48. Ti auguro il meglio.

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Con il pensiero ancora fisso verso la cena appena fatta, entro in casa. Quello che mi ritrovo davanti è l'inevitabile, eppure tra un evento e l'altro mi ero completamente dimenticata di lui: Ian.

Mi aspetta lì davanti, a braccia conserte, con un'espressione grave in viso e il piede che batte furioso seguendo un ritmo inesistente.

Appena lo vedo, sento il sangue gelarmi nelle vene e il viso storcersi in una smorfia di terrore.

"Dov'eri? Credevo mi aspettassi in casa" dice. Il tono di voce è piuttosto pacato, ma a me suona come se mi avesse urlato contro.

"Ehm, io, ecco..." biascico, alla ricerca di qualcosa da dire. Lui però parla prima che ne abbia l'opportunità.

"L'ho visto, lo sai? Dalla finestra. Eri con lui"dice, e il mio nervosismo cresce ancora di più. Vede che non rispondo, cosi dice: "Non farmi fesso, Aria. Sei uscita con Luke. Dove siete andati? Che avete fatto?"

"Io... ci ho preso una pizza" dico, cercando di darmi un tono disinvolto.

"Una pizza!?" quasi grida Ian. "Vuoi dirmi che avete mangiato insieme?"

Annuisco, gli occhi bassi sul pavimento.

"Perchè siete di nuovo usciti insieme? Dimmelo se sta succedendo qualcosa, Aria. Per favore" dice. Lo guardo sbigottita. Più che arrabbiato sembra disperato. Mi sta pregando affinchè gli dica qualcosa. Ma cosa?

"Non ti sembra di esagerare, Ian?" dico con fermezza. Lancio la borsa sul divano e mi tolgo il giaccone. "In fondo, è solamente una pizza, mica ci sono andata a letto. Rilassati"

"Rilassarmi!?" sbotta, il viso rosso. "Mi stai fottutamente prendendo in giro? Sei appena uscita con un ragazzo di cui eri cotta fino a poco tempo fa - era palese che lo eri, non mentirmi. Ci sei uscita senza dirmi nulla, e ora mi vuoi dire che era solo una pizza!? Per favore, smettila."

Sembra sul punto di scoppiare a piangere. Non so cosa dire, e forse ha ragione. Non era solo una pizza. Era molto, molto di più. Ora i miei sentimenti per Luke erano ben definiti, mentre per Ian capivo che non provavo molto più di pura amicizia.

"Aria" dice, le lacrime agli occhi. Fa un passo verso di me e mi prende le mani. Se le porta al petto mentre dice: "Aria, tu sei tutto per me. Ti amo follemente, separarmi da te significherebbe la fine, ma preferisco stare solo piuttosto che con la ragazza migliore del mondo che non ricambia i miei sentimenti." Fa una pausa e mi guarda dritto negli occhi. "Ora voglio che tu mi dica, sinceramente" aggiunge, dopo qualche secondo di silenzio. "Voglio che tu mi dica se mi ami. Dimmelo, Aria, dimmelo, ma devi essere sincera"

Non posso farlo. Perdere Ian sarebbe stato un colpo al cuore, ma non potevo mentirgli. Era vero, non lo amavo. Non ero nulla all'infuori di una semplice amica. Non la sua fidanzata.

Cosi non risposi, e Ian abbassa la testa. Mi lascia andare le mani e un singhiozzo esce dalle sue labbra socchiuse. "Capisco" dice, la voce tremante. "Lo immaginavo." Alza la testa e mi guarda negli occhi.

Un pugnale nello stomaco mi avrebbe fatto meno male. Sta soffrendo, Dio, soffre tantissimo, lo vedo, e a causa mia. Ma non faccio e non dico nulla. Continuo a guardarlo con lento e inesorabile cinismo.

Ian distoglie lo sguardo e si dirige verso l'attaccapanni. Prende il suo giacchetto e bisbiglia. "Io ti amo, Aria. Tu lo sai questo, vero?". Con le poche forze che mi rimangono lo guardo. Non mi accorgo nemmeno di star piangendo. "Ti auguro il meglio" dice. Poi apre la porta e se ne va, lasciandomi triste e confusa.

shadows. 》l. h.حيث تعيش القصص. اكتشف الآن