cinquantadue

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"Ripassiamo il piano."

Colin attira l'attenzione dei presenti, riunendovi attorno al tavolo. Siete nuovamente nell'appartamento di Uvula, avete deciso di ritrovarvi lì per mettere a punto gli ultimi dettagli. Stavolta vi è pure un nuovo alleato: lo chiamano Henry il mariolo, tua madre te ne aveva parlato e non ti dispiace nemmeno la sua modesta compagnia da secchione. Ti sembra simpatico, affidabile, persino in gamba. In fondo, è vivo nonostante sia l'ultimo sopravvissuto di Dustville su cui scommettere.
Vasilisa prende posto su una delle sedie, assieme a Joshua, Matthew e Uvula – ancora mezza dolorante -, Henry sta in disparte, alle loro spalle, mentre si aggiusta gli occhiali e tira su col naso in un tic nervoso. Tu invece rimani in piedi al fianco del Kray. Comincia a parlare solo nel momento in cui siete tutti certi di esser comodi e pronti ad un attento ascolto. Ed ecco il piano, spiegato nei minimi dettagli, anche quelli che potreste definire inutili.

"Nana e Vasilisa saranno scortate da Uvula, le porterà all'incontro con Sōsuke. È stata scelta una fabbrica abbandonata su Sunshine Street, sarete al confine tra West Side e il nucleo di Dustville, il che piazzerà tra due fuochi sia voi che Sōsuke... in teoria si tratta di una zona neutrale, ma non possiamo dar nulla per scontato. La Yakuza potrebbe aver guadagnato terreno a quanto ne sappiamo, dunque, se notate qualcosa di insolito non esitate a tornare indietro. Vasilisa conosce bene i metodi della famiglia Yokumura, dovrete affidarvi completamente a lei. Anche tu, Uvula." Così dicendo si assicura che lei recepisca bene il messaggio e, solo quando la donna annuisce, Colin prosegue nel suo disegno. "Joshua e Matthew si apposteranno sugli edifici circostanti, uno sul lato nord e l'altro sul lato sud. Terranno la situazione sotto controllo da lì, vi copriranno le spalle ma dentro sarete sole. Io approfitterò della distrazione dell'incontro per infiltrarmi nel loro quartier generale assieme a Henry. L'obiettivo sarà entrare nella loro rete e raccogliere quante più informazioni possibili."

Fermo un attimo. Perché tu quest'ultimo punto non lo conoscevi? La fronte aggrottata e l'espressione perplessa regnano sul tuo volto indisturbate mentre vedi Henry agitarsi. Solo in seguito rivolgi lo sguardo verso Colin che, abilmente, ti ignora pur di non perdere il filo del discorso.

"Se tutto va come deve andare, ci ritroveremo a casa di Henry. Questo appartamento sarà compromesso a seguito dell'incontro. Se qualcosa andrà storto... be', da allora le nostre strade potrebbero dividersi per sempre. Ognuno pensi a sé e al proprio compagno. Se non avrete notizie mie e di Henry, non venite a cercarci."

Suona proprio come un addio. Se c'è un lato positivo in tutto ciò è che se da una parte il scetticismo lascia credere ai vostri compagni che stia tramando qualcosa alle spalle, dall'altra sanno che prendersi un rischio del genere dopo essersi opposto all'incontro con la Yakuza non è un atto da poco. Leggi negli occhi indagatori di Joshua un velo d'ammirazione: forse sta cominciando a cambiare idea su di lui, a pensare che un'eccezione alla genetica dei Kray potrebbe esistere. Ma a te poco importa cosa pensano gli altri. Mentre si disperdono per preparare le armi per la missione, tu rimani immobile con gli occhi fissi su Colin. Il fatto che nemmeno lui si schiodi dal suo posto, ma anzi sospiri affranto, ti fa capire che non stia rimanendo indifferente alla tua reazione.

Finalmente ti guarda. "Tu pensa a te, solo ed esclusivamente a te. Se le cose vanno nel modo sbagliato e diventa troppo rischioso, lascia indietro Vasilisa e Uvula. Lascia indietro tutti e scappa."
"Sai che non lo farò." È la tua repentina e prevedibile risposta. Colin sorride appena. Non si aspettava altro da te. "Pensavo fossi contrario al buttarsi nella bocca dello squalo."
"Lo sono."
"Non quando riguarda te. Quel che vuoi fare è stupido, non troverai nulla, solo la morte."
"E ti servo vivo, immagino."
"Come io a te." Zittisci quella battuta sul nascere, rinfacciandogli le sue stesse parole e rimproverandolo. Non credi di aver mai sentito un piano più folle e incosciente di quello appena esposto... se non da te. Ma tu sei tu, tu SEI folle e incosciente. Ora sai cosa si prova quando sono le persone a te vicine a comportarsi in modo sconsiderato. "Inoltre due persone sono poche. Non potranno coprirci le spalle granché."
"Nemmeno io potrei, men che meno Henry. Siamo più utili altrove."
"Allora manda Josh o Matthew al tuo posto."
"Bersagli troppo facili, gli Yokumura li odiano mentre con me c'è la possibilità che..." le labbra si bloccano, la sua lingua si ferma a mezz'aria, poi una sorta di sussulto gli chiude la bocca per qualche secondo. "Non manderesti davvero uno di loro al mio posto."

In effetti suona nel peggiore dei modi, non tanto perché hai appena affermato di voler condannare uno dei due a morte certa, ma per aver espresso il desiderio di non condannare Colin. Forse hai davvero un problema, forse è vero che si desidera ciò che ci fa del male... ma un Kray! Sbarri le palpebre indietreggiando d'un passo. "No. Era per darti un'alternativa, con loro magari riesco a ragionare e farli desistere. Hanno più istinto di conservazione di te, di certo!" Inventi quella scusa su due piedi, sorprendendoti della rapidità con cui hai dato una ragionevole spiegazione. Ma ormai Colin non ti crede. Ti conosce abbastanza da sapere come girano le rotelle nella tua testa, come rispondi nei momenti in cui i tuoi pensieri vengono esposti e come il tuo corpo si muove al fronte di una debolezza scoperta. Non credi nemmeno che controlli la sua reazione davanti a quella chiara dimostrazione di... affetto? Si può definire tale? La sua mano sta così per raggiungere il tuo viso, ma si frena appena in tempo chiudendosi a pugno e stringendosi prima di tornare lungo il fianco del moro. Potrebbe sembrare un gesto plateale, teatrale, persino romantico, ma non vedi nulla di tutto ciò nella rabbia con cui chiude il palmo. Lì stringe il suo istinto distruttivo, direzionandolo su di sé prima di farti male.

"So che ne uscirai viva. Se non vuoi scappare almeno dimostra chi sei e uccidi Sōsuke con la stessa violenza con cui hai ucciso Roger. Non dimenticarlo: è la causa dell'abbandono di tua madre più di quanto lo sia stato mio padre."

Non ti sta rinfacciando la morte di Roger, sebbene ad orecchie esterne lo possa sembrare, ma ti sta ricordando il linguaggio che meglio conosci: la vendetta. E il fuoco che si accende nei tuoi occhi dimostra quanto sappia alimentarlo. Il calore delle fiamme lo calamita a te recuperando la distanza che avevi posto tra voi. Ma – come sempre accade – nonostante ti sembri di stargli vicino per un'eternità, è una situazione che dura un minuto scarso.

Vi staccate a fatica, ma lo fate seppur con lo stesso respiro di un malato terminale che si stacca dalla sua bombola d'ossigeno. Ripresi i vostri spazi finalmente lo notate: il povero Henry era diventato invisibile in fondo a quella stanza. Gli altri quattro vi hanno lasciati soli da un pezzo, ma Henry... a Henry non avevate proprio fatto caso. Con indice e medio infilati nel colletto della maglia, il ragazzo fa spazio attorno alla gola, deglutendo e sudando come un maiale. Sembra accaldato e terrorizzato. Non v'ha staccato gli occhi di dosso?

"Io, io, io, scusate. Ero già pronto. Ho già, già, già, gli attrezzi. Non, non, no io non volevo... oh Dio, salvami" conclude così, cercando la misericordia dell'altissimo. Ma tu e Colin, seppur infastiditi dalla sua invadente presenza, non avete intenzione di fargliene una colpa. Se solo sapeste quanto male l'abbia abituato Winston, capireste il motivo di tanta paura. 

Il Filo BiancoWhere stories live. Discover now