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Avrei potuto chiedere a Matthew cosa aveva portato alla rottura tra Johnathan e Gemma, ma non erano fatti miei. Infondo a me non doveva interessare niente della sua vita. Fingere di avere una relazione non necessitava conoscere il passato dell'altra persona.

"Sei sempre così pensierosa o è successo qualcosa mentre eravate via?" Matthew si avvicinò a me e portò una mano sul mio braccio con il volto un po' preoccupato.

Chiusi gli occhi per un attimo prima di tonare alla realtà. Non mi ero resa conto di essere rimasta ferma a fissare le scale. Gli sorrisi annuendo con la testa.

Ricambiò il sorriso e mi prese poi la mano. Iniziò a camminare in direzione della cucina e lo seguì senza pormi troppe domande. Una volta arrivati in cucina mi fece segno di sedermi mentre lui prese due tazze. Non disse niente per un po', cosa davvero strana visto che da quando lo conoscevo aveva sempre qualcosa da dire.

"Mi dispiace per quello che è successo oggi..." si avvicinò con le tazze e me ne porse una. Dal profumo intuì fosse qualche tisana alla frutta. Prese posto vicino a me. "Zia e Gemma ogni tanto esagerano." alzò gli occhi al cielo come se fosse stufo della situazione.

Non sapevo cosa voleva che dicessi. Non ero arrabbiata per quello che era successo. Ero solo dispiaciuta che la mamma di Jonathan non capiva cosa lui volesse e non rispettava le sue scelte. Anche se le sue scelte erano 'frequentare' me.

"Non ti basta un Bailey? Vuoi farti anche mio cugino?" una voce stridula arrivò alle mie orecchie e quando mi voltai vidi Jessica che ci fissava con le braccia al petto e lo sguardo di chi la sapeva lunga. Pensava di aver scoperto un tradimento?

"Stiamo solo bevendo una tisana." le rispose Matthew indicando le tazze di fronte a noi. Sembrava scocciato di dover dare spiegazioni alla cugina. Poi non stava succedendo assolutamente niente.

Jessica lanciò un'ultima occhiata ad entrambi e uscì senza dire altro. Io alzai gli occhi al cielo e portai la tazza alle mie labbra. Ne bevvi un bel sorso prima di riappoggiare la tazza sul tavolo.

"Vai da lui." mi disse dopo un po' dato che nessuno dei due parlava. "Io vado a infastidire Gemma." mi fece l'occhiolino e uscì dalla cucina.

Rimasi per un po' ferma a pensare a come ero finita in quella situazione. Era strano trovarsi lì con tutti i Bailey, soprattutto se più della metà mi odiava. Scossi la testa cercando di eliminare dalla mia mente i modi con cui Jessica poteva uccidermi e mi alzai. Presi una tazza e preparai una tisana anche a Jonathan.

Bussai alla porta una volta arrivata davanti a questa e aspettai che dicesse qualcosa. Appena sentì 'avanti' aprì la porta e lui mi guardò confuso. "Perchè bussi? Adesso questa è anche camera tua."

Era seduto sul divano con il portatile appoggiato sulle gambe. Non capivo se stava lavorando o semplicemente guardava un film. Ma per quel poco che lo conoscevo ero quasi sicura che stesse lavorando.

"Ti ho portato una tisana." mi avvicinai a lui e gli porsi la tazza che lui prese e appoggiò sul mobile vicino al divano. Sussurrò un 'grazie' e tornò a fissare lo schermo e a digitare qualcosa sulla tastiera.

Andai a sedermi sul letto e presi il cellulare per rispondere ai messaggi di Chelsea che mi cercava da quella mattina. Era curiosa di sapere come si comportavano i Bailey in assenza delle telecamere e se fossi ancora viva.

Risposi ad alcuni rassicurandola di stare bene e aprì per curiosità Instagram. Ma partì subito un video a volume alto che parlava della fiamma di Jonathan Bailey e di come non fosse adatta al ruolo dato che non era nessuno di importante.

"Non devi mai guardare queste cose." improvvisamente era in piedi vicino al letto con il mio cellulare tra le mani. L'aveva bloccato e messo nella tasca dei suoi pantaloni. "I giornalisti non dicono mai cose carine e non ti conoscono. Lascia perdere quello che dicono." prese posto vicino a me. 

"Non mi interessa quello che dicono" feci spallucce e mi alzai. Avevo bisogno di farmi una doccia dopo quella camminata nel bosco. Presi delle cose dal borsone e senza dire niente mi diressi verso il bagno. Una volta raggiunto chiusi la porta alle mie spalle e girai la chiave anche se ero più che sicura che rispettasse i miei spazi e non si sarebbe mai intrufolato nel bagno.

Lasciai che l'acqua scorresse finché non diventò calda e mi spogliai. Avevo ancora freddo e l'acqua calda mi avrebbe anche aiutata a rilassarmi.

Non c'era motivo di essere tesi, infondo a me importava davvero poco se anche Gemma si aggiungeva alla lista di persone che mi odiavano. Essere perennemente insultata dai propri genitori mi aveva solo resa più indifferente a persone del genere. Le loro parole mi scivolavano addosso... o almeno dopo un po' non risuonavano più nella mia testa.

Dopo una ventina di minuti chiusi l'acqua a malincuore: il getto dell'acqua calda era davvero fantastico a contatto con la mia pelle. Mi asciugai velocemente il corpo e misi dei vestiti abbastanza comodi senza sembrare una barbona. Quando aprì la porta del bagno mi trovai davanti Jonathan con la mano sospesa in aria come se stesse per bussare.

"La cena è pronta." disse guardandomi da capo a piedi. "Hai sempre questo brutto vizio di non asciugarti i capelli?" chiese prendendone una ciocca tra le mani.

"Non è un brutto vizio. Si chiama 'risparmiare tempo'." mi allungai per prendere l'asciugamano e lo strofinai per un'ultima volta sulle punte dei capelli. "Dai, ci staranno aspettando tutti." lo superai mentre mi raccoglievo in alto i capelli con una molletta.

Scosse la testa e si avviò verso il piano di sotto con me che lo seguivo.

Tutti ci stavano già aspettando in sala da pranzo e non appena Jessica ci vide esultò e iniziò a mangiare. Questa volta ci avevano lasciato i posti vicini e Gemma era esattamente dalla parte opposta del tavolo che mi squadrava come se avessi qualcosa che non andasse. La ignorai e iniziai a mangiare in silenzio mentre nella stanza tutti iniziavano a parlare di quanto fosse meravigliosa la ragazza seduta di fronte a me.

Continuai a mangiare in silenzio ma dopo un po' sentì la mano di Jonathan sulla mia coscia così mi voltai verso di lui non capendo. Si chinò verso di me e mi sussurrò all'orecchio "Tranquilla, sei meglio te.". Tornò poi composto a mangiare facendo finta di niente.

Abbassai subito la testa cercando di nascondere l'imbarazzo. Perchè mi aveva detto una cosa del genere? Non mi importava nemmeno se stavano parlando male di me.

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