Capitolo 3

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Non riesci a sederti, hai passato la notte sveglio, sei stanco e dolorante. Fai finta di niente e cerchi di stare seduto senza dare nell'occhio. Davide ti nota e abbozza un sorrisino di soddisfazione, poi si incammina verso il bagno. Preso dall’istinto lo seguì, lo prendi per un braccio e lo porti nella stanza del wc, chiudi a chiave e lo metti a 90. Ha le mani sulla tavoletta, slaccia i pantaloni e li abbassa, lubrifichi il tuo membro e lentamente lo penetri. Vorresti rendergli il dolore che ti ha provocato ma non puoi, gli altri se ne accorgerebbero. Vieni nella sua bocca dopo pochi minuti, vi ricomponete e uscite dal bagno. Arriva l’ora di pranzo, hai il pomeriggio libero e decidi di fare una sorpresa alla tua padrona, pranzi con un panino in un bar, vai a prendere un mazzo di rose rosse e corri a casa sua. Suoni il campanello, apre la porta e quando ti vede ti da uno schiaffo. Ti prende per la camicia e ti trascina in casa, ripone le rose in un vaso, le ama e non le rovinerebbe mai. “Pensavi che Davide non mi avrebbe detto niente?” Rimani impietrito, ti si gela il sangue. “Lo sai che non ti è permesso”, hai paura, non riesci a rispondere, inizi a sudare. Va in cucina, torna con un cucchiaio di legno e si siede sul divano. “spogliati e sdraiati sulle mie ginocchia”, le natiche ti fanno ancora male, l’ano più che mai, ma esegui senza fiatare. “conta”. Uno…due…tre...quindici…trenta, si ferma. Piangi, il dolore si aggiunge a quello già esistente, senti il rumore di una boccetta che si apre, implori con lo sguardo. Senti il suo dito sull’ano, delicatamente entra. Fa male, ti lamenti, una ferita si riapre e inizia a sanguinare, non puoi fare altro che piangere e attendere che lei sia soddisfatta. Fortunatamente al secondo dito si ferma, esce da te e ti fa sedere accanto a lei. Tentenni, non riesci a stare seduto, il bruciore è terribile. Una strizzata di palle ti convince a sederti, nonostante il dolore incessante il tuo membro è duro, sei eccitato. Inizia a giocare con i tuoi capezzoli, dolcemente, poi li strizza forte, li torce, stringi i denti e mugoli. Li lascia andare, scende verso il tuo cazzo, ansimi dalla paura, prende la pelle e la tira, ti pizzica, lo prende a schiaffi. Poi si mette sopra di te, nel frattempo si è tolta le mutandine, si struscia, la senti bagnata, ti fa credere di volersi penetrare poi si sposta. Vorresti prenderla per i fianchi e tenerla sopra di te. Si alza, vedi che prende qualcosa, si infila qualcosa, <<no! Lo strap on>> pensi. Ti farà male, non sai come farai a resistere, mentre pensi si avvicina e te lo mette in bocca. Succhi avidamente e lentamente, immagini sia il cazzo di Davide, ci metti impegno e lo riempi ben bene di saliva. Ti da il lubrificante, lo lubrifichi per bene e senza fartelo dire ti metti a pecorina. Senti il gel freddo colare tra le tue natiche, poi senti il fallo che inizia a spingere. Fa male, troppo, ti lasci andare con la testa sul materasso, cerchi di respirare lentamente e di pensare ad altro. Più va in profondità più è doloroso, senti il sangue di nuovo, poi si ferma e inizia lentamente a spingere. Pian piano ti abitui e ti apri, inizi a godere. Mugoli, urli, la preghi di farti venire. Stavolta ti accontenta, ti dà il bicchiere e seppur scomodo riesci a posizionarlo bene. Un intenso orgasmo ti sfinisce, lei esce da te e ti dà qualche minuto per riprenderti. Quando riesci ti metti seduto e bevi tutto il tuo sperma, adori farlo. Come sempre ti fa fare una doccia e ti manda via. Ti piace essere usato, anche se forse inizi a provare qualcosa per lei.

La padronaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant