Biscotti 🌸

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•°•○Carldan•°•°

Potevo vederle gli occhi brillare anche da quaggiù, mia madre Annette, splendida come l'avevo lasciata due anni fa, aveva i capelli ancora scuri acconciati in una morbida coda ed era rimasta uguale al nostro ultimo saluto.
Spalancò le braccia e le corsi incontro abbracciandola forte a me 《Il mio bellissimo ragazzone!》 gridò commossa, mi tremarono le braccia per la felicità, in tutti questi anni mi ero privato della mia famiglia per non metterla in pericolo a causa del mio fottuto lavoro e mi ero perso così tanto, cazzo!
《Mamma! C'è lo zio! C'è lo ziooo!》 gridò la mia piccola morettina entrando di rincorsa all'interno della casa.

Poco dopo vidi la mia meravigliosa sorella Anna affacciarsi dal portone incredula 《Sei...TU?》 chiese con un filo di voce, noi due eravamo sempre stati due anime in un nocciolo, il rapporto tra gemelli è così, il nostro legame era qualcosa di unico ed eccezionale e anche se avevamo la stessa età io non avevo mai smesso di vederla come la mia piccola Anna con le treccine e gli occhi verdi proprio come i miei, dolce e da difendere a qualsiasi costo da chiunque anche quando crescendo si era rivelata una vera donna cazzuta, testarda e senza peli sulla lingua.

Era una madre assolutamente presente e affettuosa con la piccola Joëlle ma molto severa e pretendeva tanto dalla bambina 《Sei bellissima come sempre Pippi》 la chiamavo sempre così fin da piccoli a causa della sua assurda fissazione con le treccine, proprio come Pippi Calzelunghe 《E tu sei il solito ruffiano!》 si morse il labbro trattenendo il sorriso e la presi di forza in braccio abbracciandola fino a farle mancare il fiato 《Mi stai uccidendo!》 brontolò e subito la piccola corse in suo soccorso tirandomi bruscamente a maglia 《Lascia stare mia madre, brutto cattivo!》 spalancai gli occhi sorpreso e feci come mi aveva chiesto la piccola morettina 《Joëlle! Oh, non farci caso, spesso dice cose crudeli》 e invece ci feci caso e anche tanto, mi abbassai per poterla guardare negli occhi e le sue guanciottone le si dipinsero di un be rosso ciliegia 《Brutto cattivo?》 chiesi con una fitta dritta al cuore 《Si! Tu...tu...tu non mi sei più venuto a trovare! Lo sai che lo zio della mia amica Daiana la viene a prendere a scuola materna tutti i venerdì? Tu non mi sei mai venuto a prendere a scuola!》 fece il broncio e incrociò le braccia al petto in segno di protesta, che piccolo diavoletto! Mi fece sorridere, aveva un bel atteggiamento tosto 《Ha il tuo caratterino mio caro gemello...》 sbuffò Anna 《Lasciate stare la mia piccola nipotina, tu non ascoltarli, loro sono dispettosi》 ma cosa ci combinavo io? 《Joëlle, anche se non mi hai più visto devi sapere che ti ho sempre pensata e che sei la mia nipotina preferita!》 provai ad addolcirla 《Zio? Lo sai che io sono la tua unica nipote?》 ed era anche molto intelligente 《La mamma ha ragione, per tua fortuna hai preso tutto da me!》 scherzai e Anna mi dette uno schiaffetto in testa 《Smettetela voi! Non siete abbastanza cresciuti per comportarvi così? Andiamo dentro, Derek sarà esausto》 e lo ero, tantissimo.

La casa mi riportò indietro nel tempo catapultandomi nei miei più bei ricordi.
Il grande tappeto davanti al camino mi ricordò i pomeriggi trascorsi con Anna a fare a gara a chi fosse più bravo a finire i compiti per primo, oppure quando il papà dopo cena si sedeva sulla poltrona la pelle beige e accompagnato dallo scoppiettio dei ceppi ardenti nel camino ci raccontava delle sue mille avventure in marina.
Anche lui era un militare ma ci lasciò troppo presto, quando io e Anna avevamo solo sedici anni e da quel maledetto giorno per me cambiò tutto, presi a modo mio le redini della famiglia sentendo il peso e la responsabilità sulla gestione di mia sorella, specialmente durante i periodi dei primi amori, non le facevo fare vita povera Pippi. Mia madre mi aveva spesso parlato in disparte spiegandomi che non dovevo avere tutta questa responsabilità sulle spalle, che ero un ragazzo e che dovevo vivermi le mie giornate con gli amici spensierato e ripetendomi più e più volte che era fiera di me, ma le diedi un dolore immenso al compimento dei miei diciotto anni.
Sapere che presto mi sarei arruolato le squarciò di nuovo quell'enorme ferita che custodiva da due anni nel cuore, mi supplicò in tutti i modi ma avevo già preso la mia scelta e nessuno mi avrebbe intralciato.
A diciotto anni desideravo rendere orgoglioso pure mio padre che sicuramente mi avrebbe visto dall'alto dei cieli e a quell'età credevo che così facendo gli avrei reso, in un modo o nell'altro, giustizia.

E gliela resi, perché dopo pochi anni scovai chi lo aveva ucciso e li torturai fino a fargli pregare di essere uccisi subito ma la vendetta fu lunga.

Senza neppure essermene reso conto mi ero seduto su quel tappeto e mia sorella insieme a me 《Che bei ricordi è fratellone?》 sospirò con un cenno di malinconia, si era sentita abbandonata quando scelsi di arruolarmi e per mesi interi non mi aveva rivolto parola, ma non capiva che tutto quello che stavo facendo era per lei, per mia madre e per mio padre.

Una piccola e paffuta manina si posò delicatamente sul mio ginocchio, alzai gli occhi e sorrisi a mia nipote 《Se venerdì mi vieni a prendere come lo zio di Daiana, farò pace con te》 mi fece la linguaccia sul finale e poi aggiunse 《E ti regalerò pure uno dei miei biscotti preferiti che mi prepara sempre la nonna》 era troppo carina e intelligente per la sua età 《Ehi! Quei biscotti li cucina mia madre, quindi sono più miei che tuoi a dirla tutta!》 la fissai accigliato fingendo di voler tenere il punto della situazione 《Nonna!》 gridò e mia madre ci raggiunse fermandosi a guardarci con gli occhi innamorati, i suoi due gemelli seduti come da piccoli sul tappeto dove avevamo trascorso buona parte della nostra infanzia e a rendere la cornice ancora più bella c'era Joëlle con noi.

Si emozionò e si asciugò velocemente una lacrima che le si era posata sulle ciglia 《Dimmi tesoro mio》 la sua voce era tremante 《Lo zio》 mi indicò con l'indice 《Dice che i biscotti sono suoi e non miei!》 brontolò arrabbiata e scoppiai a ridere, non resistetti un minuto di più, era troppo buffa 《Derek!》 mi ammonii con lo sguardo di rimprovero 《Tesoro i biscotti li cucino solo per te, non temere》la piccola morettina mi guardò soddisfatta e il mio cuore perse di un battito nel rivedermi veramente così tanto in lei.

Si emozionò e si asciugò velocemente una lacrima che le si era posata sulle ciglia 《Dimmi tesoro mio》 la sua voce era tremante 《Lo zio》 mi indicò con l'indice 《Dice che i biscotti sono suoi e non miei!》 brontolò arrabbiata e scoppiai a ridere, non...

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NO NAME - Un cuore al centro del mirino IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora