39. Matrimonio?

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"Dovresti smetterla"
Harry alzò lo sguardo sulla sua migliore amica, senza capire di cosa stesse parlando, né a chi lo stesse dicendo.
"Io?" chiese confuso. Hermione alzò gli occhi al cielo, ma gli sorrise con tenerezza.
"Sì, sto parlando con te. Dovresti smetterla." ripeté nuovamente.
"Di fare cosa?" la confusione così tanta che gliela si poteva leggere negli occhi verdi.
"Di fingere di studiare quando invece stai pensando a Malfoy."
Harry la guardò con stupore.
"Io non stavo pensando a lui!"
Hermione lo guardò con il fare di chi sapeva molto più di ciò che diceva.
"Va bene. Allora dimmi: che cosa stai leggendo?"
Harry aprì la bocca, ma nulla uscì dalle sue labbra. Si schiarì la voce e trovò in fretta una scusa.
"Non lo so, mi hai distratto, non mi ricordo più." disse infine, cercando di evitare lo sguardo dell'amica.
"D'accordo. Allora dimmi almeno che materia stai studiando."
"Io... ehm... Non lo so." sussurrò infine, conscio del fatto che non ne sarebbe uscito mentendo. Il suo sguardo si spostò fuori dalla finestra della biblioteca, finendo sul momentaneamente fermo Platano Picchiatore. Hermione poggiò una mano sul braccio di Harry, accarezzandolo con dolcezza.
"Devi cercare di non pensarci e andare avanti. Lui- loro lo hanno fatto, quindi è meglio se lo facciamo anche noi. Non possiamo permetterci di fallire i nostri esami solo perché non pensiamo ad altro che a due vili Serpeverde. Non possiamo."
Gli occhi del moro si inumidirono in un lampo alla realizzazione di quanto Draco avesse ancora effetto su di lui, mentre lui non aveva alcun valore per il biondo.
"Io ci provo. Giuro che ci sto provando ma - gli si spezzò la voce e abbassò lo sguardo, per non mostrare a Hermione quanto in realtà fosse fragile - Non so cosa dovrei fare. Come faccio a non pensare a lui quando ogni cosa me lo riporta alla mente? In ogni luogo qui a Hogwarts ho un ricordo di com'ero felice insieme a lui e... non so se posso farcela. Non so se voglio farcela. Non so se voglio riuscire a superare tutto questo. Perché vorrebbe dire che ho accettato di lasciare andare quella felicità per cui ho lavorato tanto. Ho ucciso Voldemort, per Merlino, non pensi anche tu che io mi meriti un po' di felicità?"
E la ragazza non poté che rispondergli con sincerità, sentendo dalla sua voce come quella situazione avesse impattato sul suo migliore amico.
"Sì, certo che ti meriti di essere felice Harry. Anche più di tanti altri."
Il moro si asciugò gli occhi con una manica e cercò di stabilizzare il suo respiro.
"Allora che male c'è se è lui a rendermi felice?"
Hermione si alzò dalla panchina e andò a sedersi vicino a lui, tirandolo in un abbraccio.
"Vuoi provare a mettere le cose a posto con Draco? Sei sicuro di essere pronto a perdonarlo?"
Harry la strinse un po' più a sé.
"Non lo so, ma voglio parlargli. Ho bisogno di sapere perché l'ha fatto. Ci ho pensato tanto e ogni possibile spiegazione che mi viene in mente mi sembra più assurda di quella di prima. Ho anche preso in considerazione la possibilità di un clone alieno! - una lieve risata lasciò le labbra di entrambi, poi Harry sospirò e continuò - Solo Godric sa quanto non mi fa bene stare nell'ignoto. Anche se non sarà la risposta che vorrei, anche se farà male, ho bisogno di sapere perché."
Hermione gli accarezzò i capelli, cercando di confortarlo.
"Vorrà dire che glielo chiederemo insieme."
Restarono in silenzio per un po', quando poi si districarono dall'abbraccio e decisero di tornare in sala comune, entrambi senza l'intenzione di studiare ancora.
"Sai, in fondo lo sapevo." disse il moro sulla via per prendere i libri per la lezione di Trasfigurazione. Stavolta fu il turno di Hermione di essere confusa.
"Sapevi cosa?" chiese lei in risposta, evitando un Tassorosso del primo anno che correva per le scale, probabilmente in ritardo per qualche lezione.
"Sapevo che anche tu ci pensi ancora e che non hai abbandonato la causa."
La ragazza partì subito a difendersi.
"Certo che ci penso ancora, non sono stati molto gentili. Ma l'ho superata completamente." disse scuotendo la testa per togliere dei capelli che erano caduti in avanti. Harry sbuffò una mezza risata nella sua direzione.
"Sì, certo. Prova a ripeterlo e stavolta vedi di non arrossire." la stuzzicò, facendole colorare ancora di più le guance.
"Va bene, forse non l'ho superata proprio del tutto. E con questo?" ribatté lei, ancora sulla difensiva.
"Non c'è bisogno di chiudersi a riccio, Mione, ti ricordo che sono nella stessa identica situazione. E volevo dirti che mi dispiace che ci sia finita in mezzo anche tu. Sono stato così preso dal mio dolore da non rendermi conto che anche tu lo stavi vivendo." ammise Harry con la testa bassa, evitando di pestare le righe delle mattonelle con i piedi.
"Non fa niente, nemmeno io sono stata poi così presente negli ultimi tempi. Forse la persona con ci dovremmo scusarci è Ron, ho l'impressione di averlo tralasciato un po'." ragionò a voce alta la ragazza, incontrando un sentimento simile nel migliore amico.
"Già, anch'io. È stata una mia impressione o nell'ultimo mese è stato lui a passarci gli appunti, che erano anche leggibili incredibilmente, e a ricordarci i compiti delle varie lezioni?"
Hermione ci pensò per qualche momento, realizzando che Harry aveva ragione.
"Dovremmo fare qualcosa per ringraziarlo, non so, tipo una torta."
"O del pollo a sorpresa."
“Pollo a sorpresa?”
“Un pollo a sorpresa.”
“Cosa sarebbe un pollo a sorpresa?”
“Ah non lo so, sei tu quella intelligente, dimmelo tu.”

Da duello a durello  || DRARRY ||     [aggiornamenti lenti]Where stories live. Discover now