38. Perché essere soli è diverso da sentirsi soli

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Draco rischiò di affogarsi mentre beveva l'acqua.
"Futura sposa?!" sputò fuori il biondino con stupore, guardando ora suo padre, ora sua madre. Narcissa gli mise una mano sul braccio, cercando di calmarlo.
"Stai tranquillo tesoro, è solo un incontro e non c'è assolutamente nulla di programmato. Vero Lucius?" disse la donna, calcando sul nome del marito. Malfoy senior però non rispose, iniziando a mangiare ciò che gli elfi avevano appena servito.
"Ciò che importa, in ogni caso, è che non sarà nulla di ufficiale. Loro sono comunque una famiglia purosangue e, indipendentemente da come andranno le cose, pensiamo che potrebbero essere degli ottimi alleati, addirittura amici forse."
Draco scostò la mano della madre dal suo braccio, cominciando a scaldarsi.
"Pensavo che avessimo chiarito questo discorso, più chiaro di come l'ho detto l'ultima volta non è possibile! Le ragazze non mi piacciono! Non credo nemmeno di riuscire ad andarci a letto, nemmeno se fosse per dovere! Non mi si alzerebbe nemmeno!" disse tutto in modo frenetico, quasi senza respirare tra una frase e l'altra.
Lucius rimase basito dal modo di esprimersi del figlio, tanto che non riuscì a replicare subito. Mentre Narcissa era più comprensiva e cercava di sorvolare sulla questione del linguaggio, sapendo che suo figlio era solo arrabbiato e sotto pressione. Ma tutto ciò che la donna riuscì a dire furono poche parole.
"Credevo che avessi avuto la tua prima volta con Pansy"
"Pansy, il fratello di Pansy, fa poca differenza" rispose Draco con noncuranza, facendo un gesto con le mani per dire di lasciar perdere. In quel momento aveva ben altro a cui pensare. Cercò di ricomporsi e parlare con fermezza, ma in modo pacato.
"Padre, domani conosceremo queste persone e mi sta bene. Ma io non posso accettare questa situazione e mai potrò: vuoi maritarmi ad una persona che non potrà mai piacermi, non è giusto! Non lo è per me e non lo è per lei. È una partita persa ancora prima della liberazione del boccino, non può funzionare."
Il biondino si appoggiò allo schienale della sedia. Si sentiva stremato, come se avesse corso una maratona.
"Domani incontreremo questa famiglia, adesso mangiamo." concluse il discorso Lucius, prendendo il tovagliolo e posandoselo sulle gambe con eleganza.
"Non ho fame. Con il vostro permesso, mi ritirerei in camera mia." disse Draco, quasi sottovoce. Narcissa lo lasciò andare subito, immaginando il bisogno di suo figlio di stare un po' da solo.

Una volta in camera sua, Draco si lasciò cadere sul letto. Si sentiva svuotato di tutte le forze che aveva. Le cose stavano andando bene e poi tutto era precipitato. Adesso doveva trovare una soluzione per il matrimonio, soluzione che non era neanche sicuro esistesse. A volte suo padre poteva essere davvero testardo. Inoltre ora doveva anche trovare un modo per scusarsi per il suo comportamento, ma senza scusarsi sul serio, perché comunque aveva ragione lui. Era più che comprensibile un linguaggio non del tutto consono in una situazione del genere. Lui davvero pensava che dopo Natale le cose fossero state chiarite. Ci credeva perché ci credeva anche Harry. Harry... Sarebbe stato molto patetico se avesse ammesso che gli mancava? Era cosciente del fatto che era quel Grifondoro da strapazzo ad aver rovinato tutto e non lo avrebbe perdonato molto facilmente. Ma questo non gli avrebbe vietato di ricordare come erano perfetti assieme. Erano ciò che aveva sempre sognato, anche se all'inizio era stato strano stare così bene proprio con colui che per anni era stato il suo sfogo per l'odio. Ma i libri insegnano che tutte le migliori storie d'amore nascono dall'odio.
Quando era con Harry tutto gli sembrava possibile, credeva di poter fare qualsiasi cosa, sistemare qualsiasi errore. Lo pensava davvero. Adesso invece erano al punto di partenza, forse anche più indietro. Erano di nuovo estranei, nei corridoi non si vedevano nemmeno. Diciamo che Draco faceva finta di non vederlo, anche se in realtà il Grifondoro era il centro della sua attenzione. E gli faceva male vedere come riusciva a essere felice anche senza di lui. Perché Draco non ci riusciva. Ci provava, fingeva, ma non ce la faceva.
E poi gli venne un'idea, forse un'idea folle. Perché non scrivere a Potter? L'aveva aiutato in passato, magari, nonostante la situazione, era ancora disposto a farlo. Tanto cosa aveva da perdere?
Tutto. Tutti i progressi che aveva fatto dal giorno in cui Pansy gli aveva mostrato la foto sarebbero andati persi. Tutta la sua dignità, perché a quel punto non gliene sarebbe rimasta nulla. Avrebbe rovinato il suo rapporto con Pansy, sapeva che lei non avrebbe mai approvato. La sua migliore amica non aveva mai più riscritto a un ex che fosse uno, figuriamoci se gli avrebbe permesso di mandare un gufo a colui che ha tradito il suo migliore amico con la ragazza con cui stava uscendo lei. No. Decisamente non una buona idea.
Non gli avrebbe scritto, ma dentro di sé credeva che se l'avesse fatto, Harry avrebbe davvero potuto aiutarlo. Perché, indipendentemente dal fatto che non stavano più assieme, Draco non voleva sposarsi con una qualsiasi purosangue solo per generare un erede di razza. Qualche volta si sentiva davvero un cavallo quando suo padre cominciava con le sue litanie sui purosangue. E il suo stomaco brontolò sonoramente. Il biondo sbuffò.
"Non avrei dovuto saltare la cena"
Decise comunque di non scendere in cucina per non rischiare di incontrare suo padre.

Da duello a durello  || DRARRY ||     [aggiornamenti lenti]Where stories live. Discover now