열네

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----------------------Sorriso di lucciole

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Sorriso di lucciole

Atterrò sul terreno arenoso del Nowhere ̶ dove stranamente era davvero notte fonda ̶e calciò un sassolino di media grandezza che aveva trovato tra i piedi. Grugnì iniziando a camminare ovunque nel perimetro della "spiaggia" tracciando un percorso confuso. Perché nessuno si degnava di tenerlo al corrente delle cose? Probabilmente anche coloro che erano arrivati quella stessa mattina in Paradiso sapevano tutto. Era l'ultimo arrivato del gruppo ma questo non significava che doveva essere tenuto all'oscuro di tutto!

Se c'era qualcosa di significativo che non andava in lui, aveva il diritto di saperlo! Non aveva mai preteso nulla, quando gli avevano detto di non farsi troppe domande non le aveva fatte perché «è il Paradiso, molte cose non hanno risposte.» Ma lui era il protagonista di quella situazione e meritava di sapere.

«Ugh! Non posso crederci!» Sbottò all'improvviso, passandosi più volte le mani nei capelli scompigliandoli completamente. Fece un giro su se stesso per tirare un calcio ad un altro sassolino ma si bloccò con il piede sollevato a mezz'aria: davanti a lui, con le mani nelle tasche ed un sopracciglio inarcato, c'era Taehyung.

«Hai finito?» Jeongguk posò il piede a terra, ritirò le ali e rimase a guardarlo scettico.

«Dovrebbe essere notte fonda, perché sei qui?» Si sarebbe aspettato una risposta da copione come: "Non ti hanno insegnato che non si risponde ad una domanda con una domanda?" o ancora "Potrei chiedere la stessa cosa a te". Invece, Taehyung scrollò le spalle e rispose.

«Ho avvertito una vampata di collera invadermi i sensi e di certo non era mia. Non mi aspettavo fosse neanche tua ad essere onesti, non è un'emozione che si addice ad un angelo bianco.»

L'altro sentì le orecchie diventare rosse, abbassò lo sguardo e fece qualche passo avanti per raggiungerlo. «Mi dispiace avertelo fatto sentire, non volevo. Non so come funzioni questo legame, ma ad ogni modo mi dispiace. Non dovevi venire qui. E come sapevi che sarei venuto qui?» Borbottò una sfilza di parole, aggrottando la fronte e guardando scettico il biondo.

Gli occhi del ragazzo fecero un movimento impercettibile: si spalancarono di poco per un solo secondo e si morse l'interno guancia per essere stato preso alla sprovvista. «Sapevo che saresti venuto qui. Perché se-» si schiarì la voce guardando altrove, colto da un improvviso imbarazzo «se sei anche un minimo come credo che tu sia...hai trovato in questo posto qualcosa che ti fa sentire a casa e si sa che quando si provano sentimenti così forti vuoi solo...andare a casa.»

Jeongguk trattenne un piccolo sorriso che si manifestò in un guizzo delle labbra verso l'alto. Delicatamente con l'indice gli toccò giocosamente il fianco, lo sentì sussultare a quel gesto ma non lo vide spostarsi. «Come credi che io sia, eh?»

Taehyung gli lanciò un'occhiataccia e sbuffò sonoramente. «Ci stiamo conoscendo, è normale farsi un'idea sull'altra persona.» Si giustificò ma vedendo il sorrisetto malandrino del diciottenne grugnì. «Sei insopportabile, lo sai? E da quando sorridi così? Quello è il mio sorriso.»

Angel with a shotgun | TaekookDonde viven las historias. Descúbrelo ahora