18. Fight of my life

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"So yeah, it's a war.
It's the goddamn fight of my life"

«Va bene Brooke, ho bisogno che mi racconti tutto quanto. Di nuovo.» Ripete per la milionesima volta Justin. Si era fatto ormai pure il cielo scuro e noi eravamo ancora cuori scuola. «Justin, te l'ho detto 300 volte!» mi altero un secondo «Eravamo davanti al mio armadietto. Abbiamo parlato. Poi qualcuno mi ha colpito. Buio totale e poi Alison mi ha svegliata.» Ripeto, esausta. Come se fosse un'interrogazione.
«A me ha detto invece che non eravate insieme. Però mi ha chiamato lei» Dice Justin, con la sua faccia persa tra i pensieri. «Okay, e allora di che cosa stavate parlando?»
Forse inizio a collegare dei puntini. «Beh, in effetti mi aveva appena detto che Derek le aveva chiesto di lavorare per lui ma che lei voleva fare una sorta di spia per noi.»
Justin, con i suoi occhi meravigliosi, mi guarda intensamente, accigliato. «Ho un piano. Se vuole fare la spia, prima deve darci modo di fidarci di lei.»
Non posso far altro che annuire e lasciarlo continuare parlare. «Diciamole qualcosa, inventiamoci qualunque cosa, e se Derek lo verra a sapere, sapremo solo che e una manipolatrice.»
«Sei geniale, biondino» gli sorrido, non penso che ci sarei arrivata, o almeno, non oggi, dopo tutto quello che era successo qualche ora prima.
«Stai parlando con uno che ti ha salvato il culo non so quante volte, e che, purtroppo, ne ha viste tante nella vita. Ho imparato a mie spese che e sempre meglio non fidarsi, soprattutto di una come Alison.» Finisce di parlare e lo tiro per un braccio verso il divano, cosi da potermi accoccolare sul suo petto. Lui mi stringe dolcemente, accarezzando la mia folta chioma.

«Ascoltami Justin, ti prometto che quando tutto questo sarà finito, parleremo di noi due» Alzo lo sguardo per incrociare i suoi occhi, un po' amareggiati, un po' speranzosi. «So che vorresti chiedermi perché non ora, ma come ha detto mio padre, non esiste l'amore in questi giri. Intesi?»
Lui fissa i miei occhi per qualche secondo «Questo lo dice tuo padre. Ma io non ci credo. Io lo sto vivendo, B.» Mi lascia, ancora una volta, senza parole, ma per sviare il discorso che mi ha colto alla sprovvista aggiunge «Ed oltretutto, devi cambiare telefono. Magari qualcuno ti ha messo un cimice mentre eri priva di sensi» Si guarda intorno per cercarlo e notando io rispondo «Tranquillo. È in camera mia.» Alzo le spalle, come se fossi soddisfatta. «Vorresti dire la camera degli ospiti» Rido per ciò che ha appena detto, dandogli una pacca sulla spalla «Scemo»



«Allora Ali, hai capito?» le chiedo, davanti a due tazze fumanti di caffè e al fumo che emana la sigaretta di Justin.
«Quindi mi state dicendo che incontrerete un tizio pomeriggio che vi porterà, finalmente, da tuo padre?» domanda Alison, con un luccichio negli occhi. E poi aggiunge, «Ovviamente non dirò nulla, ma Scott si chiederà con chi sono stata pomeriggio. Dovrò inventarmi qualcosa.» Non riesco a percepire se sia vera o falsa nei miei confronti, ma il tempo mi darà le varie risposte.
«Si, Alison, o come ti chiami, ti abbiamo dato anche l'indirizzo. Per favore, sta attenta, okay?» Dice Justin, in tono un po' minaccioso, mentre scrive su un foglietto l'indirizzo per poi consegnarglielo. «Se non ci senti, sai che non abbiamo fatto una bella fine.»
Lei lo guarda stranita e nel frattempo ci alziamo per andarcene da quel bar. Se il nostro piano andrà a buon fine capiremo un bel paio di cose. E questo sarà solo merito nostro.

«Dici che se l'è bevuta?» Chiedo a Justin una volta in macchina, dopo aver spento il telefono.
«Non lo so B, vedremo più tardi. Ma credo di sì» mette in moto l'auto «In ogni caso, più tardi lo scopriremo»
Mentre le vie di New York sfrecciano davanti ai nostri occhi, Justin aggiunge «Li pedineremo» abbassa il finestrino e si accende una sigaretta.
«Penso che non smetterò di ringraziarti, sai?» mi giro per guardarlo e noto un mezzo sorriso fra le sue labbra «Fai così tanto per me e non penso nemmeno di meritarmelo»
«Tua madre mi ha dato dei soldi per questo ma io voglio darli a te, usarli per noi, potremmo cambiare casa, iniziare da zero, non trovi?» domanda, abbassando il volume della radio, in attesa di una mia risposta.
«Trovo sia una cosa molto allettante, ma aspetterei di superare il fattaccio di mio padre. Poi si vedrà, te l'ho promesso» parlo convinta, mentre gli accarezzo la mano che ha sul cambio marcia, lui non perde tempo per girarla e stringermela.
In quel momento il mio cuore sta avendo un balzo. Penso davvero, con tutta me stessa, di iniziare a provare qualcosa per lui. E non so affatto come uscirne. O se voglio uscirne.

«Justin, perché Derek dice che incontrerete Adam tra pochi minuti?» Chiede B-Burn, urlando dall'altro lato del telefono.
Justin mi guarda e mima con le labbra un 'BINGO' ed io lo guardo con aria interrogativa, mentre mi cambio per mettermi più comoda, pronta a non fare assolutamente niente per i prossimi giorni.
«Uhm, scusa Chris. È.. È che io e Brooke dovevamo accertarci di una cosa» vedo Justin nervoso e lì ho capito che si riferiva ad Alison e al fatto che stesse facendo il doppio gioco. Quella grandissima stronza.
«Non me ne frega un cazzo Justin! Sei il solito bambino. Ma non capisci che-?» E Justin lo interrompe «Okay, amico, ho capito. Non te ne frega un cazzo. Onestamente, te lo direi, ed è pure una cazzo di cosa grossa, ma fa come sempre, continua a fare il coglione» Justin sta facendo avanti e indietro per la casa ed una volta pronunciate quelle parole chiude il telefono in faccia a B-Burn.
«Tutto okay?» Chiedo, avvicinandomi a lui.
Justin alza lo sguardo dal telefono, aspettandosi di ricevere una tempesta di chiamate e mi guarda.
«No» risponde secco. «No, B. Chris pensa che abbiamo fatto una cazzata ma non sa nemmeno quale cazzata» Sbatte le mani sul tavolo ed io presa alla sprovvista sussulto. «Non ho avuto modo di dirgli che abbiamo incastrato Alison perché a detta sua, da sempre, io sono il bambino del trio. Mi tratta così. Appena lo vedo gli faccio il culo» E si porta una mano sulle tempie, per massaggiarle.
Non sapendo cosa fare, mi avvicino e gli sposto le mani, portando il suo viso vicino al mio. «Non sarai mai il bambino del trio. Tu sei quello che mi ha salvato il culo non so quante volte. Ti sembra una cosa che un bimbo potrebbe fare?»
Justin mi guarda incantato dalle mie affermazioni e non riesce a dire nulla, solo a scuotere la testa per rispondermi di no.
«Bene, allora rilassati. Ci hanno detto che dobbiamo starcene tranquilli a casa» Dico, spezzando per un attimo la magia, allontanandomi. Ma subito Justin mi tira per un braccio «Dove pensi di andare?» mi chiede.
«Pensavo, sai, di bere un po d'acqua. Ho sete» Rispondo un po' maliziosamente, un po' ironicamente. Lui molla la presa ed io mi dirigo verso il frigo, prendo l'acqua e poi un bicchiere.

Da: Ali
Ehi B, come va? Appena tornate vi va di vederci e parliamo un po'?

Lo mostro subito a Justin. «Dille di sì. Non capisco se sia stupida o se pensa che lo siamo noi. Ma di sicuro c'è di più»
Il ragionamento di Justin fila perfettamente.

A: Ali
Ciao Ali, ci vediamo domani al solito posto :)

Mi accascio sul divano, chiudendo gli occhi. Justin si mette accanto a me, mi stringe con un braccio e sussurra «È la nostra guerra, ormai»

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⏰ Last updated: Mar 25, 2022 ⏰

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