CAPITOLO XIV.

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Allungo il braccio, cercando di mettermi ancora più sulle punte, ma non riesco ad arrivarci comunque.

Sbuffo: non mi rimane altra soluzione.

- Asahi!- chiamo, mentre prendo un asciugamano e me lo avvolgo attorno alla vita.

- Dimmi- Asahi apre la porta e diventa rosso di colpo.

- Potevi avvisarmi che hai addosso solo un asciugamano!- esclama, coprendosi gli occhi con le mani.

- Non è colpa mia, non arrivo al bagnoschiuma!- protesto - e poi, come se ti dispiacesse...-.

- Non è questo il punto- borbotta lui, mentre entra in bagno.

Armeggia un attimo con le mensole, spostando più in basso le cose di cui ho bisogno.

- Ti serve altro?- mi chiede.

- No, grazie-.

Lui annuisce ed esce dalla stanza.

Mi tolgo l'asciugamano ed entro in doccia.

I punti in cui ho i lividi mi bruciano leggermente, ma non è niente di che... Asahi è messo peggio di me.

Serro le labbra: se fossi riuscito a reagire, se non mi fossi fatto scoprire, lui non sarebbe stato picchiato.

Eppure, l'ho chiamato io, e sempre io mi sono lasciato proteggere. È stata colpa mia, ma lui non ha avuto esitazioni ad aiutarmi.

Oggi mi è stato veramente tanto vicino, nonostante lui sia il primo ad avere difficoltà a relazionarsi con le persone.

Per questo ho deciso di dirglielo: ormai è chiaro che sta iniziando a piacermi, se dovevo essere rifiutato questo era il giorno migliore.

Almeno, avrei avuto una botta negativa tutta insieme e poi mi sarei riuscito a riprendere da tutto quanto.

Però lui...

Sorrido: farò in modo di non sprecare questa opportunità.

Non mi importa cosa pensano gli altri, cosa dice il mondo esterno, o se una parte di me pensa di non meritarselo.

So che con lui potrò essere felice e al sicuro. E voglio esserlo.

Esco dalla doccia e mi metto il pigiama, poi lavo i denti ed esco dal bagno.

- Puoi andare!- esclamo, raggiungendo Asahi in stanza e trovandolo seduto sul letto.

Lui alza lo sguardo su di me e mi fissa per un attimo.

- Che succede?- gli chiedo.

- Stai... Bene con i capelli giù- sussurra.

- Mi rendono ancora più basso- mi lamento.

Lui si alza e mi appoggia una mano sulla testa.

- Però sei carino così- afferma.

Arrossisco appena.

- Arrivo subito; tu mettiti comodo- mi dice, per poi uscire dalla stanza.

Mi siedo sul letto, non sapendo bene come reagire.

Questa è la prima volta che mi piace qualcuno, intendendo più di un "quella ragazza è davvero figa"; siamo entrambi inesperti, eppure lui è molto più impacciato di me.

Però, ci sono certi momenti, in cui acquisisce una sicurezza tale che... È eccitante, va bene? In tanti sensi.

Riesce a lasciarmi senza parole, e io non sono uno che tace spesso.

Mi guardo attorno: la casa di Asahi è molto ordinata, però sembra quasi... Impersonale.

Mi alzo, e giro un pochino per la stanza.

ASANOYA-PICCOLA TEMPESTAWhere stories live. Discover now