3. Sensazioni

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La mattina del giorno successivo, approfittando del fatto che non avrei avuto alcun tipo di allenamento in palestra con gli altri, decisi di posticipare almeno di un'ora la sveglia in modo però da non saltare l'orario della colazione stabilito dall'hotel.

Iniziai a rigirarmi tra le coperte, abituandomi lentamente ai rumori circostanti prima di aprire lentamente gli occhi, sfregandoli appena quando un prurito mi infastidì.

Mi presi del tempo tra le lenzuola prima di decidere di alzarmi, camminando verso il bagno per fare la consueta doccia della mattina che, secondo i programmi, mi avrebbe tirato un po' su, risvegliandomi da quello stato di torpore che mi dominava.

Uscito dalla doccia e tornato in camera, gettai uno sguardo al cellulare poggiato sul comodino per leggere l'orario, iniziando così a vestirmi abbastanza di fretta per evitare che il buffet delle colazioni chiudesse e che quindi rimanessi letteralmente a bocca asciutta.

Uscito dalla stanza percorsi velocemente le scale che mi portarono al piano terra, raggiungendo poi l'esterno della struttura dove però notai che avessero già sparecchiato il tavolo del buffet.

«Buongiorno»

Mi voltai verso quella voce conoscente, scorgendo Mattia, l'unico cameriere rimasto all'esterno, sistemare i vari tavoli con un immotivato sorriso sul volto

«Ciao»

«Sei venuto a fare colazione?»

Alzai le spalle, portando le mani alle tasche dei pantaloni, facendo qualche passo verso di lui.

«Credevo di farcela ma già avete tolto tutto»

«Ce l'hai fatta invece, vieni con me...»

Perplesso, lo vidi piegare un ultima tovaglia da tavolo, aspettandolo, seguendolo poi verso un punto a me incognito

«Di solito non do ascolto al mio istinto, sesto senso o robe simili, ma questa volta c'era qualcosa che mi diceva che avresti fatto tardi... Ti ho messo da parte qualcosa»

Sbattei varie volte le palpebre mentre rielaboravo ciò che mi aveva detto.

Mi aveva tenuto qualcosa da parte nonostante lavorasse.

Era stato... Carino.

«Qui è dove mangiamo noi camerieri durante le pause... Non è il massimo come ambiente però era l'unico posto dove potevo conservarti qualcosa... Mi dispiace»

Lui si dispiaceva nonostante mi avesse fatto un favore; avrei anche voluto dirgli qualcosa, magari del tipo "non preoccuparti, grazie", ma ogni parola rimaneva incastrata tra le corde vocali.

«L'altra volta ti ho visto prendere latte e biscotti, quindi ho pensato che ti piacesse il dolce... Ti ho preso dei biscotti, una fetta di torta e uno yogurt... Spero ti piacciano»

In silenzio mi sedetti a quel piccolo tavolino dov'era poggiato un piattino in plastica, coperto da un sottile tovagliolo in carta

«Grazie... Ti siedi?»

Chiesi sollevando il tovagliolo, scoprendo un piatto fin troppo colmo di ogni cosa, nonostante avesse specificato prima cosa, in teoria, avesse preso dal buffet

«Io in realtà devo ancora finire di là...»

«Fai finta di essere al bagno, no?»

Vidi nei suoi occhi un filo di indecisione prima che decidesse di accettare, occupando il posto accanto al mio.

«Oggi non ti alleni?» Chiese con sguardo curioso

Addentai il primo biscotto, porgendogli il piatto per invitarlo silenziosamente a fare lo stesso

Eclissi |Zenzonelli| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora