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Iris

Il Nowhere, come aveva potuto constatare Jeongguk da quando l'aveva scoperto, era un posto magico, più magico del Paradiso o di qualsiasi altro mondo parallelo esistente nella miriade di libri che aveva letto. E non aveva scoperto neanche un quarto di ciò che c'era da scoprire di quel posto! Ma era piuttosto tranquillo dal momento che avrebbe avuto tutta l'eternità davanti.

Quel posto lo rendeva felice, così felice che ormai aveva smesso di preoccuparsi di contare i giorni da quando era arrivato in paradiso: per quanto lo riguardava potevano essere già passati vent'anni e a lui, francamente, in quel momento non interessava. Solo relativamente. Da quando aveva iniziato a considerarlo il suo posto felice si sentiva appagato, come se avesse raggiunto solo a quel punto la pace dell'anima.

Solitamente stare da solo non gli piaceva molto, forse perché non lo era mai stato neanche per un secondo da quando era nato, ma la solitudine lì lo rilassava. Si stendeva sotto il platano orientale, guardava il cielo attraverso le foglie, giocava con i raggi solari, osservava le rane nel laghetto e riposava. Chiudeva gli occhi e sentiva i rumori che si liberavano attorno a lui: dal cantare degli alberi nella foresta fitta al cinguettare degli uccelli.

C'era da dire, tuttavia, che gran parte del tempo trascorso lì non lo aveva di certo passato da solo. La conoscenza con Taehyung era andata avanti e doveva ammettere che la sua compagnia a volte non era poi così frustrante ed imbarazzante. Poteva anche azzardarsi a dire che era simpatico quando, ovviamente, si dimostrava intelligente e non ragionava solo con ciò che aveva tra le gambe. Non era così ingenuo da definire ciò che avevano, qualsiasi cosa fosse, amicizia ma era qualcosa. Entrambi erano consapevoli, seppur non avendone mai parlato ad alta voce, di essere legati in qualche maniera. Era un rapporto totalmente diverso da quello che aveva con Bethel ed era palese. Forse si avvicinava a quello che aveva con Luke? O forse si differenziava da tutti i rapporti che aveva avuto fino a quel momento. Niente che potesse o volesse definire speciale, solo diverso.

Era divertente vedere come il biondo si irritasse visibilmente quando tentava di utilizzare i poteri su di lui senza successo, ed era piacevole quando riuscivano ad avere una normale conversazione come due persone ̶ anime ̶ normali, per quanto potessero essere normali. D'altro canto a volte provava un irrefrenabile desiderio di prenderlo a schiaffi quanto si allargava eccessivamente con quelle sue battute orrende che come faceva a pensare anche solo lontanamente che avrebbero potuto fare effetto?

«Mi stavi aspettando?» Jeongguk trasalì e si mise seduto in un secondo non appena sentì la voce baritona di colui che, sì, in quel momento stava popolando i suoi pensieri. Aprì gli occhi e si ritrovò davanti il volto ghignante di Taehyung che aveva le mani nascoste in un maglioncino beige. Era la prima volta che gli vedeva addosso qualcosa di un colore che non fosse di un colore troppo scuro. Gli stava bene.

Si tolse una cuffietta dall'orecchio e portò lo sguardo nei suoi occhi chiari che lo stavano scrutando con quel solito pizzico di malizia, divertimento e anche una sorta di vivacità che aveva iniziato a caratterizzare il suo sguardo negli ultimi tempi. «No, come hai potuto vedere ero perfettamente rilassato, perso nel mio mondo.»

Angel with a shotgun | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora