CAPITOLO 1

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Finalmente era finito quel corso più noioso del solito, e Kirishima si trovava fuori al cortile con il suo amico Denki. Nel posto c'erano molti alberi, spogli delle loro foglie. Le nuvole, che velavano il sole, fluttuavano in un cielo azzurro e limpido. Il cortile non aveva un aspetto triste: era ravvivato dal giallo solare di una mimosa fiorita e dai variopinti colori, rosso, rosa, azzurro, bianco, di numerose piantine di primule disposte in alcune aiuole. 

A guardare quegli alberi spogli, con i rami scheletrici e irti che si stagliavano contro il cielo non si poteva fare a meno di pensare che, di lì a pochi mesi, si sarebbero ricoperti di fiori e di foglie che ne avrebbero completamente mutato l'aspetto.

 <<ehi amico, ti vedevo parecchio distratto oggi, cosa è successo?>> Ejjiro sbuffò. La verità è che non riusciva più a studiare tutto il giorno, molto probabilmente aveva bisogno di uscire e di svagarsi anche lui. Il rosso si passò una mano tra i capelli e rispose: <<eh amico mio, credo di aver bisogno di un po' di riposo...>>.  Il giallo alzò un sopracciglio: Ejjiro non si lamentava mai di voler riposare, era forte e prendeva i suoi impegni seriamente. 

I corsi di biologia erano i più stancanti e aveva rinunciato molte volte a non uscire per stare a casa a studiare; per intenderci, rinunciava alle uscite con gli amici, ma non alla sua macchina fotografica. Le uniche volte che usciva era per andare a pranzo con Kaminari dopo le lezioni; infatti, quest'ultimo glielo fece notare:

<<credo che tu dovresti uscire anche con noi ogni tanto, e non solo per scattare foto. So che è la tua passione e ti ripeto, mi dispiace da morire che tu stia qui a farti il culo per un lavoro che non ti piace, ma ti prego, per una volta, lascia il ruolo dello studente modello e accompagnami a fare baldoria. Non fa niente se domani saltiamo un corso>> Un leggero sorriso apparve sul viso di Ejjiro: Kaminari, anche nei momenti più bui, riusciva a dare un sorriso anche se lieve.

Ma Kirishima non avrebbe mai rinunciato al suo ruolo di studente modello, quindi, osò controbattere la parola di Denki: <<amico ti ringrazio, ma mio padre sicuramente mi butta fuori di casa se lo faccio>> <<MA CHE TE NE FREGA DI TUO PADRE! Da giovane sicuramente ha fatto qualche cazzata, ora tu in 19 anni di vita ne stai per fare UNA e ti caccia di casa?!>> Ejjiro ridacchiò: <<non hai tutti i torti, ma conosco mio padre, sicuramente lo farà>> <<ALLORA FACCIAMOLO DI NASCOSTO!>> Kirishima, dopo aver avuto il tempo di metabolizzare cosa avesse detto il suo amico, spalancò gli occhi: 

<<ANCORA PEGGIO! MA SEI FUORI!>> <<bello, hai detto anche tu di essere stanco, sei giovane, nella vita non esiste solo lo studio, ma anche il divertimento per fortuna>>. Cazzo, Denki aveva ragione. In quel momento qualcosa nel cuore di Ejjiro si smosse e, facendo l'occhiolino, rispose: <<sai cosa ti dico? Hai ragione, facciamolo!>> Kaminari, dalla gioia, gli saltò addosso. <<E VAI BRO! COSI TI VOGLIO!>> <<però, io alle mie foto non rinuncio, ci vediamo dopo le 19>> Kaminari ritornò con i piedi per terra. <<VA BENISSIMO! A STASERA CON LA BALDORIA!!>> entrambi scoppiarono a ridere. (...)                                                                                                                                               

Sì, aveva dato un cenno di assenso a Kaminari, ma adesso se ne pentiva... Che scusa avrebbe inventato per andare di nascosto alla festa? Ci avrebbe pensato dopo, adesso voleva andare solo a rilassarsi scattando fotografie. Si mise una giacca nera con sotto una camicia rossa come i suoi occhi e dei pantaloni neri attillati, e sicuramente già vestito cosi poteva andare alla festa. 

Prese le chiavi della macchina e si recò alla spiaggia di Yurigahama: era il posto perfetto per scattare foto, si vedeva un sacco di vita poiché sempre affollata e, stranamente, il mare era sempre limpido.  Quel giorno, però, era vuota; ne approfittò anche per far vedere, attraverso le sue fotografie, la bellezza di quella spiaggia senza gente. 

Così era un posto calmo, tranquillo e sicuro; c'era un buon profumo di mare e di sabbia, e si sentiva molto chiaramente il rumore delle onde: un paradiso. Ejjiro puntò l'obbiettivo verso la distesa d'acqua, poi cambiando postazione fece una panoramica di tutto il posto; chiunque lo vedeva, poteva dire che era molto assorto nel suo lavoro. 

Purtroppo quella calma finì per via di forti rumori, anzi, per delle urla: un ragazzo che sbraitava a telefono. Era un ragazzo di altezza giusta per la sua età (almeno credeva), con capelli biondo cenere appuntiti e occhi rosso rubino, indossava l'uniforme tradizionale della scuola, non aveva stretto bene in vita la cintura ed i pantaloni verdastri gli ricadevano giù dandogli un aspetto trasandato. Sembrava un ragazzo dall'aspetto molto rude, anche un po' violento, lo si sentiva da come urlava al telefono. Volavano insulti a non finire, i piedi che sbattevano in terra insistentemente.

 <<TI HO DETTO CHE IL PANE E' NELLA CREDENZA BRUTTA VECCHIA!! SE NON LO TROVI E' PERCHE' LO HA MANGIATO QUEL INGORDO DI MIO PADRE!!>> A Kirishima gli venne da ridere: davvero stava urlando per quel motivo così stupido? Per non farsi notare dal diretto interessato si girò e con lui anche la fotocamera; iniziò a inquadrare un'altra prospettiva: adesso scattava foto alla strada insolitamente vuota, quel giorno era un mortorio. 

Sentiva i passi del ragazzo avvicinarsi come un tonfo, fin quando nell'immagine non comparve la figura furibonda del biondo, ma Ejjiro ancora non sapeva del soggetto in foto. "questo ragazzo ci tiene ad apparire in foto?" pensò Kirishima con un sorriso divertito. I suoi pensieri vennero interrotti bruscamente dal suono di un telefono che squillava, così decise di rispondere. <<Ohi bro! Ma dove sei finito? Ti vengo a prendere?>> 

Kirishima non si rese conto che si era fatto tardi, erano le 20.00. Lui aveva detto subito dopo le 19. <<Scusami Denki, mi sono perso a fare foto! Dove ti raggiungo?>> <<sempre il solito sei! comunque vieni di fronte al Butterfly Kyoto Night Club, ceniamo prima e poi andiamo in discoteca>> <<un momento Denki! Che cosa invento ai miei genitori?>> <<non ti sei inventato ancora nessuna scusa?>> <<no...>> Kirishima, quando si trattava di scattare foto, si dimenticava delle sue preoccupazioni e si rilassava, poi dopo avrebbe fatto tutte le cose di fretta e con ansia. Poteva essere sia una cosa positiva sia una cosa negativa.

 <<Digli che abbiamo studiato tanto e visto che ancora ne abbiamo da fare rimani da me a dormire. Alla fine non è del tutto una bugia, solo che siamo in discoteca e non abbiamo studiato...ihihi>> <<ahah va bene amico, vengo subito>> Chiuse la chiamata. Si infilò subito in macchina e scrisse un messaggio veloce a sua madre, scrivendole: "ciao mamma, scusa se non ti ho scritto prima. Purtroppo non sono andato nemmeno a fare foto, io e Denki abbiamo molto da studiare ancora, e credo proprio che stanotte la passerò qui. Ti voglio bene <3". La risposta non tardò ad arrivare: "tesoro tranquillo, mi mancherai stanotte, ti voglio bene anche io". 

Il viaggio in macchina fu carico di mille pensieri e domande: "Sto facendo davvero la scelta giusta?" "i miei genitori lo verranno a sapere?" "sarò ancora il loro figlio esemplare e il solito studente modello se per oggi faccio cosi?" "Come farò a dirgli che ho saltato il corso se lo vengono a sapere?" "andrò lo stesso al corso anche se starò rincoglionito dopo aver fatto serata?". 

Il rosso scosse la testa, auto convincendosi che lui era giovane e ogni tanto, come aveva detto Kaminari, le cazzate si fanno. Poi, per qualche strano motivo, gli venne in mente il ragazzo che urlava per il pane nella credenza, in qualche modo lo aveva incuriosito. Lo avrebbe mai rincontrato? 


La magia della fotografia (KIRIBAKU)Where stories live. Discover now