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Domani non potrò pubblicare quindi lo faccio oggi.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Il prossimo aggiornamento ci sarà sabato.
Buona lettura

Craig annusò ancora una volta l'aria intorno a sé, girava la testa a destra e sinistra in maniera convulsa, cercando di capire da dove provenisse l'odore di muschio e ciliegie.
"È qui, lo sento" ringhiò.
Improvvisamente sembrò come impazzito, si avvicinava a tutte le capanne che erano lì intorno, ad ogni ingresso annusava colpendo le pelli di animale e facendole dondolare.
"Cazzo! Non riesco a capire da dove arriva" urlò frustrato.
L'odore era presente ma talmente blando che Craig non riusciva a capire quale fosse la direzione giusta da seguire per poterne scoprire il possessore.
Stava impazzendo, sembrava come un leone chiuso in gabbia.
Caleb si avvicinò al suo fianco, gli accarezzò la schiena "cerca di concentrarti" gli sussurrò "non pensare a ciò che vorresti fargli, pensa solo al suo odore".
Craig voleva fare di testa sua, cercarlo a suo modo, irrompere in ogni casa se fosse stato necessario e annusare ogni giovane uomo che ci viveva dentro.
"Ascoltami. So che pensi di sapere cosa sia giusto o sbagliato ma non è così. Sei annebbiato dal desiderio, dall'eccitazione e se seguirai solo questi istinti potresti non trovarlo".
Craig annuì.
Caleb poteva avere ragione, lui aveva già trovato il suo Omega, le conosceva già quelle sensazioni.
Craig fermò i suoi movimenti, deciso ad ascoltare i consigli dell'amico.
Prese un profondo respiro, cercando di calmare la sua parte animale e tornò ad annusare l'aria concentrandosi solo su quell'odore ma improvvisamente non sentì più nulla.
Il vuoto.
L'odore del suo Omega si era dissolto nel nulla, sparito, ancora una volta.
L'ira si impossessò di lui e l'animale prese il posto dell'uomo.
Il suo lupo ululò fendendo l'aria.
Caleb in quell'urlo sentì tutta la frustrazione del suo migliore amico.
Doveva essere terribile trovarsi ad un soffio dal proprio compagno e non riuscire a trovarlo.
"Maledetto Omega ti troverò e ti farò rimpiangere di essere nato" le urla squarciarono il silenzio della notte per poi lasciare il posto solo al rumore delle zampe che affondavano nel terreno.
Craig sparì in pochi secondi mentre Caleb sospirava dispiaciuto.
Lo avrebbe lasciato da solo, era inutile seguirlo, ora aveva solo bisogno di sbollire rabbia e frustrazione.
Per quella sera non avrebbero trovato l'Omega di Craig e il suo amico lo sapeva, per quello aveva perso il controllo.
Caleb tornò verso la sua capanna e quando vi giunse poté sentire l'odore di caffè e vaniglia arrivargli fino alle viscere.
Sorrise, spostò la pelle che fungeva da porta e incontrò immediatamente gli occhi verdi di Manir.
Il suo Omega, il suo compagno, la sua Anima.
Manir era seduto sul divano a leggere un libro, la pelle di daino avvolta intorno ai fianchi lasciava scoperta una porzione di pelle dell'inguine mostrando un'eccitazione già in fase di sviluppo, segno che Manir, o meglio il suo lupo, aveva già avvertito il suo odore, la sua presenza.
Caleb si leccò le labbra, già pregustando quel piacere primordiale che sapeva avrebbe assaporato tra le braccia del compagno.
"Sei tornato tardi" mormorò contrariato quest'ultimo senza sollevare gli occhi dalla pagina che stava leggendo.
Caleb deglutì a vuoto un groppo in gola, l'eccitazione lo stava travolgendo, annebbiando i suoi sensi.
"Ero con Craig" affermò tenendo gli occhi sull'inguine di Manir.
Il piccolo Omega sollevò immediatamente lo sguardo preoccupato, di solito Caleb lo avvertiva sè doveva uscire di ronda con Craig, invece stavolta aveva tardato e basta, senza dirgli niente e questo voleva dire che c'era stata un'urgenza.
"È successo qualcosa?" domandò preoccupato, mettendosi a sedere e privando l'Alfa della vista della sua eccitazione.
"Perché ti sei mosso" sbuffò irritato, senza però rispondere alle preoccupazioni di Manir.
Era troppo concentrato sul corpo dell'altro, guardandolo con bramosia.
Caleb riusciva solo a vedere la pelle nuda che prendeva fuoco sotto il suo sguardo, tutto il resto era sparito.
Le preoccupazioni, le paure, i pensieri, tutto dissolto alla sola vista di Manir.
"Caleb!" tuonò severo l'Omega, obbligando il suo compagno a sollevare lo sguardo e dargli l'attenzione che il più piccolo stava reclamando dall'istante in cui l'altro aveva attraversato la soglia di casa.
"Ti desidero" soffiò L'Alfa guardandolo negli occhi.
Quelli di Caleb erano cambiati, erano fuoco puro.
Manir non avrebbe ottenuto risposta, non finché non avesse soddisfatto quella lussuria, non finché non avesse spento quel fuoco.
E c'era un solo modo in cui poteva farlo, allungò una mano verso il compagno in un chiaro invito ad avvicinarsi.
Caleb lo raggiunse in due falcate, afferrò la mano tesa verso di lui e la usò per attirare a sé Manir.
Lo strinse per i fianchi, spalmandosi il corpo dell'altro addosso e facendo cozzare le due erezioni.
"Dio quanto sei bello" soffiò Caleb un attimo prima di avventarsi sulle labbra dell'altro ed invadergli la bocca con prepotenza, prendendosi ciò che era suo.
Caleb non sarebbe stato delicato, era troppo eccitato e questo Manir lo sapeva.
Amava questa parte del compagno, quella animale.
E quando questa parte predominava sapeva che il piacere sarebbe stato travolgente.
Afferrò Caleb dietro la nuca, dopo aver fatto scivolare la mano tra i suoi capelli color nocciola, li strinse con forza e li tirò per interrompere quel bacio ed avere l'attenzione del compagno su di sé.
"Ti prego scopami" quelle parole gli scivolarono sulle labbra piene di desiderio e bastò quella frase per far perdere completamente il controllo a Caleb.
L'Alfa voltò il suo compagno, gli strappò la pelle di daino dalla vita lanciandola sul pavimento e lo spinse sul divano.
Manir afferrò con forza la spalliera del divano, piantò le ginocchia nei cuscini ed espose il culo.
Caleb ululò a quella vista così erotica, si inginocchiò sul pavimento e afferrò un piede del compagno, prima ne annusò l'odore e poi fece scivolare la lingua sulla pelle morbida e calda.
Lo leccò dalla pianta del piede, proseguendo per l'interno coscia, fino ad arrivare tra le natiche.
Il sapore di caffè ed eccitazione si sprigionò annebbiandogli completamente i sensi e mandando le sue papille gustative in visibilio.
Dio, quanto amava quel ragazzo.
Gli allargò le natiche e vi passò la lingua, andando a stuzzicare il piccolo anello di muscoli che si contrasse per il piacere.
Manir gemette stringendo di più le mani contro il legno duro del divano, facendo sbiancare completamente le nocche.
Caleb indurì la lingua e lo invase facendolo tremare e gemere come un animale.
"Scopami o giuro che ti uccido" urlò fuori di sé.
Caleb sorrise e invece di accontentarlo, continuò a stuzzicare la sua apertura, aggiungendo a quella tortura anche una lenta masturbazione.
Manir, quando sentì la mano forte e allo stesso tempo delicata di Caleb stringersi sulla sua erezione e muoversi con delicatezza, si voltò verso il suo Alfa per poterlo guardare negli occhi.
Quelli di entrambi erano lucidi e annebbiati dal desiderio.
Caleb lesse in quelli di Manir l'irrefrenabile urgenza di essere posseduto e non poté fare altro che accontentarlo.
Senza togliere la mano dall'erezione e continuando imperterrito a stimolarlo, puntò un ginocchio sul divano, allineò il suo membro con quel piccolo anello di muscoli che continuava a contrarsi e rilassarsi sotto il suo sguardo eccitato e lo invase con un unico secco affondo.
Manir urlò di piacere e soddisfazione.
"Va bene ora?"
"Andrà bene quando mi avrai fatto godere" lo provocò.
Caleb gli afferrò i capelli alla base della nuca, poggiò l'altra mano al centro della schiena di Manir, spingendo e facendola incurvare di più così da fargli esporre maggiormente il sedere e poi spinse in lui sempre con maggiore forza, con maggiore insistenza, senza tregua, fino a togliergli il respiro.
Le urla riempirono il silenzio intorno a loro, i gemiti divennero sempre più rochi , la pelle più lucida e madida di sudore.
All'improvviso Caleb, con la mano destra, afferrò la caviglia sinistra di Manir e con un gesto rapido lo voltò mentre era ancora dentro di lui.
Manir urlò  più per la sorpresa, mentre Caleb allungava una mano dietro di lui per proteggergli la testa ed evitare che cozzasse col legno del divano.
Ora erano uno di fronte all'altro, occhi negli occhi.
"Voglio vederti godere" sospirò l'Alfa prima di mordergli le labbra e poi coinvolgerlo in un bacio mozzafiato.
"Tieniti forte" ringhiò appena si interruppe quel contatto, lo afferrò per un fianco con una mano e con l'altra ne afferrò l'erezione ormai al limite.
Le spinte e la masturbazione assunsero un ritmo sempre più incalzante.
Manir si sentiva svenire dal piacere, chiuse gli occhi per un attimo ma il suo Alfa subito lo redarguì "Guardami!" ordinò e il suo Omega non poté fare altro che obbedire.
Riaprì gli occhi e li incatenò a quelli dell'altro.
"Sto per venire" sussurrò con un filo di voce, ormai a corto di fiato.
"E allora vieni per me" soffiò Caleb donandogli quel consenso di cui Manir aveva bisogno per esplodere ed annegare nel piacere.
Bastarono un altro paio di spinte affinché i due esplodessero tra gemiti e grugniti a distanza di pochi secondi.
Caleb, un'attimo prima di invadere Manir con il suo piacere, poggiò la fronte a quella del compagno e con un afflato sussurrò "Ti amo" per poi disintegrarsi in milioni di pezzi mentre il corpo di Manir ne accoglieva quel fuoco liquido riscaldando l'Anima.

L'Alfa e la sua AnimaWhere stories live. Discover now