Mercoledì

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La mattina seguente mi sveglio di malavoglia; vado in bagno, mi sciacquo la faccia, vado a vestirmi e tutto questo lo faccio con un sonoro sbadiglio. Oggi è sicuramente una giornata noiosa. Prendo il cellulare e vedo che non c'è nessun messaggio da Daniel, non che mi importi qualcosa. Verso le otto comincio a scendere per andare a scuola e proprio in quel momento, il mio cellulare comincia a suonare nella mia tasca. Lo prendo e rispondo: "Pronto?"                       "Teo scusa ma sto facendo un po di ritardo in due minuti sono lì. Ciao a dopo "non mi fa neanche rispondere che posso andarci benissimo da solo, che mi ha già chiuso la chiamata in faccia. E' un po troppo possessivo questo ragazzo. Dopo qualche minuto lo vedo arrivare e senza dirgli niente salgo sulla moto cingendogli sempre con le braccia la vita. Quanto arriviamo a scuola, due ragazze si avvicinano a noi. "Giorno Daniel!" dicono in coro. Poi il loro sguardo si posa su di me. "Ma tu non sei Matteo il capitano dalla squadra di pallavolo" dicono anche questa frase all'unisono. "Non pensavamo che i più belli della scuola fossero buoni amici. " queste ragazze cominciano a starmi sulle scatole. "Ah Daniel, chi è la tua ragazza della settimana?" dicono voltandosi verso di lui. Certo che non la finiscono proprio di parlare e in più vedo Daniel un po infastidito. "Ah beh, sono io!"dico, lasciandole un po spaesate. "Wow, ora che vi guardo meglio state davvero bene insieme." dicono ridendo sarcasticamente per la mia battuta, anche se in verità non è uno scherzo."Ma Daniel non dice mai con chi sta uscendo." aggiungono. Sentiamo la campanella suonare così entriamo, finalmente. La prima ora ho francese, che palle. In quest'ora non faccio altro che pensare a me e Daniel. Noi stiamo uscendo insieme per scherzo credo, ma pensandoci...: mi manda il messaggio del buongiorno, mi da la buonanotte, abbiamo mangiato un gelato insieme, abbiamo fatto shopping, siamo andati al cinema e mi accompagna a scuola. Se fossimo una coppia normale, al prossimo appuntamento cosa succederà? Forse tenersi per mano? Non ci capisco più niente! Alla ricreazione eccolo che si presenta nella mia classe; siamo solo io e lui affacciati dalla finestra. "Cos'è vuoi starmi tutto il giorno con me?" gli dico mentre si affaccia anche lui. "Ti da fastidio?" dice con uno sguardo diffidente. "Se non mi piacesse te lo direi." ed ecco che mi rivolge uno dei suoi sorrisi che mi fa scompigliare lo stomaco. "Sai forse è solo una mia impressione ma, da quando sto con te ci sono sempre più ragazze intorno a noi. " dico guardando il paesaggio. "Cos'è non ti piacciono le ragazze?" mi chiede. "No, non è questo. Solo che, se ci fosse solo una ragazza che mi amasse per quello che sono e non per il mio viso, beh allora andrebbe bene." gli rispondo sinceramente. " Il mondo è pieno di gente così. Senti Oggi hai gli allenamenti vero? "                                                         "Si." dico alzando un sopracciglio. "Bene allora ti verrò a vedere così poi andremo a fare un giro se ti va. " dice girandosi verso il paesaggio, ed è proprio in quel movimento che credo di aver intravisto un piccolo neo vicino il sopracciglio destro, ma dovrei spostare i suoi capelli per accertarmene. Piano piano allungo la mia mano verso i suoi capelli ma, subito si gira cogliendomi in fallo. Mi osserva con la sua espressione enigmatica e io avvampo dal rossore. La campanella che segna la fine della ricreazione suona, e mi salva  da una figuraccia. Alla fine delle lezione mi riporta a casa, ma oggi non faccio capricci. Alle tre esco di casa e mi dirigo agli allenamenti; quando finisco mi giro verso le gradinate e vedo lui intendo a fissarmi e battere le mani. Gli faccio un gesto con le mani per dirgli di aspettarmi lì. Corro negli spogliatoi a farmi la doccia e cambiarmi. Quanto esco non è più lì; all'improvviso due mani mi coprono gli occhi e sento una risatina inconfondibile: è Daniel. Gli faccio un'espressione di stupore ma, ovviamente è sarcasmo. Uscendo dalla palestra, saliamo sulla sua moto e mi porta al parco. Non è molto pieno, ci sono solo coppiette che si tengono per mano, si abbracciano e quant'altro. "Sei davvero bravo a giocare." dice mentre camminiamo. " Grazie."dico. "Ora che ci penso è da un po che non vengo qui. Ci sono sempre le stesse coppiette fastidiose." lui mi guarda accigliato e poi con un sorriso mi dice: "Ma anche noi lo siamo." mi fa molto piacere sentirglielo dire ma, io voglio sapere se lo intende per scherzare o per davvero. Ora siamo seduti su una panchina e in circostanze normali, con questa atmosfera dovremo baciarci. Lo fisso e mi accorgo che le sue ciglia brillano alla flebile luce del sole che sta tramontando. Non resisto più. Guardandolo negli occhi mi avvicino sempre di più fin quanto la sua mano si posa sul mio collo e le nostre labbra non si uniscono.

7 giorni per amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora