CAPITOLO 26

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Louis deve continuare con la stessa velocità di adesso, per tutto il tragitto che lo divide dal cancello del campo.
Ad Harry gli sembra che sia passato tanto tempo da quando se ne sono andati, invece sono passati pochi giorni.

Il piede viene messo nel pedale del freno che da l'input alla vettura di fermarsi, il freno a mano viene azionato e la chiave viene tolta dalla sua serratura .
Le mani di Harry sono sopra le sue gambe che le guarda mentre tremano leggermente con gli occhi fissi su di loro.

Louis con eleganza scende dalla macchina per andare verso il cofano dell'auto per aprirlo ed uscire le loro valige, ad aiutarlo c'è il soldato Benedict che si ferma accanto a lui con un espressione di chi vorrebbe sapere, ma sa di dover aspettare.
Il soldato fa il saluto di fronte al suo capitano, anche se in questo momento non ha indosso la divisa, ma lo rispetta a tal punto e soprattutto lavorativamente parlando ,che non si astiene dal farlo.
Con una mano prende il borsone e la valigia del capitano e aspetta il permesso di parlare, che arriva poco dopo con un assenso del capo.

《Capo generale Tomlinson è un piacere averla di ritorno al campo, con il suo permesso porto i suoi effetti personali in camera sua. Inoltre devo avvertirla che gli altri ufficiali, mi hanno detto di dirle che hanno bisogno della sua presenza per discutere dell'imminente trasferta  》

《Grazie soldato Benedict andrò subito da loro, dopo essermi cambiato con l'uniforme nel mio ufficio 》 , con un saluto da parte di entrambi il primo a dirigersi all'interno del campo è Louis, certo che nel suo ufficio ci sia una delle sue divise, pulita e pronta per essere indossata.

Benedict si gira solo per un paio di secondi verso Harry aspettando che prenda le sue cose per poter andare insieme e dividersi ad un certo punto, per andare ognuno nella camera giusta, ma questo non succede.
Il giornalista alza lo sguardo un po assente verso il soldato e apre la bocca per poi richiuderla poco dopo non sapendo cosa dire.

《È un piacere vederti Beneduct, tu va pure, io sto ancora qui per un paio di secondi》 , il soldato annuisce e si gira per cominciare a camminare verso il campo.

Styles entra dentro la vettura per sedersi al suo posto e chiude gli occhi prendendo un paio di respiri e aprendo li poco dopo lucidi non capendo cosa stia succedendo.
Prima era così felice insieme a Louis e adesso non lo ha degnato di una parola o di un saluto se ne andato come se fosse scontato il fatto che debba andare nella propria camera da solo.
Lo sa che non è andato a giocare, ma è andato a lavoro,solo non si aspettava di essere trattato come un estraneo qualunque o addirittura come se lui avesse detto qualcosa da farli litigare senza saperlo. Adesso mille pensieri ha in testa che spera se ne vadano subito durante il tragitto dalla macchina alla sua camera.

Prende un gran respiro ed esce dalla macchina, ma prima di farlo guarda la vettura che lo ha accompagnato per il viaggio che gli ha segnato e cambiato la vita in meglio, ma in questo momento sembra che tutto fosse solo un illusione.
Il suo sguardo cade sul sedile di Louis dove ha lasciato di proposito o dimenticato le chiavi, questo non lo sa,  li prende velocemente e decide di restituirle lui stesso.
Fuori dall'auto va verso il cofano ancora aperto che chiude dopo che ha preso le sue valige e il borsone che mette sopra la sua spalla.

Si incammina all'interno del campo andando verso l'edificio che lo ha ospitato per un paio di settimana e dà le chiavi al primo soldato che incontra.

《Queste sono le chiavi che Lo... Che il Capo Generale Tomlinson ha usato per il viaggio. Io vado in camera se mi dovesse cercare qualcuno per favore dite che sono li  》, il soldato annuisce alle parole del giornalista e prende le chiavi riconoscendo nello sguardo dell'altro tristezza e amarezza, ma decide di non dire nulla perché non sono affari che gli riguardano.
Dopo il segno di saluto  prende le chiavi e si gira andando fuori dall'edificio.

La verità non è sempre ciò che vogliamo sentirci dire  Where stories live. Discover now