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Per tre giorni Louis capì pochissimo di quello che gli succedeva intorno.

Mangiò e bevve come gli veniva ordinato, permise a Niall di lavarlo e di spazzolargli i capelli. Era come se avesse perso la volontà di fare le cose da solo.

Il quarto giorno, quando aprì gli occhi dopo una profonda dormita, si rese conto della propria debolezza. E si meravigliò di essere a letto come un qualsiasi paziente.

«La camera sembra una corsia» disse debolmente. «Che cosa sta succedendo? Sono stato malata?»

Niall ridacchiò. «E come. Hai delirato per tre giorni. Hai contratto il virus locale, ma non devi preoccuparti. Ti abbiamo curato. La febbre è calata. Adesso devi solamente ingrassare.»

Louis lo guardò con ansia. «Non troppo, spero!»

Niall prese uno specchio e glielo mise davanti. «Datti un'occhiata, se non mi credi.»

Dopo aver visto il proprio viso smunto, le occhiaie e i capelli flosci, Louis respinse lo specchio e chiuse gli occhi.

Quando si fu ripreso abbastanza da riaprirli, vide che Niall gli sorrideva. «Se questo dovrebbe incoraggiarmi a rimettermi in forze, temo di non approvare i tuoi metodi» si lamentò.

«A volte occorre una terapia d'urto» replicò il suo amico. «Dipende dal tipo di paziente.

«In questo caso ti sei sbagliato. Vorrei raggomitolarmi e morire. Lasciami nel mio dolore.»

«Sciocchezze! Dov'è finito il tuo coraggio?»

«Non ne ho più» mormorò Louis.

«Non puoi pretendere che resti a curarti ancora per molto» lo rimproverò Niall . «Ci sono dei pazienti in condizioni molto più gravi delle tue.»

Louis lo guardò mortificato. Gli si riempirono gli occhi di lacrime. «Mi dispiace, Niall. Ho dimenticato tutto il da fare che ti ho procurato.»

«Il problema non è questo, lo sai. Ho dovuto darti una scrollata psicologica. Compatirsi non serve a niente. Ecco, è arrivato il dottor Styles. Ne approfitterò per riposarmi dieci minuti.»

Harry annuì. «Va' a bere un caffè, Niall. Resterò io con Louis.» Sbirciò la cartella clinica del paziente e sorrise. «Stai migliorando! Siamo lieti di riaverti con noi.»

Lui sorrise mestamente. «Niall mi ha raccontato tutto quanto. Sembra che io vi abbia dato parecchie preoccupazioni.»

«Per fortuna ti trovavi in un ospedale. Affrontato sul nascere, il virus non è molto resistente. Se ti fosse rimasto nel sangue più a lungo, le conseguenze sarebbero potute essere gravi. Come ti senti?»

«Malissimo! Debole come un lattante.»

Lui sorrise. «Ma non ne hai l'aspetto. Hai perso il tuo bel colorito»

«Lei è peggio di Niall» brontolò Louis. «So di avere una brutta cera, ma non è il caso di ricordarmelo.»

Harry gli prese una mano e la strinse forte. «Per me sei bellissimo comunque» disse dolcemente.

Louis lo guardò attonito. «Non ci credo! Al confronto di Julia...»

Lui si accigliò, quindi gli lasciò la mano. «Che cosa ti fa credere che ti paragoni a Julia?»

«È stata un'osservazione stupida» si scusò lui, quindi chiuse gli occhi.

«Non sei te stesso» disse Harry. «Non sei mai stato geloso. A che punto saremmo senza le donazioni di quella donna?»

«È già arrivato l'apparecchio per le radiografie?» domandò lui.

Harry s'illuminò in viso. «Sì, ieri. È già in funzione. La situazione migliorerà parecchio.»

The Jungle Primary » l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora