Colpi Bassi

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Genere: angst
Parole: 628
tw: morte personaggio inventato ai fini della ff
Pov: Manuel






Manuel sente la presa sulla chitarra mancare.
Non può essere. Non deve essere vero.
Linda fino a ieri era lì sorridente, che cantava con lui, seppur flebilmente.
Com'era possibile?

Avverte la terra sotto i piedi iniziare a mancargli. La stanza farsi più stretta.
Deve uscire.
Scappare da lì.
Prendere aria, perché non crede ce la farà.

Lascia cadere la chitarra e corre via, cerca la terrazza dell'ospedale o l'uscita più vicina.

Schiaccia il maniglione della porta antipanico e si ritrova fuori da quell'incubo, almeno fisicamente.

Erano due mesi che svolgeva i servizi socialmente utili in quell'ospedale. Da qualche settimana aveva anche iniziato ad intrattenere i bambini del reparto di pediatria con la sua chitarra.

Aveva visto nascere sorrisi spontanei dietro la sofferenza.
Aveva visto una luce accendersi negli occhi dei piccoli pazienti ogni volta che entrava nelle camerate con la chitarra stretta tra le braccia.
Aveva imparato anche un sacco di canzoni dello zecchino d'oro degli ultimi anni. Cosa che non credeva nemmeno possibile.
Ma soprattutto aveva imparato che tra quelle mura c'erano una marea di realtà a lui sconosciute prima di quel momento.

Una di quelle era la scuola in ospedale.
Aveva conosciuto anche il maestro Simone, che aveva all'incirca la sua età.

Sente una mano poggiarsi sulla sua spalla e quando si volta è proprio il maestro che vede lì.

<<L-Linda>> riesce a dire tra un respiro pesante e l'altro. Gli manca l'aria nonostante ora si trovi all'aperto.

L'altro lo tira a sé, perché sa cosa sta per succedere e gli porta una mano tra i capelli ricci. Manuel si aggrappa a quella stretta. Si aggrappa con tutta la sua forza perché non crede di riuscire a restare in piedi.

Nei suoi 28 anni di vita poteva dire di essere grato perché non aveva mai vissuto la morte di qualcuno a lui vicino.

E Linda era la prima.

La prima che gli aveva messo davanti quella triste realtà.
La realtà che la morte è l'unica certezza della vita e come tale esiste sempre.
Esiste quando meno te l'aspetti, tra i sorrisi di persone innocenti che del mondo hanno visto solo la parte oscura ma che nonostante quello hanno saputo guardare con le lenti giuste quel poco che la vita gli ha dato.

È Simone a spezzare il suo flusso di pensieri <<Se c'è una cosa che ho imparato è che se devi piangere, fallo. Subito, non trattenerti>> glielo sta sussurrando all'orecchio, tenendolo stretto quasi a non volerlo far crollare. <<Se devi prendere aria, fallo>>

Ed è in quel momento che Manuel inizia a lasciarsi andare tra le braccia di un ragazzo che - fino a qualche giorno prima - gli stava antipatico.
Piange disperato tra le sue braccia. Singhiozza perché non riesce più a trattenersi e si lascia completamente andare tra le braccia di Simone. Non si accorge nemmeno del fatto che gli sta completamente riempiendo il camice di lacrime. Percepisce solo il fatto che si sente mantenere a galla da quelle braccia.

<<La vita è una gran bastarda tra queste mura e non ci si abitua mai, ma puoi scegliere di non sottostare ai suoi colpi bassi>>
È dopo quella frase che Manuel sente le mani di Simone stringersi sulle sue guance e ascugargli le lacrime in eccesso per poi abbracciarlo di nuovo.

<<Una volta usciti da qui, pomeriggio, andiamo a prenderci qualcosa insieme. Okay?>> Manuel sorride leggermente a quella offerta. Vorrebbe ringraziarlo in eterno ma i singhiozzi spezzano ancora la sua voce, quindi si limita ad annuire.

<<Vado a recuperarti la chitarra. Stai un po' fuori con lei, vedrai che ti aiuterà>>

E Manuel riesce ad essere grato, con tutto se stesso, perché quello che riteneva antipatico l'ha sorretto e non l'ha lasciato cadere nel momento in cui tutte le sue certezze sono completamente crollate.


















Note:

Questa flashfic fa parte della storia "Diario di bordo".

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