Kiss me hard before you go...

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"Kiss me hard before you go
summertime sadness
I just wanted you to know
that baby...you the best".

(7)

Chiudo fortemente la porta alle mie spalle. Il rumore riecheggia per tutta la stanza.

Faccio grandi respiri, improvvisamente non sono più sicura di voler rimanere.

Penso che resterò chiusa in camera, posso sempre finire di guardare una delle tante serie tv che ho iniziato su Netflix senza mai concludere.

Apro il primo cassetto che trovo e come da previsto, ci sono ancora alcuni miei vecchi vestiti dentro.

Prendo la prima maglia che trovo e la indosso.

«Bella posso entrare?»

«Si entra è aperto».

Mia sorella con un sorriso stampato sul volto entra in camera e si siede su un lato di quello che prima era il mio letto.

«Stiamo scegliendo il film, ci raggiungi?»

«Ehm, io non credo di sentirmi bene».
Mento.

Lei sbuffa, poi come se sapesse già che la mia è una bugia continua a parlare.

«Stai bene Bella, ti prego vieni di sotto». Fa una breve pausa. «Io lo so che non andate d'accordo ma questa è casa sua e ha tutti i motivi del mondo se vuole restare qui».

«Non sto dicendo che deve andarsene, sono io che resto qui in camera!»

Victoire mi prende per le braccia e mi guarda negli occhi.

«Adesso tu scenderai e passerai la miglior serata della tua vita».

Deglutisco lentamente.

«Io-».

«Ti prego».

«Va bene...» cedo.

Victoire mi abbraccia e io ricambio debolmente, pensando al casino in cui mi sono appena cacciata.

~•~

Quando mia sorella va via prendo grandi respiri, cerco di riflettere.
Cosa può andare storto? Guarderemo il film, non serve parlare né tanto meno condividere la stessa coperta.

Indosso i calzettoni della nike e scendo di sotto, lui non c'è.

«Eccoti!» Arthur corre verso di me, dandomi una cesta piena di pop corn. «Abbiamo scelto Need for Speed, va bene?»

«Che scherzi amo quel film!»

«Che ti avevo detto!» Esclama da dietro mia sorella facendomi l'occhiolino.

Raggiungo il salotto e cerco un posto dove sedermi. Da quando siamo piccoli ci siamo sempre condivisi i due divanetti; oggi però non credo succederà o almeno non tra me e Charles.

Prendo un cuscino e dopo averlo gettato sul pavimento, mi ci siedo sopra.

Charles si sporge leggermente verso di me e con le labbra a un soffio dal mio orecchio sussurra:
«Potevi sederti, non ti uccido stai tranquilla».

sweetheart // charles leclerc Where stories live. Discover now