Capitolo 1

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Oggi è il mio sedicesimo compleanno! Tanti auguri a me. E sì, se mai ve lo starete chiedendo, mi faccio gli auguri da sola. Ma non perché io sia una di quelle persone altruiste, che pensano soltanto a se stessi, semplicemente perché non c'è nessuno disposto a farmeli, e il mio compleanno non me lo scordo così facilmente, soprattutto quest'anno, che c'è un piano da mettere in atto...

È da tutta la notte che lo penso, e già ho programmato passo dopo passo.
Stamattina, dopo che la signora Mary sarà fuori, cercherà tutti i bambini, per riunirli e per vedere chi, in questi giorni, si è comportato male. Io, a quel punto andrò nel suo studio, con la massima attenzione a non farmi scovare, per prendere i giusti soldi che servono per un taxi e un treno. A quel punto sgattaiolerò fuori, scavalcando dal cancello del Frecklyn, e correrò il più veloce possibile, perché la signora Mary si terrà impegnata a picchiare i bambini, poi, quando avrà finito, andrà dai ragazzi della mia età, e solo all'ora si accorgerà della mia assenza.

Le guardie verranno a cercarmi, però io sarò già sopra un treno diretto chissà dove. Piano infallibile... nella mia testa.


Sono seduta nel water del bagno femminile, ad ascoltare tutti i movimenti della signora mary, Perché il bagno delle ragazze è proprio di fronte al suo studio. Ancora è lì, indaffarata al cellulare, quindi molto probabilmente ci vorrà almeno un ora prima che si decida ad uscire. Andrò nella camera che mi è stata assegnata quest'anno.
E solo dopo 5 minuti, mi accorgo che non è stata una buona idea.

Avevo gli occhi chiusi, pensavo al mio piano, quante probabilità ci sono di fallire. E sono le stesse rispetto alle probabilità che tutto vada liscio. E proprio ero sul punto di riflettere... mi ritrovo 5 dei miei compagni accerchiati intorno a me.

-"Credi di volerla passare liscia?" Domanda Luke.
-"Credi che oggi, per il tuo compleanno sarai felice? Pensi male, cara. Sai adesso cosa ti succede? Suppongo di sì. Preparati."

Cosa cazzo stanno cercando di fare? Primo: come fanno a sapere che oggi è il mio compleanno, non se lo sono ricordati mai da quando ho messo piede in queste mattonelle.

Secondo: no, questa volta no, non mi faranno perdere la mia unica occasione di libertà, e, anche se non ne sanno nulla, trattenermi qui.

-"Basta! Ne ho abbastanza di essere picchiata inutilmente, se non vengo picchiata, sarà sicuramente per un motivo, beh, magari mi fanno piangere tutta la notte definendomi inutile, questa è anche violenza! La vostra violenza sparisce dopo meno di un giorno, la mia rimane, permanente, quindi non mi rompete più le scatole per piacere, almeno non per il mio compleanno!".

Non so dove ho trovato il coraggio di rispondere alle loro minacce, ogni volta mi tenevo tutto dentro, per evitare di peggiorare le cose. Ma ora sono cambiata, ora mi sono rotta di assistere a tutto questo, non gli ho fatto nulla, non è colpa mia.

-"Ah sì? Non me ne frega nulla delle tue violenze permanenti, devi soffrire come noi, e con la tua lamentela non mi farai cambiare idea."

Proprio a quel punto tutti si gettarono sopra di me, dandomi pugni nella schiena, nelle spalle e nella pancia, mentre Luke, il capo di tutti, continuava a darmi schiaffi cambiando guancia ogni 5 secondi. Ero stufa, davvero stufa.

-"BASTA, BASTA, BAS-".
Mentre urlavo quelle parole qualcuno mi mise una t- shirt in bocca, per evitare di farmi urlare.


Questo è tutto ciò che ricordo fin quando non mi si chiusero gli occhi. Da quel momento persi ogni conoscenza, per poi risvegliarmi dopo ore, suppongo.

Stelle sopra le nuvoleWhere stories live. Discover now