Capitolo Tre

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VIAGGIATORI NELLA NEVE

Era passata una settimana dall'ultimo attacco e nessuno del villaggio si era preoccupato di fare delle indagini o di perlustrare la foresta.
Izuku ci aveva provato, era entrato di qualche metro nella vegetazione, ma non appena quella si era fatta più fitta era ritornato sui suoi passi spaventato.
In fin dei conti quella foresta era spettrale d'inverno: la neve ricopriva tutto, facendo pendere verso il terreno i rami degli alberi; la maggior parte degli animali era in letargo e quelli che non dormivano erano affamati e pericolosi.
Più ti addentravi nella boscaglia più la luminosità diminuiva e il silenzio faceva echeggiare i battiti del tuo cuore nelle orecchie rendendoti facile preda di qualsiasi animale. Izuku si era sentito come un piccolo agnellino alla mercé di quella bestia selvatica che era così ossessionata dal suo gregge.

Ritornato sotto il sole aveva visto i suoi due amici vicino al recinto del pascolo, intenti ad accarezzare Fuyu. Quelli, appena lo videro, gli corsero incontro stupiti di vederlo uscire da quel luogo, sapendo tutto quello che era accaduto lì dentro.

− Midoriya! Stai bene? Cosa ci facevi nella foresta da solo?

La ragazza fece ondeggiare i capelli castani per levarseli dal viso. Izuku la guardò e decise di essere onesto, almeno quella volta, con loro.

− Volevo vedere se sarei riuscito a trovare qualcosa. Magari tracce di animali pericolosi che si avvicinano troppo o magari di stranieri che pensavano di poter prendere le mie pecore.

Nella voce del verde c'era del risentimento. Mentre parlava il suo sguardo saettava da Uraraka a Iida. il quale non riusciva a sostenere lo sguardo dell'amico.

− Midoriya, mi dispiace di non poterti aiutare apertamente. Perché non vieni con noi alla taverna? Vedere anche gli altri potrebbe tirarti un po' su...
− Gli altri..?

Izuku piegò la testa di lato confuso. Lui non aveva altri amici, o per lo meno nessuno da considerare tale. Era sempre stato un po' impacciato e dopo la morte della madre si era completamente chiuso agli estranei.
I suoi pensieri vennero interrotti dallo scricchiolio della neve causato dalle loro tre paia di piedi che si stavano già dirigendo verso il centro del piccolo borgo.

Arrivati davanti alla taverna tutti gli occhi dei passanti erano su di lui. Izuku non aveva fatto in tempo a cambiarsi gli abiti, che quindi puzzavano di pecora e fatica; non aveva fatto in modo di pettinare un po' quelle sue onde verdi ribelli, che erano indomate e in tempesta come i suoi pensieri.
Guardò l'insegna traballante della locanda e sorrise a vedere quella ranetta di legno muoversi come se fosse viva, ma subito il suo viso si spense ripensando all'ultima volta che vi era entrato...

Flashback

Pioveva forte quella notte d'autunno di ormai due anni fa.

Izuku era rimasto alla locanda per ripararsi dall'acquazzone, le pecore erano al pascolo dietro casa con la madre Inko. Era sicuro che la madre non avrebbe avuto alcun tipo di problema avendogli insegnato tutto ciò che sapeva.

Un grido proveniente dalla strada lo fece uscire e vide il gregge correre giù per la montagna in direzione del villaggio. Si mise a correre sotto la pioggia battente cercando di raggiungere il suo montone, l'unico in grado di placare quella situazione: se Fuyu si fosse calmato, tutto il resto delle pecore avrebbe fatto altrettanto.

Ma una volta raggiunto il capo gregge Izuku rimase sconvolto. Allungò la mano per accarezzare le grandi corna, ma il montone voltò il muso e lo morse. Il ragazzo ritrasse la mano, rotta e sanguinante, e si allontanò di qualche passo. La bestia fissò negli occhi il padrone e ritornò verso il pascolo facendo in modo che il verde lo seguisse.

Il Ragazzo che Gridò al Lupo.Where stories live. Discover now