《Cazzo...》 Bakugo gemette di dolore portando una mano al petto ferito. Uno squarcio profondo a tagliare le sue carni oltre la pesante armatura in ferro lucida a causa delle gocce ďacqua che ancora scivolavano su di essa miste al sangue.
Era in guerra per il suo re, stava combattendo nella mischia tra urla, scintille e stoccate di spade, lance e frecce, suoni di zoccoli, sudore e pioggia.
Nel caos un fendente si era calato su di lui ferendolo e facendolo cadere nell'impetuoso fiume che divideva i regni venendo spazzato via.
Ľacqua era entrata con prepotenza nei suoi polmoni e aveva lottato invano contro le correnti finendo dopo chissà quanto alla riva dove il fiume si trasformava in un calmo torrente nel mezzo dei boschi.
Aveva perso conoscenza più volte nel tentativo di muoversi e controllare le proprie condizioni fisiche, ma non c'era riuscito.
《Devo farmare ľemmoraggia... CAZZO!》 Il biondo urlò battendo la testa sul fango morbido della riva per ignorare il dolore bruciante. Non prese nemmeno fiato, fece leva sulle braccia stanche e tremanti e si spinse indietro verso ľalbero più vicino così da mettersi lentamente seduto e verificare le proprie condizioni. Scivolò sulla poltiglia fangosa del terrendo imprecando, ma continuò a spingersi arrivando a fatica a poggiare solo il capo su una radice dell'albero. Probabilmente aveva anche una caviglia fuori uso, se ľera cavata bene considerando le rapide che aveva scontrato.
《Ok...》 con un profondo respiro chiuse gli occhi portando una mano al fianco cercando di slacciare le fibbie in pelle lasciando che le gocce ďacqua tra i capelli cadessero sulle sue ciglia 《mi devo solo fasciare e tornare al camp...》 attorno a lui si fece tutto tranquillo, il dolore scemò in una dolce stretta e gli arti si fecero molli ricadendo su di un fianco nuovamente privo di sensi. Il corpo leggero mentre il buio l'avvolgeva senza dargli tempo anche solo di realizzare che non fosse più sveglio.《È ferito...》
《I fili si sono sciolti...》
《Non è ancora il suo tempo, posso ripararli.》
《Ne sei certo?》
《Sì. Non temere, guarirai presto》
《Tessere i fili è una grande responsabilità...》
《Li tesserò io per lui》
Katsuki aprì gli occhi di scatto nell'udire due voci estranee attorno a sè pronto a prendere la spada che non aveva più nel fodero per colpire e difendersi, eppure non vide nessuno, solo un candido soffitto adornato da stoffe dai colori puri e tranquilli dai pregiati disegni. Si guardò attorno con agitazione non trovando il campo dei soldati o il bosco, solo una stanza colma di stoffe a celare il bianco delle pareti. Si trovava in una stanza dalle dimensioni di una cella delle sante, a riempirla solo una macchina per tessere, un catino colmo ďacqua con specchio per lavarsi il viso, una cassapanca e un soffice letto in cui il suo corpo giaceva comodamente. A far luce solo una finestra accanto alla porta che tra i raggi del sole metteva in ombra il tronco di un albero e un piccolo giardino circondato da muri bianchi e candidi e sentieri in pietra.
Bakugo chiuse gli occhi un paio di volte cercando di concentrarsi sul suo corpo ancora intorpidito dal sonno, un peso leggero e confortevole che non percepiva da quando era piccolo, ma presto svanì lasciando posto al dolore al petto e ai muscoli che si andava perdendo col dolore alla caviglia.
Con un braccio scostò le calde coperte, anch'esse ricamate con una cura e una maestria mai viste prima, mostrando il proprio petto stretto in delle bende pulite, non una macchia di sangue a sporcarle a mostrare che fossero nuove e appena cambiate.
Restò stupito nel trovare stretti in vita dei pantaloni in seta bianca, quello era un capo da nobile, non da semplice soldato o popolano.
Con uno sforzo si mise seduto nel comodo materasso osservando centimetro per centimetro il proprio corpo. Piccole bende a fasciare le braccia e le mani e una a stringere e bloccare la propria caviglia sinistra, null'altro di rotto o slogato, solo lividi di diverse grandezze a costellare gomiti e avambracci e con molte probabili le gambe ed il busto, con molta certezza anche in volto sentendo fastidio a una guancia e a un occhio.
Non era rose e fiori, ma in confronto al dolore che ricordava di provare al fiume quello era niente.
"Da quanto sono qui?" Katsuki guardò nuovamente la stanza cercando degli indizzi o simili che potessero suggerirgli delle risposte, ma non trovò nulla, solo la propria armatura pulita e tirata a lucido sulla cassapanca, ma non aggiustata dalle ammaccature e dagli squarci, ľunico indizio oltre alle sfroffe che gli suggeriva che lì, ovunque si trovasse, non esistessero fabbri o persone abili nel manovrare il ferro.

STAI LEGGENDO
La Raccolta delle Idee _▪︎MHA▪︎_
Fanfiction[ Status: ETERNO SVILUPPO] Un libro i cui capitoli non saranno collegati, ma stralci di idee e di storie iniziate e mai concluse e chissà, magari in un futuro le riprenderò dando via a una storia completa♡ ⚠️IMPORTANTE⚠️ Alcune delle storie non arr...