CAPITOLO 32

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È stata una settimana monotona ed Harry si domanda quando il suo capo lo chiamerà per informarlo dell'uscita del suo pezzo nella rivista.

Per adesso si trova a casa con la sua tazza di caffè in mano che porta alle labbra , la toglie poco dopo mettendo la mano libera sopra le sue labbra scottate dalla bevanda calda.
Era così tanto sovrappensiero che si è tolto completamente dalla testa che il caffè che stava per bere era caldo.
Fa passare qualche minuto e aspetta che passi il leggero bruciore, poco dopo riprova a bere , ma stavolta ci soffia prima e beve il suo caffè che lo aiuterà quel lunedì mattina ad andare a lavoro e a stare in piedi senza doversi sedere per un secondo.
Lava la tazza e la mette al suo posto accanto alle altre e si dirige in salotto per prendere la sua giacca e le chiavi della macchina.

Posteggia l'auto con tranquillità e sale sopra al suo piano con i caffè in mano per i suoi colleghi, grazie al campo si è abituato ad alzarsi presto la mattina senza lamentarsi , adesso lo fa con più facilità.
Posa ogni bicchiere sopra le scrivanie e va verso la sua accendendo il computer e comincia a lavorare con gli occhi puntati sullo schermo , e annuisce solamente alle solite frasi di schermo da parte degli altri nei suoi confronti.

《Hey Styles da quanto non ci vediamo?!》
《Da una settimana signor Stevenson, da quando sono tornato 》

《Vero, io sono stato in vacanza il capo ha così amato il mio lavoro del mese scorso che mi ha concesso una settimana di ferie pagate 》
《Buon per lei, se non ha nient'altro da dirmi io finire il mio lavoro qui al computer 》

Stevenson è infastidito dalle parole usate da Styles nei suoi confronti , non si parla di maleducazione o altro solo di supponenza quella che lui usa sul giornalista da quando lavora li, ma si sa quando si riceve ciò che uno dà , non si riconosce di aver fatto lo stesso errore molte volte e quello che sta ricevendo non ne altro che la risposta al suo male.
Con gli occhi chiusi in due fessure mette entrambe le mani sopra la scrivania di Harry e porta il suo viso a pochi centimetri dall'altro.

《Ti ricordo una cosa Harry, che qui dentro tu hai un lavoro perché io decido di sbagliare qualcosa nei miei documenti per permettere a te e quegli altri di portare qui il culo la mattina e ritornare a casa con uno stipendio fisso a fine mese. E se non vuoi che tutto questo finisca, mettiti di nuovo in riga se no qui non avrai più un posto a cui tornare domani 》

Styles rimane sbalordito dal discorso che gli è stato fatto, la persona di fronte a se ha rivelato la sua vera natura in parte, cioè uno stronzo di prima categoria che non fa altro che ricattare e sentirsi il capo di quel posto solo perché ha più anni di esperienza.
Vorrebbe dirgli che il posto in cui è seduto non è pagato da lui, il lavoro che svolge non è fatto di pietà, ma perché le persone come Stevenson è gli altri giornalisti semplicemente sbagliano è devono essere corretti, non c'è nulla di male, se no le persone come Harry cosa vengono assunte a fare, ed inoltre ma non meno importante anche Stevenson è stato al posto di Harry molto tempo prima, perché per fare il giornalista da un punto devi partire ed è quello di controllare i documenti correggendoli, stampando fogli e portando caffè.

Vorrebbe sputare tutto questo, ma annuisce solamente guardando il suo superiore, vedendolo andare via mentre toglie le sue mani dalla scrivania e posarle nelle tasche con un sorriso di soddisfazione , se ne va dalla scrivania del giornalista per andare a parlare con qualche altro collega o disturbare altri come Harry a lavoro solo per il gusto di divertirsi con la sofferenza degli altri.

Poggia la schiena sulla sedia girevole rilassandosi , a causa della discussione avvenuta si è innervosito ed è andato in ansia e per questo si mette comodo nella sedia chiudendo gli occhi e prendendo qualche respiro.
Sa per certo che se ci fosse stato Louis tutto questo non sarebbe successo, l'altro non avrebbe mai osato avvicinarsi così tanto al viso dell'altro, il generale avrebbe contestato fin dall'inizio il comportamento dell'altro mettendolo al corrente della verità su quello che sta facendo e di quello che dovrebbe davvero fare nei confronti degli altri, guardandolo con quei occhi freddi e sguardo duro e con la sua postura sempre corretta e le mani lunghe sui suoi fianchi .

La verità non è sempre ciò che vogliamo sentirci dire  Where stories live. Discover now