Capitolo 5

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"Quindi?"

"Ti ho appena raccontato del mio collega che si è innamorato di me e l'unica cosa che sai dirmi è 'quindi'? Florence, a volte ti strozzerei"

"Jane, non è la fine del mondo, basta che gli dici che non sei interessata a lui in quel modo" mi risponde lei dall'altro capo del telefono.

"Il fatto è che non lo so se non mi interessi davvero..." mi mordo l'interno di una guancia al pensiero.

"Jane? Cosa stai cercando di dirmi?"

"Florence, Matt non lo sento più da mesi ormai. Buck è... lui mi è sempre stato accanto e io ho fatto lo stesso per lui. Il pensiero di uscirci insieme non soltanto come amici non mi dispiace, ma non so se sono pronta per l'ennesima relazione. Mi sento in colpa solo al pensiero" le spiego.

"Non lo saprai finché non ti butti. Lasciati andare, hai lasciato Chicago per buttarti tutto alle spalle no? Allora fallo, e viviti Los Angeles al meglio. Incatenarsi al passato non ti farà stare meglio, penso tu lo abbia imparato ormai"

Sospiro e mi gratto la testa per qualche secondo, pensando.

"Sì" dico infine "penso tu abbia ragione"

"Io ho sempre ragione mia cara"

"Oh ma per favore" ridacchio "ora tocca a te raccontare. Come va con Jay?"

Rimane un attimo in silenzio, e io me la immagino arrossire solo al pronunciare il nome dell'uomo.

"Noi stiamo bene. Usciamo e ci divertiamo, ci confidiamo l'uno con l'altra e a volte ci incrociamo nei corridoi del Med. Quando ho bisogno di lui c'è sempre, e viceversa. Mi sento davvero felice con Jay"

"Bello sentirtelo dire. L'invito al matrimonio quando arriva?" chiedo scherzando, non aspettandomi la risposta dopo.

"Tra qualche giorno credo"

"Cosa?" esclamo, alzando la voce.

"Sorpresa! Mi ha chiesto di sposarlo!"

"Oh mio dio, Florence! È una notizia stupenda! Congratulazioni! La mia migliore amica si sposa, non ci posso credere!" saltello qua e là come una bambina.

"Già, e io voglio la mia per aiutarmi a scegliere il vestito!"

"Vado subito a preparare la valigia!"

Ci salutiamo e metto giù il telefono. Ora non ho più scelta, devo tornare a Chicago per forza! Almeno avrò una buona scusa da dare in caserma, e non il 'scusate mi manca il mio vecchio fidanzato me ne vado ciao'. Un rumore di passi mi distrae dai miei pensieri, e la figura del piccolo Christopher si affaccia alla porta.

"Chris! Tesoro, che ci fai sveglio?"

"Ho fatto un incubo" mi dice mentre mi viene incontro.

"Oh no, vieni qui" lo prendo in braccio e lo metto accanto a me sul divano "ti va di raccontarmelo?"

"Ero con te e papà al parco. A un certo punto è arrivata la mamma, mi voleva portare via, ma tu glielo hai impedito e lei si è arrabbiata tanto. Ha preso un sasso e ti ha colpito forte sulla testa. Papà ha cercato di proteggerti ma non ce l'ha fatta e..." non finisce il racconto e vedo che ha gli occhi lucidi.

"Ehi, ehi piccino non piangere. Era solo un brutto sogno, io sono qui con te ora giusto? Nessuno ti farà del male, né a me né al papà. Ci proteggiamo a vicenda noi, come una vera squadra"

Il piccolo solleva lo sguardo su di me e poi mi abbraccia. Lo stringo forte, poi lo riaccompagno a letto e rimango con lui finché si addormenta nuovamente. Gli bacio la fronte ed esco dalla camera, giusto in tempo per il ritorno di Eddie.

𝐑𝐢𝐬𝐞 𝐀𝐠𝐚𝐢𝐧 //𝕆𝕟𝕖ℂ𝕙𝕚𝕔𝕒𝕘𝕠// Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora