Un istante di terribile luce bianca. Pura ed estrema. Accecante. Un'esplosione di vacuità infinita, frattale, come cadere in un sogno. Scene oniriche si accavallano ad una velocità tale da renderle inafferrabili. Dietro alla porta la realtà pare essere costante caducità. Il mantra inscritto sulla porta ̸̩̏̀͜continua a ripetersi P̶̮̒u̸͎̩̐r̴͕̯̓̐k̷̖̬̍h̷̝͎̐̄ā̵̭̉̍ ̶͈̄B̵̘͚̄̉ĥ̷͎ả̷̗̃g̸̘̯͌a̴̪̻̾v̸͈̎ā̴̂͜ņ̶͒͘a̶̼͓̋̌ ̵̞̯́̏Ā̷̻̽͘k̸͚̬͠ā̴̬̽r̵̯͌à̶͚̦̈́h̸̛̳̮͆ī̷͈͇̈̇ñ̷̺͉̇á̴̖̊ con un ritmo P̶̮̒u̸͎̩̐r̴͕̯̓̐k̷̖̬̍h̷̝͎̐̄ā̵̭̉̍ ̶͈̄B̵̘͚̄̉ĥ̷͎ả̷̗̃g̸̘̯͌a̴̪̻̾v̸͈̎ā̴̂͜ņ̶͒͘a̶̼͓̋̌ ̵̞̯́̏Ā̷̻̽͘k̸͚̬͠ā̴̬̽r̵̯͌à̶͚̦̈́h̸̛̳̮͆ī̷͈͇̈̇ñ̷̺͉̇á̴̖̊ imperfetto, ti P̶̮̒u̸͎̩̐r̴͕̯̓̐k̷̖̬̍h̷̝͎̐̄ā̵̭̉̍ ̶͈̄B̵̘͚̄̉ĥ̷͎ả̷̗̃g̸̘̯͌a̴̪̻̾v̸͈̎ā̴̂͜ņ̶͒͘a̶̼͓̋̌ ̵̞̯́̏Ā̷̻̽͘k̸͚̬͠ā̴̬̽r̵̯͌à̶͚̦̈́h̸̛̳̮͆ī̷͈͇̈̇ñ̷̺͉̇á̴̖̊ accompagna attraverso la costante caduta oltre alla P̶̮̒u̸͎̩̐r̴͕̯̓̐k̷̖̬̍h̷̝͎̐̄ā̵̭̉̍ ̶͈̄B̵̘͚̄̉ĥ̷͎ả̷̗̃g̸̘̯͌a̴̪̻̾v̸͈̎ā̴̂͜ņ̶͒͘a̶̼͓̋̌ ̵̞̯́̏Ā̷̻̽͘k̸͚̬͠ā̴̬̽r̵̯͌à̶͚̦̈́h̸̛̳̮͆ī̷͈͇̈̇ñ̷̺͉̇á̴̖̊ soglia. A volte P̶̮̒u̸͎̩̐r̴͕̯̓̐k̷̖̬̍h̷̝͎̐̄ā̵̭̉̍ ̶͈̄B̵̘͚̄̉ĥ̷͎ả̷̗̃g̸̘̯͌a̴̪̻̾v̸͈̎ā̴̂͜ņ̶͒͘a̶̼͓̋̌ ̵̞̯́̏Ā̷̻̽͘k̸͚̬͠ā̴̬̽r̵̯͌à̶͚̦̈́h̸̛̳̮͆ī̷͈͇̈̇ñ̷̺͉̇á̴̖̊ P̶̮̒u̸͎̩̐r̴͕̯̓̐k̷̖̬̍h̷̝͎̐̄ā̵̭̉̍ ̶͈̄B̵̘͚̄̉ĥ̷͎ả̷̗̃g̸̘̯͌a̴̪̻̾v̸͈̎ā̴̂͜ņ̶͒͘a̶̼͓̋̌ ̵̞̯́̏Ā̷̻̽͘k̸͚̬͠ā̴̬̽r̵̯͌à̶͚̦̈́h̸̛̳̮͆ī̷͈͇̈̇ñ̷̺͉̇á̴̖̊ aumenta d'intensità, fino ad un urlo, per poi risolversi in un sussurro.
Un vocalizzo poi cresce fino a saturare l'udito, ed invadendo anche la vista sotto forma di immense e deformi spirali di fuoco. Fuoco. Un campo di notte. Cadi tra gli alti canneti al limite di una radura. Una fiamma al suo centro, figure sfocate si muovono in sincopi seguendo ritmi instabili e rapidi mentre il fuoco cresce.
Poi tutto tace. Le fiamme sono diventate così alte da toccare le stelle.
[Deva]
Sei
Destinato al fuoco
Dietro di te il Deva, come fosse sempre stato al tuo fianco, si accovaccia ed inizia lentamente ad aprire la valigia.
[Deva]
La porta appena
Varcata
Ci ha condotto al cuore di questo
Mondo
La valigia si apre. Un forte odore quasi acre, come di salvia bianca, invade le tue narici. Il Deva, quindi, estrae una piccola bottiglia di vetro e la apre.
Le sue sottili dita ti sfiorano bagnandoti con l'unguento. Dalla fronte lentamente scendono percorrendo il naso, e fermandosi sulle tue labbra. Poi, dopo uno strano segno circolare disegnato nell'aria con indice e medio, ribalta la bottiglia sopra la tua testa, e lentamente vieni unto da questa sostanza grassa ma piuttosto fluida.
Poggiando le mani sulle tue spalle poi si pone proprio di fronte a te. Non ha volto. È un'informazione già presentata e conosciuta, ma ora, ora fissi quella sfera coperta di pelle tirata, senza nessuno sguardo da poter scrutare. Le sue mani stringono le tue spalle in una morsa, che diventa calore, mentre il corpo del Deva diviene un po' più trasparente, impalpabile. Due fiamme rosse e dorate nascono da quel calore. Il Deva si avvicina ulteriormente finendo con il compenetrarti, ormai più simile ad un fantasma che ad un corpo fisico. Come uno spettro che attraversa il muro, il Deva entra nel corpo dell'altro, occupando lo stesso spazio fisico, coincidendo in un'unica entità. Questo spazio primigenio sintetizza. Ora che il lettore è diventato parte integrante della storia, un personaggio della storia, è compito del Deva assorbirlo, divenire lui, unirsi, in quanto esso è entità senza forma, abbozzata, e una forma lui cerca. È quella forma sei tu.
Non hai un volto.
Ma non sei solo.
L'altissima fiamma al centro della radura ti percepisce.
Forse è senziente. Forse-
S̵ì̵
̴S̸o̵n̵o̶ ̷i̶l̸ ̶f̸u̴o̷c̵o̶ ̸c̶h̶e̴ ̶e̶s̵i̸s̵t̵e̵
̵E̵s̷i̸s̶t̴e̵ ̵e̸ ̵i̶m̷p̵e̸r̴d̵u̸r̸a̴ ̴e̷ ̸s̸'̵a̴l̴z̵a̴
̶S̸o̶n̴o̸ ̴l̸a̶ ̶f̵o̷r̸m̷a̶ ̶s̶e̵n̵z̷a̵ ̷d̴i̴o̸
̵L̷a̴ ̵c̸o̶l̶o̶n̴n̴a̵
̴I̶l̶ ̶p̸o̶n̵t̵e̵ ̶c̵h̷e̷ ̵b̴r̸u̴c̸i̶a̶
̵L̸a̸ ̸s̷t̶r̸a̸d̴a̵ ̶c̵h̷e̶ ̷c̴o̸l̶l̴e̸g̶a̸
̵L̶e̸ ̴s̸t̷a̸n̵z̴e̷ ̷d̵i̶ ̵S̴o̴g̴n̴o̷,̸ ̷U̸n̸i̶v̸e̶r̴s̵o̷ ̵e̴ ̵F̸i̶n̸z̸i̵o̶n̶e̷
̶T̷u̷ ̶u̵n̷ ̸p̷e̸r̶s̴o̷n̵a̷g̷g̴i̴o̸
̶Lo spasmodico ritmo rinasce e si rialza. Inizi a vorticare su te stesso, mentre le fiamme sulle tue spalle si allungano verso il cielo, si intrecciano e attorcigliano. Poi toccano il fuoco.
E poi è tutto rosso e dorato, e un vocalizzo rimbalza riempendo l'udito con un suono monotono e monumentale, e lampi di azzurro, violacei fulmini, si imprimono sullo sfondo cremisi.
Sì
Sono il fuoco che esiste
Esiste e imperdura e s'alza
Sono la forma senza dio
La colonna
Il ponte che brucia
La s̷t̸r̵a̴d̸a̴
̸che collega
Le s̵t̷a̴n̴z̸e̶ di Sogno, Universo e Finzione
Tu un p̴e̷r̴s̸o̶n̷a̶g̵g̸i̴o̴
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Il mio personaggio non ha volto né storia, ma ha una strada e una stanza
الخوارقUn breve viaggio onirico oltre la soglia, nel sottile mondo tra realtà e narrazione.