22) Il conte di Cardiff

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Il profumo del gelsomino e muschio selvatico mi entrò diritto nelle viscere accendendo il pulsante delle mie emozioni e l'interruttore nella mia testa, che scattò come una molla ricordandomi una persona, una precisa persona, quella particolare persona, lui. Realizzai che c'ero dentro più di quanto volessi esserci, in quel gioco di sentimenti, più di quanto avrei creduto, più di quanto potessi immaginare. Ero perplessa, sorpresa, arrabbiata e felice contemporaneamente per il fatto che Dylan un passo alla volta era riuscito a scavalcare la soglia del mio muro impenetrabile, fatto di riserva che aveva abbattuto senza neanche chiedermi il permesso ed era giunto alla porta delle mie remote emozioni per rubarle come un ladro. E ora nel turbine dell'euforia ripassavo davanti a me le mille scene vissute insieme, di ciò che inconsapevolmente eravamo stati e che saremmo potuti essere, mentre la mia parte titubante, pensierosa, piena di dubbi, incertezze e domande, stava lì a dubitare di ogni cosa, tenendomi frenata, senza lasciarmi mai la mano, costringendomi a restare sulla terra con i piedi di piombo.

"David va a prendere le cioccolate calde..."- disse Jessica quasi imponendogli più un comando che una gentile richiesta, cacciando dei penny, dalla sua borsa all'ultima moda.

"Agli ordini comandante"- rispose ironicamente David lanciando il messaggio che anche lui ormai ci aveva fatto la mano alla sfacciataggine di Jessica. E lei aspettò che David fosse vicino al negozio della cioccolata e quindi abbastanza lontano da chiedermi, come pensavo, qualcosa che non avrei mai detto di mia spontanea volontà.

"Allora signorina Page, mi dica un po' com'e la situazione.." chiese Jessica, usando la sua aria esuberante e fintamente regale, così subito mi misi seduta sulle mie stesse ginocchia per capire meglio cosa intendesse.

" Che situazione?"- domandai sperando che non intendesse proprio ciò che intendevo io.

"Andiamo Page, la tua amica ti sembra forse una stupida? Guardami bene negli occhi e dimmi che tra te e Cardiff non c'è qualcos'altro... perché lo sai credevo quasi che ti stessi sposando e non mi avresti invitata al matrimonio"- rispose ironicamente Jessica facendomi spalancare la bocca per l'assurdità di ciò che stesse dicendo ma allo stesso tempo nascondermi la faccia con una mano per l'imbarazzo.

"Beh qualcosa ha detto...mi ha detto che ha capito di essere innamorato di me ma io ero troppo arrabbiata con lui ma allo stesso tempo sorpresa per rispondere qualcosa"- confessai a Jessica sorpresa da come risuonavano quelle parole appena uscite dalle mie labbra.

"Stai scherzando vero? Dimmi che stai scherzando..."- mi chiese ridendo nervosamente lei e io che non capivo perché si stesse tanto agitando.

"No è la verità"- risposi azzardatamente senza temere la sua reazione.

"Cioè voglio capire bene una cosa, tu praticamente sbavi per lui e non dire il contrario"- disse e mi fermò con la mano prima che potessi ribattere.

"...lui ti ha praticamente detto che è pazzo di te e tu che fai? Rimani così senza dire niente...e so anche il motivo...perché pensi che stia fingendo data la sua nota e famosa reputazione e non vuoi correre il rischio...brava ti sei proprio creata una bella sceneggiatura da film"- mi disse rimproverandomi, quasi come se fosse arrabbiata con me, quasi come le dovessi dare conto delle mie scelte, quasi come se non avessi il diritto, anche se fosse, di rifiutare Dylan.

"Non è così semplice, lo sai com'è Dylan. Probabilmente per lui è solo l'ennesima conquista che la sua virile figura gli impone di fare ma con me non funziona. Che ci provi con le altre, non voglio essere uno dei suoi trofei"- risposi a tono facendo capire le mie fondate motivazioni, quando in fondo in fondo speravo che le mie stesse parole non sarebbe state veritiere.

" Page...lo so che pensi che tutto questo sia impossibile e ti comporti come se non ti importasse perché pensi che voi due non sarete mai compatibili ed altro...ma a volte dobbiamo scegliere noi di dare un'opportunità e siamo noi a decidere di ..."- disse Jessica ma mi alzai prima che potesse finire di parlare come se quella frase mi avesse illuminato il cervello e decisi al momento stesso che non era giusto lasciare il completo e libero arbitrio della scelta solo a Dylan.

𝑰𝒍 𝒓𝒊𝒗𝒆𝒍𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒊𝒏𝒅𝒊𝒛𝒊 🕯️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora