12. SCASSINATRICE

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"Non può e non deve, il dolore, prendere il posto della vita. Non può oscurare il manto vertiginoso delle stelle."

- Stefano Curreli

Dragon's pov:

I due si allontanarono e cominciarono a parlare. La ragazza lo guardava dal basso mentre lui dall'alto con superiorità.

Dopo una lunga conversazione che sembrava più una tranquilla discussione tra innamorati, il ragazzo gli alzò il mento e gli sussurrò nell'orecchio con un viso alquanto tranquillo e rilassato.

Lui si allontanò sorridendo e Jo rimase sorpresa dalle sue parole appena dette. Come anche io che forse sarò stato più stupito della ragazza stessa.

Quel ragazzo ha bisogno di cure mentali.

Il ragazzo gli diede un delicato bacio alla guancia. Si allontanò lentamente, mettendo le mani all'interno della tasca e andò in un'altra direzione.

I miei pensieri erano sopraffatti da quelle parole state dette dalla voce così fredda del ragazzo e mi domandai cosa pensasse questa ragazza.

Lei era rimasta per qualche secondo del tutto assente dalla realtà circostante, ma si svegliò ricordando della mia presenza. Si avvicinò a me di corsa per informarmi. «So come liberarti, tranquilla».

Avrei voluto sapere come ci sarebbe riuscita, ma lei se ne andò via. Lasciandomi solo senza raccontarmi niente. La noia e la solitudine erano ritornati a farmi compagnia. Una compagnia poco piacevole.

Avevo sentito tutta la loro conversazione, ma non credo che lei sia una scassinatrice professionale; quindi, avrei voluto tanto sapere come ci sarebbe riuscita. Avrà un amico che ci lavora o qualcos'altro in mente.

Le ore passarono e finalmente nella piazza cominciò a ritornare vita.
Gli umani si svegliarono e ovviamente alcuni venivano da me per ammirarmi o guardarmi con odio.
Come se non avessero altro da fare.

Odiavo quegli sguardi e il loro occhi. Non mi lasciavano in pace. In tutta la mia vita non ho visto altro che l'oscurità e il buio. Il giorno non si era mai presentato o mostrato, ma la notte era rimasta sempre accanto a me. I suoni erano l'inferno e non ti lasciavano dormire o avere un minuto di tranquillità. I rumori c'erano continuamente e non esisteva posto dove non esistevano.

Arrivò una coppia a farsi una foto con me nello sfondo. Li guardai con irritazione.

"Scusate, ma come vi permettete? Io non sono una statua." Sarebbe un sogno potergli dire una frase del genere per farli comprendere che ero vivo come loro e non un oggetto o una mostra.

Al massimo potevano farmi una foto dove mi trovavo soltanto io - Io il protagonista di una foto, essendo un drago affascinante e voi umani nello sfondo della mia foto come degli esseri sporchi e inferiori.

Li osservai per controllare se avrebbero fatto anche una foto dove ci sarei stato solo io.

Ma niente.

La coppia amorevole se ne andò, lasciandomi solo e infastidito.

Più tardi mentre ero terribilmente annoiato, arrivarono dei bambini a farmi compagnia. Due piccoli mocciosi con addosso delle giacche grosse d'inverno che solo a guardare mi facevano venire caldo.

Vennero a giocare con delle pistole d'acqua.

Vuote.

Di fronte a me.

In pieno inverno.

Si vedeva che avevano nostalgia d'estate.

Si sparavano a vicenda come gioco, poi loro mi puntarono la pistola contro.

L'esistenza dei DraghiWhere stories live. Discover now