66

22 6 0
                                    

Fu la prima e probabilmente unica volta che Eren dovette cercare Morte, il primo incontro non organizzato da lei. Era chiaro che avesse da fare e non potesse incontrarlo, ma ad Eren non importò e la cercò da solo.

Riuscì finalmente ad imbattersi in lei, seduta alla loro solita panchina e la raggiunse a passo svelto.

Si mise davanti a lei, aveva il fiatone per aver girato in ogni angolo della zona e la guardò accennare una risatina. Eren era teso, l'intero ambiente sembrava in un clima di tensione e non gradì la reazione di Morte.

"ti mancavo? Scusami se non mi sono fatta vedere, avevo un po' da fare" spiegò lei e Eren non seppe dire se stava facendo la parte dell'ignara o lo fosse davvero.

Quando riprese fiato, sputò il rospo.

"non prenderti Armin, perfavore. Non fargli questo, non farmi questo" disse, sapendo che era l'unica a poter salvare Armin. Buffo da parte sua, poiché era lei ché glielo stava portando via.

Vide Morte accigliarsi con aria severa, sapeva già che avrebbe dovuto insistere e starle tra i piedi fin quando non avrebbe ceduto.

"sospettavo mi cercassi per questo" commentò Morte, tranquillamente. Eren si sentì preso in giro, ma continuò.

"farò qualsiasi cosa mi chiederei! Sono disposto a prendere il suo posto, non mi importa!" esclamò sincero, ricordando ciò che gli disse Armin quel giorno. Era pura cattiveria ciò che gli era capitato e guardò Morte con aria supplichevole, sperando potesse capire.

Ma Morte non comprese, non aveva capacità empatiche sennò avrebbe dovuto fare favoritismi a tutti gli abitanti del mondo.

"sai che non funziona così" ribatté lei, calma come al solito. Anche quando Eren si inginocchiò ai suoi piedi, non provò stupore. Semplicemente Eren si aggiunse alla lista di persone che si erano inginocchiate per lei in segno di devozione o di supplica.

"lo sai che non se lo merita, c'è tanta gente cattiva che non merita un posto sulla Terra!" tentò di convincerla in un altro modo. Morte non abboccò, era un metodo ripetitivo che non le faceva provare alcuna pena o ripensamento. "prendi me! Posso farti compagnia in eterno! Tutto quello che vorrai!" non sapeva se funzionasse veramente così il dopo la morte. Semplicemente farneticava qualsiasi cosa. Neanche stavolta Morte abboccò. L'ennesima supplica già sentita.

"sii più originale" commentò sotto voce, nonostante non desiderasse che lo supplicasse.

Chinò il capo, poggiò i gomiti a terra, giunse le mani in preghiera e continuò a sbraitare tutto ciò che poteva voler sentire per convincersi.

"scriverò solo su di te e elogierò le tue gesta! Lo pubblicherò e tutti sapranno quanto è grande la tua benevolenza, il tuo onore! Smetteranno di avere paura di te!" promise cose che non si sarebbero mai realizzate, perché le persone continueranno a temere la presenza di Morte.

"ti stai rendendo patetico, già sai che non cambierò una morte che è già stata decisa" dichiarò mettendo le cose in chiaro e Eren chiaramente non fece attenzioni alle sue parole.

Rialzò il capo e i gomiti, mostrandosi in un punto di pianto.

"ti sto supplicando, è l'unica cosa che ti chiedo!" esclamò Eren, chiedendosi perché le costasse così tanto. Le aveva pure proposto di fare a scambio con la vita di Armin! Non ci avrebbe perso niente!

"ti consiglio di goderti gli ultimi suoi respiri, invece di perdere tempo a pregarmi" disse Morte, raggiungendo il suo limite così come Eren che perse la pazienza con quel consiglio di cattivo gusto. Lo stress di quel periodo assieme all'ingiustizia che colpì l'amato si mischiarono e esplose.

"perché non puoi salvarlo?! Sei crudele, come ti hanno sempre descritta!" disse, alzandosi da terra e accennò una risata nervosa. "prima ti sei presa i miei genitori e ora vuoi Armin! Sei avida! Ingorda! Perché mi togli tutti quelli che amo?! Sai cosa ho passato in questi anni!" iniziò a pentirsi di averle dette così tante cose, pensando fosse una buona amica, una consigliera, una figura materna che ironicamente sostituì quella che si prese. Si era fidato nonostante sapesse chi fosse e ci andò a perdere, nuovamente. Aveva perso così tante persone in quei anni:il loro gruppo di amici che si separò, Reiner con la sua vera natura, Ymir e Historia che dovettero fuggire, la sua scrittura che via via stava sempre più morendo e ora Armin. La prossima volta chi avrebbe perso?! Mikasa! Sarebbe rimasto da solo.

Morte si accigliò, prendendo quella valanga di insulti che tutti gli uomini le scagliavano contro. Non era sorpresa che anche Eren si comportasse così. Ma si innervosì per quelle accuse che sicuramente erano vere, ma Eren sapeva a cosa andava in contro quando si incontrarono e voleva conoscerla a tutti i costi.

"lo fai perché non scrivo più di te?! Non ti dò più attenzioni?! Perché mi sono concentrato su Armin?! Per questo me lo vuoi portare via?! Per ripicca?!" continuò Eren, non rendendosi conto di quante sciocchezze incominciò a dire e che scatenarono la furia di Morte.

"credi che la morte di una persona avvenga per questa ragione? Per un mio capriccio personale? Non sono mica come voi umani!" ribatté in tono severo, non le piacque le accuse che le scagliò contro. Eren sapeva appena un minimo del modo in cui agiva.

"se è vero o no, non mi importa! Ma è palese che non vuoi aiutarmi! Io mi sono fidato di te, credevo fossi mia amica!" esclamò Eren. Poco dopo aver detto quelle cose, cominciò a credere che così stava peggiorando la situazione, quando Morte si alzò e lo fulminò con uno sguardo che mai prima d'ora aveva visto sulla sua faccia. Uno sguardo inferocito, potente che trasmise ad Eren puri sentimenti di terrore per sé stesso. Non aveva mai provato paura della morte, di Morte.

"amica? Tu sei un presuntuoso! Quanta importanza ti dai! Io non mi curo né di te né degli altri essere viventi, faccio solo il mio lavoro!" stavolta fu Morte ad alzare il tono della voce e in pochi secondi distrusse tutto l'illusorio rapporto che aveva con Eren. La sua rabbia spaventò non solo Eren, ma anche gli animali e le piante nei dintorni che sentirono la sua presenza così furiosa e vicina e temerono che volesse colpirli uno ad uno. "tu sei un essere vivente come tutti gli altri e io sono indifferente alla tua sorte!" disse, non dispiacendosi o pentendosi della verità che disse. Eren sussultò, non potendo credere che per tutto quel tempo per Morte non era stato neanche vicino ad essere suo amico. Indietreggiò di qualche passo per starle lontano e tutte le sue certezze crollarono, come un misero castello di carte.

Morte agli occhi di Eren diventò un essere cattivo, responsabile e indifferente rispetto alla sofferenza dell'uomo. La vide come la vedevano tutti gli altri esseri viventi.

"stammi lontano!" iniziò ad urlare, condizionato da una paura totalmente sconosciuta nei confronti di Morte. Quest'ultima riacquistò velocemente la calma per non creare squilibri inaspettati e guardò Eren indietreggiare e dimenare le braccia come se fossero dei serpenti."vattene via!" continuò, non togliendole gli occhi per paura di un suo movimento improvviso. Non voleva più averci a che fare. Morte continuò ad osservarlo con aria fredda, seria da non permettergli di capire a cosa stesse pensando.

Tolse lo sguardo da lei per una paio di secondi, quando finì con la schiena contro un albero. Temendo fosse qualcun altro si girò e vide la corteccia. Girò il capo nuovamente verso Morte, ma di lei non c'era più traccia. Se ne era andata.

Sentì il suo cuore velocissimo e gli mancò il fiato. Tentò di calmarsi e fece un respiro profondo.

Si maledì per essere cascato nella finta gentilezza di Morte. Eppure sapeva da sempre i rischi, che da lei non ci si poteva aspettare nulla di positivo.

dialoghi con la Morte//ereminWhere stories live. Discover now