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L'interno di quel posto era suddiviso in due piani: al piano terra c'era l'ingresso, due banconi ai due capi opposti della stanza e un'enorme sala che sembrava vomitare persone; al primo piano si arrivava tramite delle scale semicircolari. Lì c'era musica diversa dal piano inferiore, un solo bancone e una pista più piccola circondata da divanetti neri e lucidi. C'era anche una portafinestra enorme che dava su un terrazzo grande la metà della sala. Diverse persone fumavano o prendevano una boccata d'aria sulle poltroncine nere. Se ci si affacciava, si poteva vedere le persone che uscivano per fumare al piano inferiore divise da un muretto abbellito con delle piante da quelli che dovevano ancora essere ammessi dentro. Grazie a me, eravamo riusciti a entrare dopo solo due minuti di coda. Il buttafuori mi aveva notata quasi subito e mi aveva fatto cenno di avanzare a discapito di coloro che erano in cima alla fila. Le proteste erano state molte, ed io avevo ringraziato l'omone pelato con barba e baffi ben curati sfiorandolo con il mio corpo mentre oltrepassavo il cordone di sicurezza.

Appena entrati, sulla destra ci eravamo trovati il guardaroba, mentre a sinistra c'era la cassa. Avremmo pagato lì all'uscita. Dopo aver lasciato le giacche a chi di dovere, avevamo fatto un giro di ricognizione, e ora stavamo ballando ai margini della pista a causa del pigia-pigia generale. Accanto alla consolle del dj si trovavano un cubo e una gabbia rialzati in cui alcune ragazze si stavano esibendo per il pubblico maschile. Al centro della sala inoltre, una ballerina dello staff stava accalappiando l'attenzione degli uomini ondeggiando lungo un palo che arrivava al soffitto. In quel posto non mancava proprio niente... tranne me. Presi Filippo per mano e mi feci largo fino alla gabbia. Se il palo da lapdance era a uso unico ed esclusivo della ballerina dello staff, la gabbia non lo era di certo. Non appena la raggiunsi, entrai dall'apertura sulla destra e spodestai le due ragazze che si stavano divertendo. Seccate e contrariate per il mio intervento, fecero i bagagli e mi lasciarono tutto lo spazio che volevo. Da quel momento, la serata diventò più movimentata. La mia sfacciataggine dietro le sbarre non passò inosservata e presto la ballerina dello staff fu dimenticata.

Mentre mi divertivo a provocare le tipiche reazioni maschili, qualcuno cercò di palparmi infilando la mano tra le sbarre. Il movimento rapido con cui afferrai le dita dell'uomo lo fece rimanere di stucco. Mi acquattai in basso e attirai lentamente tutto il braccio dentro la gabbia, finché lui non fu costretto a schiacciare la testa contro le sbarre.

«Provaci di nuovo e ti spezzo il polso»

Lo lasciai andare e quello si massaggiò il braccio prima di tornare a confondersi in mezzo alla folla. Non potevo occuparmi da sola di tutti quegli uomini arrapati. Dovevo prendere qualche precauzione. Lanciai uno sguardo a Filippo: si era piazzato davanti all'entrata della gabbia e faceva ostruzione contro coloro che volevano entrare a "conoscermi". Lo afferrai per la camicia e lo trascinai dentro.

«Ma che..?»

Quando si accorse che ero io si immobilizzò. Non riuscii in alcun modo a portarlo oltre la soglia anche se usando tutta la mia forza ci sarei sicuramente riuscita, in compenso però ora era voltato verso di me.

«Ho bisogno di un partner» gli urlai all'orecchio. La musica era davvero assordante.

«Vuoi che faccia entrare uno di questi... allupati?»

Era incredulo, ma avrebbe fatto quello che gli dicevo. A quanto sembrava mi ero conquistata un alleato.

«No. Voglio che sia tu il mio partner»

«Come?»

Gli sorrisi e cominciai a strusciarmi addosso a lui. Il clamore aumentò. Filippo sarebbe passato per il mio ragazzo, dato che si prodigava tanto per non far entrare nessuno e visto che io lo avevo preferito a tutti gli altri. Dal punto di vista animale, gli umani mi ricordavano i lupi: c'era il maschio alfa e poi tutti gli altri. Quando l'alfa sceglieva la femmina, gli altri dovevano rassegnarsi e trovarsi un'altra compagna. L'unica cosa che distingueva gli uomini dai lupi era che i primi non sempre erano monogami e fedeli alla propria compagna per il resto della vita. Elessi così Filippo come maschio alfa all'interno di quella discoteca: chiunque avesse osato toccarmi, sarebbe morto, anche se non per mano sua.

Sposa di Sangue - Letto di Spine (In revisione)Where stories live. Discover now