il profondo e ancestrale

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Una pinna immensa, grande quanto la luna. Il cetaceo a cui appartiene sembra procedere maestoso in controluce, mentre dalla lontana superficie pare provenire qualche fioco raggio bianco. Il palombaro è così piccolo rispetto alla scena. Quasi un acaro. Questo è il quadro appeso lungo il corridoio a cui da accesso la pesante e rozza porta d'acciaio, che stridendo si chiude dietro ai Deva.

Proseguendo lungo il corridoio cala un silenzio disumano. Il pavimento inizia ad essere leggermente inclinato verso il basso.

Si arriva infine ad un'enorme stanza di forma quadrata avvolta dalla penombra. La pavimentazione percorre i quattro lati del salone, ed è delimitata da una ringhiera rossastra oltre la quale si apre un grande varco centrale, dal quale è possibile vedere i piani inferiori. Sempre più in basso. Sempre più in profondità. Il Deva procede curvo attorno al grande foro. Accende una candela. Il suo lungo dito di pelle rattrappita indica un punto in cui la ringhiera si apre, e dal quale un ripido ponte di pietra in discesa collega il piano in cui ci si trova al piano inferiore.

Dall'alto, dalla misteriosa volta resa ignota dalle tenebre, cadono pezzi di carne. Il rumore secco del loro impatto sulle polverose piastrelle spezza ritmicamente il marmoreo silenzio. I brandelli che invece proseguono la loro traiettoria attraverso il centro sembrano non trovare alcuna superficie, alcun fondo, là sotto, su cui impattare.

[Deva]

L'ancestrale

Il limite della soglia

Ricorda viaggiatore, ogni mondo a cui avrai accesso

Ricorda viaggiatore, che ogni realtà è proiezione

!̸̨̡̡̧̢̨̨̢̨̢̧̧̢̢̧̢̧̢̨̧̧̨̨̨̨̧̨̢̨̛̛̛̛̛̛̛̛͕̫̹̦̣̱͇̩͕̟̳̰̞̖͚͙̙̦̩͓̯̭̳͚̱̜̮̞͔̟̖̪̦͔̖̞̥͇̰̜̮̹̦̜̱̦̩̫̘̳͇̞̻͔͕͍̗͚̬̤̱͚̺͈̩͓͇̜̭͖̣̗̖͇̣̠͇̜͎͓̠̟͍̥͕̬̣̣̭̬̱̝̺͉͓̗͈̥̯̩̳̭̦͔̤̬̮̖̱͕̜̜̱̹̪͇͓͎̝͖͎̦̞̖͚̙̙̦̳̬͇̞͉̬̯̟̙͍̝͈̪͔̪̠͕̣̫͓̯̲͇͇͓̯͙͕̲̦̪̟̝̖̬̩̤̮̳̼͚̪̭̣̳͕̞̗̼͔̭̪͍͉͔̹͎͓̣̠̻̤̞͉͉̱̤̱̺̻̺̖̯̮̰̯̠̗̲̼̙̖̦̙̱͚̻͉͙͚̭̠̥͖̟̺̬͕̩̲̼̼̯̜̼̜͍͓̘͖̥͎̼͉̣̰̼̼̣̖͂͋̓̎̃̌̆͆̎͋͗̈́̇̀͛͂̆́̋̑̔͌͛̏̽̋̓̀̾͂̉͗́̉̄̔̈͋̃̔̐̌̓̽̓̋̿̀̅̇́͒̐̄͋̏̔̾̾͌́̈́̊͒͗̓͑̅́̍̀̽̎̄̊̄́̌̆͑̑̌͋̎̑͋͒͊̔̈̃̍̏̾̽͑̔̈́̑̈̓͐̉̐̓͐̆͆͆̾̊̀̀̈͛̀̒̿͂̍̑͗́̀͑́͊̅̊͛̈́͌̽͛͆̇̏̏̈͐̓̉̿͊̓͛̿͆͌̊͌̏̽̈́̌̌̏͊̂͑͋͂͛̀̒́̈̾̚͘̚̕͘̚̕̚̚͘͘͘͘̕͘̕͘̕̕͘͘͜͜͝͝͠͝͝͝͝͝͠͠͝͝ͅͅͅͅͅͅIl Deva prosegue lungo la strada in discesa con la sua valigia. L'altro Deva, più in fondo, attende immobile all'imboccatura del corridoio da cui provengono, non mette piede nel grande salone.

[Deva]

La stanza d'incenso è una proiezione

Come la luce di un faro infranta su di una scogliera assume la forma della fonte luminosa

Il faro è dove invece ora stiamo giungendo

L'archetipo ancestrale!̸̨̡̡̧̢̨̨̢̨̢̧̧̢̢̧̢̧̢̨̧̧̨̨̨̨̧̨̢̨̛̛̛̛̛̛̛̛͕̫̹̦̣̱͇̩͕̟̳̰̞̖͚͙̙̦̩͓̯̭̳͚̱̜̮̞͔̟̖̪̦͔̖̞̥͇̰̜̮̹̦̜̱̦̩̫̘̳͇̞̻͔͕͍̗͚̬̤̱͚̺͈̩͓͇̜̭͖̣̗̖͇̣̠͇̜͎͓̠̟͍̥͕̬̣̣̭̬̱̝̺͉͓̗͈̥̯̩̳̭̦͔̤̬̮̖̱͕̜̜̱̹̪͇͓͎̝͖͎̦̞̖͚̙̙̦̳̬͇̞͉̬̯̟̙͍̝͈̪͔̪̠͕̣̫͓̯̲͇͇͓̯͙͕̲̦̪̟̝̖̬̩̤̮̳̼͚̪̭̣̳͕̞̗̼͔̭̪͍͉͔̹͎͓̣̠̻̤̞͉͉̱̤̱̺̻̺̖̯̮̰̯̠̗̲̼̙̖̦̙̱͚̻͉͙͚̭̠̥͖̟̺̬͕̩̲̼̼̯̜̼̜͍͓̘͖̥͎̼͉̣̰̼̼̣̖͂͋̓̎̃̌̆͆̎͋͗̈́̇̀͛͂̆́̋̑̔͌͛̏̽̋̓̀̾͂̉͗́̉̄̔̈͋̃̔̐̌̓̽̓̋̿̀̅̇́͒̐̄͋̏̔̾̾͌́̈́̊͒͗̓͑̅́̍̀̽̎̄̊̄́̌̆͑̑̌͋̎̑͋͒͊̔̈̃̍̏̾̽͑̔̈́̑̈̓͐̉̐̓͐̆͆͆̾̊̀̀̈͛̀̒̿͂̍̑͗́̀͑́͊̅̊͛̈́͌̽͛͆̇̏̏̈͐̓̉̿͊̓͛̿͆͌̊͌̏̽̈́̌̌̏͊̂͑͋͂͛̀̒́̈̾̚͘̚̕͘̚̕̚̚͘͘͘͘̕͘̕͘̕̕͘͘͜͜͝͝͠͝͝͝͝͝͠͠͝͝ͅͅͅͅͅͅ

Il mio personaggio non ha volto né storia, ma ha una strada e una stanzaWhere stories live. Discover now