Diciannove - contraddizioni

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Cosa avrebbe dovuto fare?

Alla fine aveva afferrato quella mano che Mattia gli aveva teso.

«Per me... per me hai la stessa importanza di sempre. Per me sei fondamentale e mi dispiace davvero essermi allontanato. Quando riuscirò a capire perché l'ho fatto, ti prometto che te lo dirò»

«Christian, basta. Ne parliamo in un altro momento»

«Ok, scusa, in effetti è il tuo compleanno e-»

«Mi vuoi dare questo regalo o no?»

Si trovavano in terrazza, ed erano quasi le quattro.

«Ok, ok... premetto che non so se in questo anno - cioè, l'estate scorsa, perché prima eri chiuso in casetta ad Amici - comunque, non so se ci sei già andato. Ma so che è una città che ti piace e-»

«Mi hai spoilerato il regalo.»

«Cazzo»

«Sei così stupido...»

Il minore ridacchiò, scartando il regalo: due biglietti per Zante, per l'estate: luglio.

«Christian ma sei pazzo?! Tu- Zante? Lo sai che volevo andarci da due anni- ma che figata che è! Oddio e stiamo una settimana? No vabbè ma che figata, io ti adoro»

Gli si fiondò addosso riempiendolo di baci affettuosi sui ricci, mentre il maggiore si sentiva sollevato dopo quel momento di sconforto e apatia distruttiva che aveva provato fino a mezz'ora prima.

La presenza del biondo era in grado di salvarlo, ogni singola volta.

«Quindi... quindi vuoi andarci con me?»

«Certo!»

«Lo so che una settimana è un po' tanto... Giovanni se- se vuole può-»

«Ma sei scemo? È una cosa nostra, e poi io e Gio non siamo malati ossessivi, una settimana lontani ci sapremo stare»

Fece spallucce, mentre Christian sorrideva perché si rendeva conto che lui quando era dentro Amici aveva sofferto come un cane già al secondo giorno di lontananza dal suo amico.

«Dormi con me?»

E quella domanda gli era sfuggita dalle labbra senza che potesse frenarla, stupido idiota.

È che dormire con lui lo calmava, lo tranquillizzava, lo pacificava.

«Scusa- non... non devi»

«Sì, andiamo di sotto, ti ricordi? Come ai vecchi tempi. Quando ancora non eri stupido»

«Zitto, nano.»

«Ho vent'anni!»

«Sì, da quattro ore. Sei ancora piccolo. Lo sarai sempre»

Ridacchiando si ritrovarono in quello stesso letto matrimoniale in cui dormivano ogni volta, mentre non riuscivano a smettere di volersi bene.

Senza neanche parlare, si ritrovarono abbracciati: Mattia con la testa contro il petto del maggiore, con il battito regolare che lo stava cullando ed avviando al sonno.

Il barese si rese conto che se Giovanni avesse scoperto che lui non gli era accanto, nel letto al piano di sopra, dopo che si erano confessati di amarsi per la prima volta e avevano fatto l'amore in modo dolce e perfetto, non gliel'avrebbe fatta passare liscia - ed era per questo che aveva chiuso a chiave la porta di quella camera in cui ora si trovava con il corvino.

Era ormai prossimo ad addormentarsi, mentre il più grande gli accarezzava la schiena in modo tenero e gli riempiva la testa riccioluta di baci.

qualcosa di grande [zenzonelli]Where stories live. Discover now