23. COSA PROVI DI ESSERE?

33 2 0
                                    

"Quando incontrate un cuore che ha sofferto regalategli gentilezza."

-Max Capozzi

«La gentilezza è una forma d'amore puro, di eleganza, di attenzioni. Siate gentili, anche con chi non lo merita, perché tanto, arrabbiarsi troppo, non serve poi a molto...»

Leo's pov:

Ancora una volta mi trovai solo.

Sdraiato nel letto di una ragazza ad annusare il suo profumo di lavanda - fresco e delicato - un braccio dietro la nuca e l'altra mano a roteare l'anello che stava appoggiato al petto.

Gli occhi fissi a osservare il soffitto, tanti pensieri venire a galla e rumori infrequenti che provenivano dalla piazza.

Improvvisamente sentii passi frettolosi correre sulla neve. Qualche rischio di cadere, ma riuscì a salvarsi. I passi si avvicinarono verso la porta di questa casa. Venne aperta e chiusa con molta fretta e si affrettò di salire su per le scale.

La porta della stanza venne spalancata aperta con l'espressione di Jo che emanava felicità da tutti i pori.

«Scendi immediatamente da quel letto!»

Spostai con molta calma gli occhi dal soffitto ai suoi, smettendo di roteare l'anello.

«Per quale motivo?»

«Dobbiamo sistemarti» lei chiuse la porta e si voltò a guardarmi con le braccia conserte. «Oggi c'è una festa importante».

«E cosa centro io?» domandai perplesso per la situazione in cui mi ero cacciato. «Non sono di queste parti».

«Dai, andiamo» lei si rilassa, facendo cadere le braccia e sospirando rumorosamente.

«Potresti divertirti». Portò le mani all'altezza dei suoi fianchi.

«Lo so».

«Non sei un tipo per le feste?»

Mi alzai seduto di scatto - come se avessi udito qualcosa di insolito e assurdo.

«Ragazza mia» mi alzai dal letto mettendo le mani nella tasca dei pantaloni da tuta nere. «Io sono il re delle feste».

«Non me lo aspettavo». Lei sembrò sorpresa. «Ma ho seri dubbi».

«Dubbi?»

«Non riesco a vederti come un tipo da feste».

«Perché?»

«Cioè, non riesco a immaginare uno come te vestito elegante, ballare e sorridere».

«Sorridere e ballare come la pensi tu, no» passai la mano tra i capelli «Ma so vestirmi, quando si deve».

«Capisco» lei tenne le labbra socchiuse e continuò a osservare il mio torace scoperto.

«Anche se solitamente mi piace stare a petto nudo». Passai la lingua tra i denti, osservandola maliziosamente.

«Sì, certo». Lei batté ripetutamente le palpebre per allontanare i suoi pensieri.

«Però, oggi non vengo».

«Cosa!? Perché, no?» sembrò dispiaciuta.

«Mi manca la voglia di uscire». Sospirai.

Improvvisamente trovai Jo dietro di me che cercava di spingermi con forza, facendomi andare avanti un passo alla volta.

«Che fai?» cercai di guardare tra le mie spalle, dietro, con perplessità.

«Cerco di spingerti in bagno». Disse con sforzo mentre era impegnata di portarmi fuori dalla stanza.

L'esistenza dei DraghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora