7. Tipo nobile

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Clay si trovava in un bosco fitto e oscuro. La luce lunare filtrava dagli alberi e creava strane giochi di ombre.
Sentiva un peso sul petto. Respirava a fatica.

Sentì chiamare il suo nome.

«Clay»
Conosceva quella voce.

«Bath?»

«Clay» ripeté.

Bathilde continuava a sussurrare il suo nome e sembrava essere ovunque nello stesso momento. Non sapeva come trovarla.
Correva a sinistra e a destra. Girava alberi e correva per poi fermarsi e girare dalla parte opposta e chiamava il suo nome.

«Bath dove sei?
Dove sei Bathilde?»
Il nero della foresta diventava sempre più fitto. Continuò  a camminare finché non incontrò una buca nel terreno e cadde giù nell'oscurità.

L'orologio segnava le 6:30.
Tra un po' Clay avrebbe dovuto alzarsi, prepararsi e andare a scuola.
Ma gli facevano male gli occhi; aveva dormito pochissimo ed era stanco morto.

Aveva fatto un altro brutto sogno con Bathilde come protagonista. Ancora. Ormai era sempre così: o sognava lei o non sognava affatto.

Non riusciva a smettere di pensarci, come se si fosse ritrovato incastrato in una ragnatela.
Si chiese quando sarebbe arrivato il ragno a mangiarlo.

Chiuse gli occhi.
Non doveva pensare a lei.
Non doveva farlo.

La sua mente vagò in cerca di una distrazione e la figura di Chris con suo padre accanto apparve nella sua mente facendogli venire i brividi.

Era davvero droga quella cosa che gli aveva passato?

Possibile che suo padre gli avrebbe lasciato fare questo?

No, si disse Clay, sicuramente c'era un altra spiegazione.
Sean, al contrario, era convinto che fosse qualcosa di molto brutto, ma Clay non voleva essere negativo.

Il suo respiro si era fatto più lento e l'immagine di Chris si girò lentamente verso di lui.
La sua faccia sembrava uguale come sempre, ma quando si girò completamente vide che l'altra meta era distrutta e il sangue gocciolava giù macchiando i vestiti. Si intravedeva il bianco delle ossa spuntare dalla carne lacerata e...

Il suono della sveglia lo face sussultare. La guardò e la ringrazio poi aggrottò la fronte confuso: stava davvero ringraziando la sveglia?

                             *

«Dobbiamo scoprire che diavolo gli prende»

«Ho provato a parlargli, ma niente di niente. Siete sicuri di quello che avete visto?»
Olivia li osservava pensierosa.
I capelli castani legati in una coda alta. Il maglione color vino che indossava sembrava così comodo che Clay desiderava averne uno.

«Si»
«No» dissero Clay e Sean nello stesso momento.

Sean lo guardò come se non potesse credere alle proprie orecchie «Sta succedendo qualcosa di brutto»

«Non possiamo esserne sicuri, Sean! Non siamo in un film, o in una serie TV, okay? Non pensare male subito, non farlo, e smettila di guardare i programmi di cronaca nera. Non ti fanno bene»

«Quei programmi raccontano la verità, Clay»

Alzò una mano e gli diede un colpetto alla testa «Ti fanno male al cervello»

Alzò le spalle. «È già difettoso dalla nascita»

«Appunto, lo peggiora»

Sean scoppiò a ridere e Clay sorrise mentre Olivia guardava un punto in lontananza.
«Se si chiude così quando gli parliamo, anche innocentemente, della sua famiglia, sta ovviamente nascondendo qualcosa, non vuole assolutamente che lo sappiamo. Dobbiamo scoprirlo noi da soli.»

«Quindi torturiamo suo padre!»
Sean guardò Clay e Olivia che lo fissavano sconvolti «Beh che c'è?»

«No» disse Clay.

«Okay»

«Andiamo a casa loro e controlliamo in giro» propose la ragazza.

«Io ci sono stato, ma non ho visto nulla di strano»
Fece spallucce Sean.

«Hai controllato in giro?» Chiese Olivia

«No...»

«Bene, noi controlleremo come dei veri detective» si interruppe. «Ciao Chris!!» trillò con tono esageratamente felice.

Si voltarono e videro il loro amico avanzare verso di loro.

«Ciao»
Le borse sotto gli occhi e l'andatura stanca gli dava l'impressione che il ragazzo fosse esausto.

«Va tutto bene?» Chiese Sean.

«Ho appena fatto la verifica di matematica e no, non va tutto bene»

Continuarono a parlare un po', del più e del meno poi la pausa finì e dovettero tornare alle loro lezioni, ma non prima che Olivia, Sean e Clay si lanciarono uno sguardo d'intesa.

Clay si era appena seduto al proprio banco quando sentì una voce che aveva già sentito.

«Ciao ragazzo sconosciuto» sussurrò una voce maschile.
Accanto a sé si era seduto il biondino col nome nobile.

Clay gli lanciò giusto un'occhiata per accertarsi che fosse davvero lui.
«Ciao tipo nobile»

«Non sono nobile» protestò quasi offeso.

Si voltò verso di lui. «Il tuo nome lo è»

«Davvero?» alzò le sopracciglia. «D'accordo, sono un nobile. Dimmi il tuo nome, suddito»

Clay gli lanciò un'occhiataccia.

Raynard aveva un piccolo sorriso sul volto mentre lo fissava.

Il prof richiamò tutti all'attenzione e Clay si sforzò di ascoltarla e ignorare il biondo accanto a sé.

Alla fine della lezione si alzò e con tutta la calma del mondo uscì dalla classe, ma Raynard lo seguì.

«Allora sei amico di Sean, vero?» gli chiese affiancandolo.

«Si»

«È simpatico»

«Davvero? Oh, cavolo, non lo sapevo» provò ad usare tutto il sarcasmo di cui era capace e Raynard scoppiò a ridere.

E proprio in quel momento arrivò il diretto interessato.

«Ciao Ray! Sono felice che state fraternizzando»

«Noi non..»

«Perché volevo invitarti ad uscire, insieme anche ad Olivia e Chris, due nostri amici»

Al ragazzo, Ray, gli si illuminarono gli occhi.
«Davvero? Sarebbe fantastico. Quando?»

Sean non lo sapeva e non sapeva neanche dove. Scambiò un'occhiata con il suo amico e poi tornò a guardare Ray.

«Sinceramente non lo so, devo fare delle cose prima, però entro la prossima settimana! Nel frattempo che ne dici di venire a casa mia oggi?  Così ti faccio conoscere la mia famiglia. E Clay, tu vieni?»

Clay, che voleva solo dormire visto che era stanco morto, stava per rifiutare, ma Sean lo anticipò.

«Certo che vieni! perfetto. Dopo scuola venite con me»
Girò le spalle e andò via.

«È abituato a comandare eh?» Chiese Ray.

Clay tenne lo sguardo fisso nel punto dove era scappato Sean desiderando di incenerirlo con la mente.

«Si, a volte»

FeniceWhere stories live. Discover now