La scelta

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Il giorno dopo Kirson vide Rosaline attraverso le persone che affollavano il porto, l'ambasciatrice si stava guardando intorno in cerca dei due coniugi. Ariel alzò la mano per farsi trovare con più facilità.

Rosaline li raggiunse con passo nervoso, portava la maschera leggermente storta. «Si può sapere cosa significa questa storia, Kirson?»

«È esattamente come le ho scritto. Ho trovato un'offerta migliore.»

«Come sarebbe a dire? E con quale gilda?»

Ariel giocherellava con le piume di pavone che decoravano la sua nuova maschera. «Non serve che lei lo sappia. La lettera farà fede al portatore sia per il ritiro, che per la consegna della merce.»

Rosaline si guardò attorno e abbassò il tono di voce. «Quel carico è merce di contrabbando! Sia la Lega Settentrionale che le Repubbliche Indipendenti proibiscono di esportare armi orientali nel vecchio continente. Se si venisse a sapere sarebbe un problema.»

Kirson incrociò le braccia. «Sono d'accordo e mi sembra che il nuovo contratto offra più sicurezze a tal proposito.»

Rosaline si raddrizzò la maschera con il risultato di stortarla dall'altro lato. «Spero che lei sappia ciò che sta facendo perché le posso garantirle che Luvia non si prenderà nessuna responsabilità.»

Ariel la aiutò orientando la maschera in modo corretto. «Luvia deve fare solo quanto stipulato dal contratto, non è richiesto, né gradito, che si immischi più del dovuto.»

Ci fu un attimo di trambusto tra le persone che avevano intorno. Tre Pellicani Orafi, preceduti da Andy Patel, si fecero largo e li circondarono. I lavoratori sulle navi attraccate interruppero le mansioni per curiosare.

Andy Patel estrasse la pistola dalla fondina, ma non la alzò. «Signor Kirson, esigo spiegazioni.»

Kirson intravide con la coda dell'occhio Rosaline che incrociava le braccia e guardava dall'altra parte. Nella sua mente si insinuò un dubbio. Decise che era il momento di contrattaccare.

«Signor Patel, buongiorno. Quale fortunata coincidenza.» Si fermò e guardò Rosaline. «Ammesso che si tratti di una coincidenza.»

Lei non sostenne il suo sguardo.

Andy fece un passo avanti. «Dov'è il mio contratto, signor Kirson?»

«Il suo contratto? Non ricordo avessimo firmato nulla. Ne parla come se fosse qualcosa che già le appartenesse.»

«È così!»

«Quello che l'aviatore sta cercando di dire...» intervenne Rosaline bruscamente «...è che avevamo già raggiunto un accordo. La firma era una mera formalità.»

Le onde del molo sciabordarono alle spalle di Kirson. «Quell'accordo stipulato tra voi due con quella finta contrattazione?»

Rosaline diede un'occhiata infastidita ai passanti che origliavano la conversazione. «Cosa sta cercando di insinuare, Kirson?»

«Rosaline, io non conosco Lumine e le gilde, ma non sono uno sciocco. È per questo che il conte Lorgal ha inviato me. Non ho prove per insinuare nulla, ma proviamo a fare supposizioni ad alta voce. Qui a Lumine viene stipulato un pre-accordo tra mittente e trasportatore. Poi viene offerta finta assistenza al committente per trovare delle vantaggiose proposte contrattuali.»

Rosaline, con gesto teatrale, mise una mano sul petto e fece un passo indietro. «Tutto questo è ridicolo!»

«Vero?» intervenne Ariel «Come si può garantire gli interessi del contraente se un accordo è già stato stipulato a sua insaputa?»

Andy ascoltava in silenzio, nelle fessure della maschera si intravedevano gli occhi stretti e le sopracciglia aggrottate.

Kirson alzò il tono di voce. «Viene da domandarsi il motivo di tanta segretezza. Dopotutto se fossero state clausole innocue probabilmente il contraente ne sarebbe stato informato.»

Rosaline alzò una mano guantata sopra la testa. «Non ho intenzione di ascoltare ulteriormente queste diffamazioni. A dimostrazione delle sincere intenzioni di Luvia, consegneremo la merce al portatore del contratto regolarmente siglato. Tutto il resto non ci riguarda.»

Andy tese i muscoli. «Rosaline!»

«No, Andy! Non sono affari miei. Le faide tra gilde non riguardano Luvia. Vedetevela da soli.» I boccoli di Rosaline tracciarono un ampio arco quando lei girò i tacchi e abbandonò la scena. Non fu costretta a spingere, la folla si aprì per farla passare.

Ariel si appoggiò al marito. «Brava donna, non credi?»

Andy aggiustò la presa sulla pistola. «Il contratto è già siglato?»

Kirson sfoderò la spada con un gesto rabbioso.

I Pellicani Orafi estrassero pugnali dagli abiti. I curiosi intorno vociarono e presero distanza.

«E se non lo fosse, signor Patel? Cosa vorrebbe fare? Provare a strapparmelo di mano come un ladro da quattro soldi?»

I tendini del collo di Andy si perdevano dietro la maschera, ma lasciavano intuire perfettamente la mascella contratta. L'aviatore ripose la pistola e fece segno ai compagni di fare lo stesso. «A mai più signor Kirson.»

I Pellicani Orafi seguirono il loro capo fino a svanire nella nebbia della città.

Ariel carezzò la schiena del marito con una mano. «Direi che la scelta è stata fatta, non ci resta che firmare il contratto.»

Il Cielo di AshburyWhere stories live. Discover now