.

"sei sempre così romantico" borbottò Armin ridacchiando e guardò le loro mani vicine sul lenzuolo del letto.

"è la verità, lo sai quanto ti amo" ribatté Eren, guardando Armin arrossire leggermente e ricordò che non aveva ancora ricambiato il suo 'ti amo'.

"come ti senti?" chiese dopo poco, un po' preoccupato che stesse ancora male.

"bene, il tè di Mikasa ha aiutato" spiegò e ricordò che mentre lo sorseggiava con calma, sentì Mikasa sgridare di santa ragione Eren per aver messo a disagio gli ospiti e loro due.

"ne sono felice" disse sollevato. "mi dispiace ancora" continuò e strinse la sua mano, sperando non lo respinse.

"tranquillo, in fin dei conti Reiner aveva ragione:non ti saresti arreso prima di scoprire la verità" ribatté Armin cosciente della sua determinazione e Eren sollevò la mano che teneva stretta.

"immagino sia una cosa da artisti" commentò Eren ironico, posando un bacio sulle dita fredde di Armin.

"o da pazzi incoscienti" ribatté Armin ridacchiando e Eren accennò un sorriso divertito, contento che l'atmosfera fosse più leggera e serena.

Sciolse la loro breve stretta di mano e la posò sulla sua guancia, incantato dai suoi occhi celesti e limpidi come il cielo.

"però è vero che ti amo più di ogni altra cosa, più della scrittura" continuò riprendendo il discorso di prima per fargli capire che fosse stato sincero e Armin sussultò, intrappolato dai suoi occhi amorevoli e della sue dita dal tocco delicato. Si sarebbe fatto coccolare per l'eternità da Eren, non ne avrebbe mai avuto abbastanza e egoisticamente sperò che continuasse a guardarlo in quel modo.

Armin non era bravo con le parole come Eren. Non poteva far provare nulla ad Eren con le sue misere parole, né esprimergli la sua gratitudine per ciò che gli faceva sentire.

Le cose che provava grazie ad Eren erano troppe e inspiegabili, non le avrebbe mai provate con un'altra persona e Eren glielo leggeva benissimo in faccia, lo faceva apposta per tenerlo stretto a sé e non rischiare che si innamorasse di un'altra persona. Però lo facevano sentire vivo, parte del mondo che nella realtà lo ripudiava.

Piangere, sorridere o innamorarsi per le sue parole lo facevano sentire parte di quel mondo che gli era sempre stato estraneo, che lo guardava con disprezzo.

In che modo poteva far battere il cuore di Eren come faceva a lui? Le sue parole scontate e pietose erano sufficienti per Eren? Se si fosse innamorato di un'altra persona migliore di lui?

Prima di poter dire qualcosa, si fece rapire dai suoi occhi luminosi che lo osservavano, dalle sue labbra sulle sue, sulla sua pelle che rabbrividiva sotto i suoi baci caldi e dalle sue mani desiderose di scoprirlo mentre il fiato gli si mozzò.

Armin riuscì a sentire i battiti del cuore così violenti persino rimbombare nella mente e si chiese se Eren riuscisse ad udirli, se amasse anche quelli di lui, se fossero abbastanza per dimostrare ciò che provasse senza dover usare delle goffe parole.

Ormai nudo con corpo e con l'anima non provò lo spiacevole freddo di quella stagione o della sua tristezza e sperò che le sue parole fossero soddisfacenti.

"ti amo" sussurrò tra un bacio e l'altro, un po' gli uscì con voce rauca e temette che non l'avesse sentito. "ti amo" ripeté, stavolta più chiaramente anche se Eren l'aveva già capito la prima volta e da sempre.

Eren sorrise avidamente, accarezzando il suo collo col pollice e guardando le sue guance diventare rosse. Desiderò che lo ripetesse di nuovo, poiché era una meraviglia sentirlo proprio dalle sue labbra.

Quel sorriso confuse Armin e si chiese come potesse bastargli una dichiarazione così brutta. Iniziò a sentire i brividi di freddo e le proprie insicurezze farlo sentire a disagio sotto gli occhi di Eren.

Posò una mano sul suo petto, non sapendo se farlo spostare o no e rischiare di rovinare tutto.

"pensi davvero che non mi basti?" chiese Eren, capendo cosa stesse pensando e Armin sussultò.

"non lo so, ti basta?"

"sottavaluti ciò che provi per me? È buffo che lo sappia meglio io che tu" spostò la mano dal collo a dietro il suo orecchio, potendo toccare i suoi capelli e il suo viso.

"penso solo di non essere bravo come te a dimostrarlo" confessò Armin, distogliendo lo sguardo e lo sentì ridacchiare.

"scherzi? Io non ho altro che le parole" ribatté Eren e Armin fece una smorfia infastidita, chiedendosi se lo stesse prendendo in giro.

"embè?"

"non so far altro, sei tu quello dai mille talenti e che sa dimostrare che mi ama"

"non svalutarti:le parole che usi per me sono indescrivibili, hanno un tale effetto su di me che non puoi immaginare" ribatté, abbassando le mani dal suo petto e Eren accennò un sorriso gentile, capendo che ne fosse ancora ignaro.

"ciò che ti scrivo è semplicemente quello che tu fai provare a me" spiegò in breve, pensando che non glielo avrebbe mai rilevato.

Armin sgranò gli occhi sorpreso e credette stesse solo mentendo.

"io?"

"tu, proprio tu"

Non riuscì a comprendere quella realtà sconosciuta e Eren sapeva che prima o poi l'avrebbe scoperto da solo.

Lo baciò, stanco di parlare e Armin sembrò d'accordo.

Furono molto silenziosi, si sentì solo il loro vecchio letto muoversi di tanto in tanto.

Nell'unico angolo di mondo in cui erano al sicuro saziarono il loro desiderio di sentire il corpo dell'altro, il respiro dell'altro, l'anima dell'altro e si innamorarono a vicenda un po' di più.

"ti amo" se lo ripeterono a vicenda più e più volte, tra un sospiro e l'altro, come i loro nomi.

Il cielo notturno pieno di stelle divenne un altro testimone silenzioso di Eren che non avrebbe spifferato nulla al mondo. Al contrario dei raggi inopportuni del sole che il mattino seguente colpirono i loro visi assonnati, come le fiaccole delle guardie, e esposero al mondo intero il loro atto impuro.

dialoghi con la Morte//ereminWhere stories live. Discover now