I pellicani Orafi

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Il ragazzo indicò un tavolo, poi scomparve nella calca. Ad attenderli c'era un uomo con il volto butterato e un piercing alle labbra. Indossava un elegante soprabito bianco con bottoni d'oro esageratamente grandi. Su ogni bottone era inciso il simbolo di un uccello con un becco gigantesco.

L'uomo indicò sé stesso. «Andy Patel, Pellicani Orafi. Accomodatevi.»

Ariel prese posto accanto al marito. «Pellicani orafi?»

Rosaline accavallò le gambe e lanciò i guanti sul tavolo. «È il nome della loro gilda. Hanno tutte il nome di qualche uccello: Pellicani Orafi, Rondini del Sud, Colibrì Danzanti...»

Kirson si sedette sul fianco della sedia, per lasciare il posto alla spada. «Il mio nome è Kirson Tervan, questa è mia moglie Ariel Venial e...»

«Rosaline Marquisse» lo interruppe la donna. «Delegato degli affari esteri della città-stato di Luvia, membro del parlamento della Lega Settentrionale. Figlia del famoso Generale Francois Marquisse e ministro di secondo grado dell'ordine della Sacra Alleanza Luviana.»

Kirson sentì le unghie di Ariel graffiare il tavolo.

Alcuni avventori circondarono il tavolo ergendo un muro tra loro e il resto del pub. Quasi tutti avevano il simbolo del pellicano ricamato sull'abito o esposto in qualche gioiello.

Andy Patel giocherellò con il piercing. «Se cerca di impressionarmi Marquisse, sta sprecando il fiato. Qual è il carico?»

Rosaline esibì un sorriso smagliante. «Sapone. Tre quintali di sapone.»

L'aviatore la guardò stranito per qualche secondo, poi scoppiò a ridere di gusto. Ci vollero alcuni momenti prima che riprendesse fiato. «Mi sta prendendo in giro, chiaramente.»

Rosaline poggiò il mento sulle dita. «Non mi chiede la tratta?»

Andy intrecciò le mani e poggiò i gomiti sul tavolo. «Marquisse, sono un uomo molto impegnato. Tagliamo corto, per cortesia. Mi dia tutte le informazioni senza che sia costretto a cavargliele di bocca.»

«Molto bene.» Rosaline estrasse una busta da una tasca della mantellina e la mise sul tavolo. «Partenza da Luvia, ritiro a magazzino. Il carico verrà trasferito dal personale del mittente. Tre quintali di sapone. Consegna a Solarad, nel continente di Magea. Vincolo di aeronave singola. Referente sul posto il Conte Lorgal, pagamento alla consegna.»

Kirson, sotto il tavolo, impugnò l'elsa della spada. Non trovava spazio in quella conversazione, Rosaline lo stava apertamente snobbando e gli venne il dubbio che lo stesse facendo di proposito. Sembrava volesse impedirgli di parlare. Che gioco stava giocando?

Andy aprì la busta e lesse la lettera all'interno, subito dopo la gettò con noncuranza sul tavolo. «Lei mi reputa un imbecille Marquisse, mi ritengo offeso, può alzarsi da questo tavolo.»

Rosaline raccolse la lettera e la ripiegò lentamente. «Posso chiedere il motivo di quest'affermazione?»

«È evidente che c'è qualcosa che non mi sta dicendo.»

«E quanto vale la sua curiosità, signor Patel?»

L'aviatore si sporse avanti. «Sessantamila e non farò domande.»

Rosaline picchiettò le unghie sul tavolo. «Quaranta.»

«Cinquantacinque.»

«Quarantasette.»

«Arrivederci, signora.»

Rosaline si alzò in piedi. «Cinquanta!»

Andy sorrise addentando il piercing. «Siamo in affari, signora Marquisse.»

«Signorina!» lo corresse Rosaline, poi guardò Kirson. «Resta solo da siglare il contratto.»

Kirson non era d'accordo con quella contrattazione fatta senza chiamarlo in causa. Tergiversò facendo ruotare il sigillo del conte nella tasca.

Il muro di persone intorno al tavolo si agitò e un uomo gli cadde addosso. Lui lo spinse via e si alzò in piedi.

Si trovò di fronte un bambino. «Oh, hey! Che nascondete qui dietro?»

Aveva i capelli spettinati, il viso sporco e indossava una maglietta più grande di due taglie.

Gli altri membri della gilda provarono ad acciuffarlo ma lui saltò addosso a Kirson e lo sfruttò per arrampicarsi sul tavolo.

Andy gli puntò un dito in faccia. «Stephen! Che diavolo ci fai qui? Levati di mezzo!»

«Eccheddiavolo! Ero solo curioso. Non mi sembra il caso di scaldarsi.»

Gli aviatori riprovarono ad agguantarlo, ma lui si lanciò con un salto da scavezzacollo sopra la loro testa. Incespicò nell'atterraggio, ma si raddrizzò quasi subito. «Va bene, state calmi! Me ne vado, me ne vado!»

Sgattaiolò via tra le gambe dei clienti.

Andy agguantò per il bavero un altro membro della gilda e lo trascinò a sé. «Da quando l'Accozzaglia è in città?»

L'altro alzò le spalle. «Mi pare sia arrivata ieri.»

L'aviatore si guardò attorno circospetto e riaprì la busta sul tavolo. «Concludiamo l'affare alla svelta.»

Kirson cercò il sigillo nella tasca. Non c'era più! Guardò Rosaline allarmato.

Andy indovinò subito. «Lo sapevo! Prendete quel piccolo bastardo!»

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