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"Ti prego apri!"
jimin  era vicino alla disperazione: jungkook non l'aveva nemmeno degnato di
una risposta per tutti i quindici minuti che aveva trascorso a bussare alla
sua porta,perché sierra sempre rimasto a casa.
Le nocche della sua mano destra erano rosse e gonfie a forza di sbattere
contro il legno duro.
"jungkook!" 
"Se non apri giuro che sfondo la porta"
Ancora nessuna risposta, silenzio assoluto.
jimin non sapeva come si sentiva, stava provando troppe emozioni tutte
allo stesso tempo: era preoccupato per il suo ragazzo, arrabbiato a
causa del fatto che gli avesse dato buca senza alcuna spiegazione,
terrorizzato dal suo silenzio, furioso per le parole di disprezzo che gli
aveva riferito.

Aveva gli occhi lucidi, era bastato cosí poco per ferirlo.
'"jungkook ti prego" 
Se almeno gli avesse parlato, qualsiasi cosa fosse jimin era sicuro che
potevano trovare una soluzione insieme. Le sue nocche sanguinavano, rotte e aperte come se avesse fatto a pugni.
Ormai non se l'aspettava quasi nemmeno più, quando finalmente sentí
la serratura scattare.

si spostò  dalla porta mentre quella si apriva, messo in allerta dall'aspetto di jungkook.
Il viso del ragazzo era persino più pallido e scavato del solito, gli occhi
rossi e gonfi come se avesse pianto segnati da profonde occhiaie scure.
"kook--"'inizió subito jimin,placando un po la sua ira.

"Qualsiasi cosa sia successa potevi mandarmi un messaggio per farmi
sapere che non saresti venuto" fu la prima cosa che disse chiudendosi la
porta alle spalle, "Mi sono preoccupato"
jungkook si era seduto sul bordo del suo letto sfatto, il suo sguardo basso e
perso come se non lo stesse nemmeno ascoltando.
Era evidente che stesse male e jimin non avrebbe dovuto arrabbiarsi,

ma.. non era facile, soprattutto se jungkook continuava a tenerlo a distanza
e a rendere tutto cosí difficile.
"Voglio restare solo" fu l'unica risposta che ebbe dal suo ragazzo, un
mormorio cosí basso che forse non l'avrebbe nemmeno sentito se non
ci fosse stato silenzio assoluto
Nemmeno una parola di scusa.
"No" non aveva nessuna intenzione di permettergli di chiudersi e
tagliare tutti fuori.
Si sedette sul letto accanto a lui, ma se di solito jungkook si avvicinava
quando lo faceva, ora si allontanó di scatto come se la sola idea di stargli
troppo vicino gli facesse schifo.


jimin cercó di nascondere il modo in cui il suo cuore si era appena
frantumato in tante piccole parti, esattamente come avrebbe fatto un
oggetto di vetro gettato contro un muro.
Faceva male vedere il suo ragazzo in quello stato, ma essere trattato così da lui
era anche peggio.
Si impose di restare il più calmo e tranquillo possibile.
"Qualsiasi cosa sia lo sai che puoi parlarne con me" si offrí addolcendo
la voce.


Finalmente jungkook si voltó verso di lui, ma il suo sguardo era cosí freddo e
vuoto che un brivido gelido gli percorse la spina dorsale facendogli
venire la pelle d'oca.
Era terrorizzato dall'angoscia in quegli occhi. Istintivamente lo abbracció, avvolgendo le braccia attorno alla vita del
moro e stringendolo forte contro il suo petto come aveva fatto migliaia
di volte.
il castano  glielo permise, avvicinandosi a sua volta per affondare il viso nel
suo collo.
Presto jimin senti l'umidità delle lacrime contro la sua pelle, anche i suoi
occhi iniziarono a pungere


Forse non poteva capire a pieno il dolore di jungkook, ma vederlo cosí faceva
male anche a lui.
"kook..." gli accarezzó la schiena, cercando di fargli sapere che lui era lì e
che gli importava.
E poi improvvisamente si stava allontanando di nuovo,
sciogliendosi dal suo abbraccio e tornando a mettere più spazio
possibile tra loro.
"Ho bisogno di riflettere" disse poi, di nuovo freddo e apparentemente
senza emozioni.
"Non puoi tagliarmi fuori così, non è giusto!" quelle parole avevano
lasciato la sua bocca prima ancora che se ne rendesse conto.
"Non devo niente a nessuno" jungkook balzó in piedi come se il letto l'avesse
appena scottato,
"Mi devi almeno una spiegazione per avermi dato buca apparentemente
senza alcun motivo, ma soprattutto per come stai ora" jimin stava
facendo di tutto pur di non alzare troppo la voce, iniziare a gridarsi
contro a vicenda avrebbe soltanto peggiorato le cose. "mi stai  facendo
male" sussurrò.

"Sei troppo codardo anche solo per ribattere sinceramente" jungkook
grugní, una scintilla di malizia illuminó il suo sguardo.


"Prenderti a calci in culo non risolverà niente, il fatto che tu lo pensi
dimostra soltanto quanto tu sia infantile" jimin era esasperato più che
arrabbiato ormai, stanco di tutto questo e semplicemente triste... si
sentiva come svuotato e in balia di una tempesta che non poteva
domare.
Era evidente che jungkook volesse litigare e stesse facendo di tutto per farlo,
probabilmente sfogandosi su di lui .
"Ti credi meglio di me vero? Meglio di chiunque altro al mondo" non
demorse jungkook. "Come se non fossi lo stesso ,che se non fosse stato per me avresti fatto la puttana con qualcun'altro" sputó con disprezzo.


Malgrado tutto il suo autocontrollo era sicuro che se avesse parlato
in quel momento avrebbe finito per pentirsene, ma non ne ebbe
nemmeno la possibilità visto che jungkook non aveva ancora finito di
vomitare cattiverie.
"dovevi stare con mio cugino."
Improvvisamente jimin fu felice della distanza tra loro, non era sicuro che
sarebbe riuscito a controllarsi a quel punto
In ogni caso non voleva dargli nemmeno la soddisfazione di una
risposta, non se la meritava.


Come non si meritava le sue lacrime se davvero pensava quelle cose "Senti, chiamami quando te ne sarai pentito e vorrai parlarne davvero"
disse a tono, conosceva bene quanto la delusione a volte fosse peggio
della rabbia e in un certa qual misura quella era la sua vendetta,
Sapeva per certo che quando jungkook si sarebbe calmato sarebbe soltanto
stato peggio nel realizzare cosa era successo, cosa aveva fatto


"Non ho nessuna intenzione di starmene qui ad ascoltare le tue
cattiverie" continuó voltandosi per dirigersi verso la porta, ad ogni
singolo passo il suo cuore sprofondava un pó di più
"Se quelle cose le pensi davvero non disturbarti neanche a chiamarmi"
aggiunse mentre la sua mano incontrava la maniglia della porta.
jungkook  non lo fermó, non disse nulla.
In ogni caso jimin non era disposto a restare un secondo di più, le parole stavano iniziando a pesare e l'orgoglio a venir meno.

ʀɪᴅɪɴWhere stories live. Discover now