26. Bisessuale

8 1 2
                                    

La musica urlava dalle casse e le luci lampeggiavano e si muovevano frenetiche, come il caos di corpi sotto di esse.

Janice e Chris si trovavano in una delle stanze al piano di sopra.
Le camere servivano per appartarsi nel caso si volesse festeggiare in modo privato, o almeno così era stato il modo in cui lo aveva spiegato Abigail.
Ma Janice, arrivata alla festa prima della maggior parte degli studenti, si trovava in una di quelle stanze per un motivo più innocente.

«Ti prego» supplicava la sua voce. «Ti prego Chris... io lo so che c'è qualcosa che non va, lo so»

Chris si passò una mano sugli occhi, poi la guardò: Janice era ancora più bella del solito, con i capelli biondi cotonati e il trucco pesante, il vestitino da strega e il cappello a punta leggermente piegato.

Erano andati a letto insieme l'anno scorso, era stata una cosa da una notte, ma Chris era rimasto colpito da Janice.
L'idea che aveva di quella ragazza era di una persona molto fredda, calcolatrice e perfettina, o almeno così si comportava a scuola la maggior parte delle volte.
Ma era anche molto bella e quando gli si era presentata l'occasione non si era fatto troppi problemi per baciarla e spogliarla. Janice era stata molto più libertina di quanto pensasse e a lui andava bene così.

Ma poi, quando ebbero finito, non riuscì davvero a togliersi dalla mente quella ragazza così bella e così lontana da lui.
Aveva provato ad ignorarla, ma Janice Evans era semplicemente impossibile da ignorare.

La ragazza bionda gli mise una mano sul ginocchio. Lui era seduto sul letto, lei accanto a lui.
«Non so che dirti» ammise il ragazzo.

«C'è qualcosa che non va» continuò lei.

Lui fece un profondo respiro.
«Ho dei problemi in famiglia»

«Lo so» annuì. «Ma perché cerchi di allontanarmi?»

Chris si spostò per guardarla.
«Perchè è la cosa migliore? Perché, forse, sono un caso umano?»
Cercava di usare un tono quasi ironico, lo faceva spesso, di solito le persone si concentrava più sul suo tono invece che sulle parole.

Ma Janice non ci cascò.

«Puoi ingannare i tuoi amici. Hanno altre cose in testa. Ma non me» Janice tolse la mano e si sistemò il cappello a punta che per tutta la serata non faceva che cadere leggermente all'indietro.

«Quello che ti chiedo è di non allontanarti solo perché pensi sia la cosa migliore. Non lo è. E mi fa impazzire non capire»

Chris ridacchiò.
«Ah, davvero?»

«Si» disse ferma. «Ora torniamo al discorso principale-»

«Okay» la interruppe mettendole una mano sopra la sua.
«Non ti allontanerò»

Dentro di sé si chiese se non allontanare Janice fosse una cosa giusta. Ma alla fine non aveva allontanato neanche i suoi amici e non era successo nulla a loro, quindi poteva farcela.
Ce la poteva fare.

E quando Janice si avvicinò per posare le sue labbra su quelle del ragazzo, Chris si sentì più leggero, come se avesse fatto una cosa giusta in quel mare di caos.
In cuor suo sperò fosse davvero così.

                             *

«Io non riesco proprio a capire.»

Clay stava camminando avanti e indietro nella camera del suo migliore amico.
Quest'ultimo si trovava sul letto con gli occhi socchiusi che osservava, per quel che poteva, Clay camminare come se avesse perso la testa.

«Ma che stai dicendo» mugugnò.

«Sean!» Clay si fermò a guardarlo.

«Ti rendi conto che ho baciato Ray? Io? Di mia spontanea volontà? E poi l'ho chiamato Bathilde?»

FeniceOù les histoires vivent. Découvrez maintenant