È davvero qui?

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Continuo a guardare confusa il telefono, poi collego le cuffie ed ascolto la musica, facendo finta di niente.

È solo un'illusione, come diamine è possibile che sia davvero qui?

Non può essere qui, sarebbe da matti seguire una ragazza che odi fino all'altra parte del mondo. Sarebbe una pazzia. Beh non mi sembra tanto male una cosa così, anzi sembra molto dolce. Volto lo sguardo verso la quercia e lui non c'è più. Avevo ragione era solo un'illusione. Mi alzo dal davanzale e vado verso l'armadio per vedere come vestirmi oggi. Prendo un leggins nero ed una maglietta monospalla a maniche lunghe grigia. Mi preparo tutta per questa giornata faticosa, nonché ultima che passerò qui.

Quando sono pronta apro la finestra della mia stanza e vado in salotto per vedere il mio album fotografico. Lo prendo e torno in camera mia. La porta è accostata e quando entro vedo Victor seduto sul mio letto. Ok io adesso vado dallo psichiatra a farmi controllare!

« Aurora tranquilla è solo la tua mente, che ti fa pensare che lui sia qui» sussurro per convincermi che sia solo finzione.

Ma, seriamente! Io sono impazzita, basta. Mi avvicino al letto e mi ci distendo sopra a pancia in giù, è solo un miraggio, devo stare calma.

Apro l'album e la prima foto ritrae me nella culla e sotto mamma ha attaccato la fascetta rosa con il mio nome, che mi hanno messo quando sono nata.

« Aurora, possiamo parlare?» Mi giro spaventata, è una mia impressione o Victor ha parlato? « è una settimana che aspetto che tu sia sola per poterti parlare»

Mi alzo di scatto in piedi sul letto, anche se troppo velocemente, ho sbattuto la testa contro il tettuccio del letto. Fa male....tanto male.

Lo guardo alzarsi dal letto e posizionarsi al centro della stanza, mentre io scendo molto lentamente, cercando di non ferirmi.

« Ok, no. Dove ha detto che era il manicomio, Cristina? No, io adesso chiamo il padre di Leo e mi faccio fare una visita. Sono impazzita a tal punto da immaginare anche Victor che cammina e parla per la mia stanza?!»

« ehm guarda che io sono qui, sono reale, non sei impazzita. E comunque hai un bernoccolo»

« sei davvero qui? Ma come hai fatto? Quando? Perchè? È uno scherzo?» mormoro guardandolo confusa.

« calmati, si sono qui, ho preso l' aereo con te, il tuo stesso giorno e l'ho fatto per parlarti. Quindi ora stai zitta e mi ascolti» Sbatto le pallebre incredula, quando riapro gli occhi è davanti a me.

« tu sei pazzo....come ti salta in mente di fare una cosa del genere?»

« ti ho detto di stare zitta, quindi ora io parlo e tu ascolti» annuisco incredula che lui sia qui.

Guardo i suoi occhi e rimango incantata, lui sta guardando i miei, poi con una mano mi prende il mento e mi tiene ferma la testa. Il mio sguardo fisso nel suo, quei due occhi che non ho fatto altro che sognare, disegnare e amare. Il mio sguardo rispecchia tutto ciò che gli vorrei dire, tutto ciò che dovrei confessare.

Sposto lo sguardo sul mio telefono che ha iniziato a suonare con la suoneria attribuita a Simona.

« lascia perdere, la chiamerai dopo» Riporto lo sguardo su di lui e questa volta noto che i suoi occhi non sono come sempre, le pupille dilatate e il colore molto più intenso.

Non riesco nemmeno a formulare una risposta che lui mi bacia, ed ecco che crollo. Un bacio come il primo, questa volta però ricambio subito, trasmettendo i miei sentimenti in questo unico contatto, che tanto desideravo. Un modo per fargli capire che mi piace. Riesco a percepire i suoi sentimenti e sono simili ai miei. Capisco che lui ci tiene a me, non so quanto ma mi basta saperlo. Quando ci stacchiamo, siamo entrambi senza fiato e lui mi cinge la vita con un braccio.

« finalmente! Sai che significa due mesi ad aspettare? » sussurra lui a qualche millimetro da me.

« posso capirlo, anche perché pure io ho aspettato. Però forse è meglio se parliamo» divento rossa e mi siedo sul letto con lui al mio fianco « Victor non sapevo come dirtelo, ma Leo mi ha aiutata ed ora ho trovato le parole giuste. Quindi....non so se per te è la stessa cosa, anche se ne dubito, ma tu mi piaci. Mi piaci dal primo momento in cui ti ho visto. Quando poi ci siamo presentati mi sono sentita strana e non capivo che succedeva, fino a qualche mese fa. Lo so ti sembreranno le solite stupidaggini da bambina sdolcinata quelle che sto dicendo ma tu mi piaci e molto. Non riesco a passare una notte in cui tu non compari. Non riesco a non pensare alle poche volte che abbiamo parlato...»

« fermati, Aurora per me non è la stessa cosa. Tu non mi piaci. Io ti a-am-amo... ti ho seguita dal Giappone fino a qui, un paese che nemmeno conosco, solo per poterti parlare. Ho desiderato baciarti da quando ti ho vista arrivare con Aitor in spiaggia. Ho chiesto io stesso a lui di presentarci. Non sono bravo con le parole anche perchè non parlo molto, ma spero di avertelo fatto capire» appena finisce di parlare mi bacia di nuovo ed io mi perdo ancora.

Questa volta sento fischiare e ci stacchiamo subito. Io la uccido....Non dovrebbe essere in classe?

« tata, se devi baciarti con il tuo ragazzo, chiudi la porta grazie. Ah, approposito io sono Cristina, la sorella di Aurora» si avvicina tendendo la mano al blu, che un po titubante la stringe mormorando il suo nome.

« Cri, potresti spiegarmi perché sei qui?» chiedo curiosa.

« non mi andava di andare a scuola, così ho salato. Tu non mi hai vista ed io non ho visto te ok?»

«ehm...ma io ci devo stare a casa. Ma va bene starò zitta. Poi la firma te la faccio io» Dico congedandola, però lei prima che vada via, si butta tra le mie braccia facendomi allungare sul letto.

Guardo la porta chiudersi, allora riepilogo degli ultimi 20 minuti ...Victor è qui, ha detto che mi ama, ci siamo baciati due volte, è arrivata mia sorella, che mi ha ucciso con un suo abbraccio. Una cosa normale direi.

« sieti identiche, solo che tu sei più bassa e i capelli sono diversi» sussurra il blu facendomi riportare lo sguardo su di lui.

« chissa come mai i miei capelli sono diversi... forse sono stati colorati da qualcuno» dico alzando gli occhi al cielo.

« scusa, so che ti sei fatta anche dei lividi, possi vederli?» mi alzo le maniche della maglia e rivelo i segni violacei sulla mia pelle « fanno male?» chiede sfiorandomene uno mentre io sussulto.

« si, poco però. Mi da solo fastidio averli» sussurro abbassando le maniche.

Continuiamo a guardarci finché non mi decido a parlare « dove sei stato tutto questo tempo? »

« con te, a guardarti tutti i giorni finché non andavi a dormire, poi andavo anch'io in hotel»

« Quindi non hai visitato la città?» chiedo trattenendo un sorriso da ebete, sperando che dica no.

« no, sono stato tutto il tempo a guardarti »

Divento subito rossa, poi un sorriso furbo si forma sulle mie labbra « bene, allora preparati che ti porto a fare un giro per Ascoli»

Prendo il giubbotto, telefono, borsa e chiavi, poi prendo Victor per un braccio e lo trascino fuori casa urlando a mia sorella « ta' esco! »

IEGO: Aurora♥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora