capitolo 3

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raccontai a Steve tutto quello che facemmo io ed Eddie quando arrivai alla parte in cui ci togliemmo i vestiti a Steve venne quasi un colpo. saltai la parte in cui lo abbracciavo però gli raccontai dei tuffi delle capriole sott'acqua ecc... mi si stampò un sorriso in faccia mentre parlavo di Eddie e Steve lo notò ma non disse nulla. quando tornammo a casa trovammo i nostri genitori che preparavano la cena, non li vedevo da un mesetto e vederli mi ha fatto strano. ci sedemmo a tavola e mangiammo. non volò una mosca, fin quando steve disse
"com'è andato questo viaggio di lavoro?"
loro risposero con un semplice
"bene" non gli importava come andasse a noi parliamoci chiaro.
finì velocemente di mangiare e andai sopra, però sentii qualcosa che picchiettava il vetro della mia finestra. Munson. lo vidi gli chiesi che volesse
"avevo bisogno di vederti" disse lui.
lo feci salire senza farsi scoprire e appena entrò in camera si sedette sul letto
"sai volevo passare un po' di tempo con te perché mi mancava la tua presenza" a queste parole sentii un forte formicolio nella pancia. cazzo. sapevo cosa significasse. mi stava iniziando a piacere, mi ero ripromessa che dopo l'ultima non avrei avuto più relazioni per un bel po'.

Eddie mi prese il polso come per tirarmi a sedere vicino a lui, ma lo ritirai subito.

Eddie ancora non aveva capito il perché del mio comportamento. allora si alzò in piedi e mi prese con la mano sul fianco avvicinandomi a sé
"sai che io non ti torcerò mai un capello? chiunque ti abbia fatto venire questa paura per i polsi sappi che con me sei al sicuro" affermò.
ma come potevo credergli?
mi sedetti sul letto appoggiata con la schiena sul muro e feci spazio al ragazzo che non perse un secondo nel sedersi di fianco a me
"sai un annetto fa circa, ero fidanzata con un ragazzo, kol. all'apparenza sembrava una relazione normale, quasi una relazione perfetta. ma come avrai capito non lo era. io e lui non facevamo che litigare. per poi fare pace dopo neanche due ore aver litigato perché nessuno dei due riusciva a stare senza l'altro. non era amore. ma dipendenza. era un ragazzo aggressivo, aveva attacchi di rabbia e quando aveva attacchi di rabbia in mia presenza e osavo toccarlo prendeva i miei polsi e li stringeva finché non lo supplicavo di lasciarmi. beh non mi ha mai effettivamente messo le mani addosso ma stringeva i polsi molto forte e alla fine mi riempì di corna dicendo che non mi amava più perché ero pesante. ero noiosa" Eddie rimase fermo a guardarmi tutto il tempo quasi scioccato
"mi trasmise lo sfogare tramite la rabbia" dissi mostrandogli le nocche
Eddie era sorpreso da tutto ciò
"mi autolesionavo, non mi tagliavo, mi grattavo, mi facevo certe ferite e se guardi attentamente in alcuni punti non prende l'abbronzatura, è rimasto il segno" mostrai ad Eddie il mio braccio lui non sapeva che dire o che fare. ma vedeva che ero in difficoltà nel raccontare queste cose e mi abbracciò senza dire nulla, scoppiai a piangere tra le sue braccia.
"non ho raccontato questa cosa a nessuno, ti prego non pugnalarmi alle spalle" dissi io singhiozzando.
"ei guardami, non farò mai niente che possa ferirti, lo giuro"
presa dal momento lo baciai, la mia lingua si intrecciò alla sua. provavo emozioni mai sentite, farfalle ovunque. ma volevo di più. non mi bastava. volevo che fosse mio, volevo che tutti sapessero che fosse mio.

allora scesi iniziai a baciargli leggermente la guancia finché non arrivai al collo, gli feci un enorme e visibile succhiotto.
"così tutti sanno che sei proprietà privata" dissi.
sorrise e mi baciò con più foga, mi prese per i fianchi e delicatamente mi spostò a cavalcioni su di lui, mentre vivevo questo momento magico con Eddie entra Steve

ovviamente. che cazzo.

"oi mela hai preso la mia magliett- MELISSA E EDDIE?" urlò.

dannazione Steve, ci sono anche i nostri genitori. cosa ti urli?

steve corse nella nostra direzione e ci staccò prendendomi per il braccio. Eddie si alzò di scatto e iniziò a balbettare qualcosa. Steve preso dalla rabbia gli diede un cazzotto. iniziai a piangere e strattonai steve per poi farlo cadere

"vai via, VAI VIA CAZZO" Steve urlò ancora di più finché non vennero i nostri genitori. ecco qua.

"chi sei? che ci fai in casa nostra?" domandò mio padre

"sono un amico di vostra figlia" rispose Eddie

"che ci fai a quest'ora qui?" mio padre iniziò ad innervosirsi. perché stava iniziando a capire cosa fosse successo

"eddie era passato a salutarmi dato che stava tornando a casa però a Steve non sta molto simpatico, ma non fa niente perché eddie se ne stava per andare, non è così Eddie?" dissi per parare il culo a quello svitato.

era una domanda retorica. ovviamente. Eddie scese le scale e andò via. dato che mamma e papà erano mezzi addormentati credettero alla mia storiella e appena tornati in camera Steve mi mise una mano sulla spalla e disse
"a me non da fastidio che stiate insieme o che siate solo amici o che vi frequentiate ma non dovete scopare, e se lo fate non sotto il mio naso o quello dei nostri genitori. sei grande non voglio dirti quello che puoi fare o che non puoi fare, ma renditi conto della situazione. ora vai a dormire. e se devi chiavare ti prego non farti vedere da me se no è la volta buona che quello ci rimane secco." dice per poi andarsene e chiudere la porta alle sue spalle.

mi misi seduta davanti alla finestra mentre guardavo il furgoncino di Eddie farsi più lontano. cazzo e mo chi li sente i miei genitori domani mattina.

mi misi nel letto e mi addormentai abbracciata al cuscino. per poi svegliarmi senza nessun fratello che mi rompeva le palle e nessun genitore che mi assillava di domande per l'accaduto di ieri. strano. guardo l'orario e realizzo che è domenica. grazie al cazzo che nessuno mi aveva ancora rotto i coglioni. erano le 9:00 di mattina, dormivano ancora tutti. allora mi addormentai nuovamente.

𝒔𝒕𝒖𝒑𝒊𝒅 𝒃𝒐𝒚//𝒆𝒅𝒅𝒊𝒆 𝒎𝒖𝒏𝒔𝒐𝒏Where stories live. Discover now